Tanti Orsi, fra l'indifferenza di Lietta Tornabuoni

Tanti Orsi, fra l'Indifferenza Premiati ex acquo a Berlino l'Inglese «Belfast 1920» e lo spegnete «Lo cofani»» Tanti Orsi, fra l'Indifferenza «Puniti» la Von Trotta e la Schygulla (troppo,radical-chic) e Bruno Ganz (grande in un film troppo compiaciuto) stata accolta dal consensosenza entusiasmo, dall'indifferenza o dal silenzio scorag-, giato sempre più frequenti in simili occasioni. SI sa che le giurie sono obbligate per diplomazia a ogni equilibrio e squilibrio; non c'era niente di speciale cui appassionarsi o per cui indignarsi e «Die physiscJten Strapaeen», lo sforzo fisico di tanti film, rendeva opache le reazioni. Punita, come prevedeva, Margarethe von Trotta, insieme con le sue bravissime interpreti Angela Winkler ej Hanna Schygulla. Dice il pettegolezzo che «Lucida follia» ha irritato i giurati: troppo radical-chic, troppa furberia, un «Dallas» di sinistra. La regista si aspettava l'ostilità di una giuria prevalentemente maschile (salvo la presidente Jeanne Moreau) a una vicenda di amorosa amicizia tra dònne in cui gli uomini risultano personaggi grotteschi, si aspettava che venissero fatti pagare l'anticonformismo politico e il successo internazionale di «Anni di piombo». Punita la straordinària performance d'attore di Bruno Ganz, che per tre quarti di «Nello città bianca» di Tanner non dice niente, non fa niente, e riesce lo stesso a rendere il personaggio fascinoso, interessante: ma pare che 11 film sia sembrato ai giurati troppo compiaciuto, d'una falsa poesia tremenda, e Oanz sempre troppo uguale a se stesso. Ignorato l'unico film italiano in concorso, « Via degli Specchi», di, Giovanna Gagliardo. «Io avevo un voto su nove», dice Franco Brasati, componente italiano della .giuria. «Mi sono battuto, ho avuto due fallimenti e altre vittorie clamorose. Forse le giurie dovrebbero essere composte da una sola persona: forse, con una dittatura equi librata I premi aiuteranno magari la notorietà di due debuttanti. Edward Bennett ha 33 an¬ ni, è un inglese carino con la faccia un po' debole, ha studiato a Cambridge e al Royal College of Art di Londra, ha girato documentari sull'arte e lavorato per la televisione, adesso vuol fare un film su Lou-Andreas Salome. «Belfast 1920!,, ben scritto, ben fatto, ben recitato, prodotto da quel Canale 4 della tv inglese che è una vera fabbrica di nuovi registi, rappresenta anche un atto di coraggio. Racconta infatti parallelamente la inguaribile malattia politica d'Inghilterra, la questione irlandese; e la guarlbi- le catatonia della ricca protagonista, ammalata di dolore per la morte del fratello nella, prima guerra mondiale, forse simbolo di una classe dirigente inglese paralizzata dalla Inerte nostalgia per il proprio potere perduto e i propri valori caduti. 1 Xaver Schwarzenberger, proletario viennese, 37 anni, baffuto, molto bruno, ha fatto il fotografo e poi il cameraman per le televisioni austriaca e tedesca, è stato direttore della fotografia di «Berlin Alexanderplate», ^*LiU Marleen», «Lola; «Veronika • Voss» e «Querelle» di Fassbln\der, non ama le nuove tecnologie del cinema, ama 11 bianco e nero con cui ha girato «L'Oceano pacifico»: «E' un amore che mi viene dal cine-' ma italiano di tanto tempo fa: il primo film importante, per me, è stato "La notte" di An'tonioni, e poi il bianco e nero di Fellini, Rosi, MasellU. Il primo film che ha diretto, storia di un medico che, perseguitato dal rimorso d'aver provocato per'errore la morte di un paziente, si isola in un paese austriaco d'alta monta-' gna e si libera dal sentimento di colpa dopo aver scoperto 11 quanta violenza e morte siano! parte normale della vita, non' è per niente mal fatto: ma non sembra rivelare un'Intelligenza creativa né un talento visuale da autore. Se 1 due film-evento sono stati «Lucida follia» e «Nemico di classe» di Peter Stein, il risultato più interessante del XXXIII Filmfest è forse la conferma di un altro possibile cinema post-video: -un cinema antl-standard, che rifiuta la facilità e sicurezza del già visto per trovare novità nella ricerca di linguaggio, nella rivelazione di società ignorate, nella riscoperta di sentimenti rimossi, nel nutrimento della cultura, anche nella scomodltà di temi politico-morali. Non è lina cattiva risposta: quando riesce, naturalmente. Lietta Tornabuoni

Luoghi citati: Belfast, Berlino, Cambridge, Inghilterra, Londra