Da Torino quattro passi nel Duemila di Piero Bianucci

Da Torino quattro passi nel Duemila «Futurama»: da oggi una ricerca della Fondazione Agnelli diventa spettacolo, mostre, conferenze Da Torino quattro passi nel Duemila Un gruppo di ricercatori ha provato a delineare la società dei prossimi vent'anni tenendo conto di due fattori: l'andamento demografico e le innovazioni tecnologiche già oggi mature per uscire dai laboratori ed entrare nella fase industriale - Giovanni Agnelli: «Occorrono scelte politiche perché l'Italia rimanga tra i Paesi avanzati» TORINO — Costruire una cultura del futuro, e farlo cercando 11 contatto con 11 grande pubblico, non solo con le «élites» Intellettuali. E' l'obiettivo di «Futurama», una Iniziativa della Fondazione Agnelli, presentata Ieri pomeriggio al Teatro Nuovo, che si articola In una mostra di tecnologie avanzate, una mostra della città e della casa del futuro, una serie di 50 film di fantascienza, otto conferenze di divulgazione scientifica affidate a esperti di fama mondiale, uno spettacolo permanente di multivisione (il tutto al Teatro Nuovo, tranne la mostra di tecnologie, che sarà in via Correggio 5). Sotto questo ampio coinvolgimento del pubblico c'è un grosso lavoro di ricerche preparatorie pilotate dal direttore della Fondazione, Marcello Pacini. Nel tracciare lo scenarlo del prossimi vent'anni sono state tenute presenti due componenti fondamentali: la popolazione e lo sviluppo su scala Industriale di quelle tecnologie che oggi sono già mature in laboratorio. Un'indagine Delphi e resti apoiazione fino al Duemila delle tendenze demografiche sono state fondamento di questa incursione nel prossimo futuro. Ne emergono previsioni su qualità e quantità della domanda di lavoro, l'immagine del «nuovo operaio» e del «nuovo intellettuale», il distacco preoccupante tra classe politica e «onda tecnologica», la scarsità degli investimenti in ricerca e sviluppo, il contrasto tra le due Italie, del Nord e del Sud. • Gli interlocutori? La comunità scientifica, gli imprenditori, i quadri dirigenti, 1 politici. Ma anche tutta l'opinione pubblica. Il futuro non è da confondere con un destino ineluttabile. In gran parte i suoi segni sono già nel presente. Solo sapendoli cogliere potremo governarlo efficacemente, mantenendo 11 nostro Paese, nonostante le molte e. gravi difficoltà in cui si dibàtte, nel drappello-guida delle nazioni economicamente e tecnologicamente avanzate. Purtroppo i dati non sono incoraggianti: l'Italia spendè nella ricerca solo lo 0,84 per cento del prodotto nazionale lordo contro il 2,41 degli Usa, 11 2,39 della Germania e della Svizzera, il 2,04 del Giappone.'' L'aspetto politico del problema è stato toccato direttamente dal presidente della Fiat Giovanni Agnelli nel suo intervento di ieri pomeriggio al Teatro Nuovo, seguito alla presentazione del programma fatta da Marcello Pacini. 'Nelle società occidentali' — ha osservato Agnelli — vi è oggi una diffusa incapacità di pensare il futuro in termini collettivi. Le scelte individuali continuano a guardare avanti, ma le scelte collettive restono appiattite al presente, come se le democrasie basate sul governo del cittadini guardassero solo ai cittadini di oggi sema pensare alle generazioni che verranno. Questa miopia sociale non è soltanto la conseguenza dei tempi politici, influenzati dalla durata delle legislature: è anche difficile trovare visioni del futuro che vengano condivise dalla collettività. La proposta di "Futurama" è quella di un metodo per guardare avanti, per delineare una visione del fu turo nella quale i singoli possano ritrovarsi nella collettività.. L'analisi di Agnelli sulle possibilità che rimangono all'Italia di cavalcare l'onda tecnologica è prudente ma non p pessimistica. 'Anche da noi — ha detto — l'innovazione tecnologica procede e si diffonde con un ritmo maggiore che non.in passato. Tutto questo può rassicurarci: può ridimensionare l'ipotesi di un'Italia destinata a distaccarsi dai Paesi più industrializzati e ad avvicinarsi a quelli in via di sviluppo. Se "Futurama" ridimensiona certi rassegnati pessimismi, non giustifica però alcun ottimismo passivo'. «Futurama» tenta un dialogo sul futuro allargato al maggior numero di interlocu¬ tori possibile, ma la sua proposta — ricorda Pacini — vuole essere prudente e modesta. Molli scenari futurologici sono stati smentiti dai fatti, forse anche perché hanno peccato per eccesso di ambizione. Volevano tener conto di prospettive globali, far interagire un numero troppo elevato di componenti. Dagli insuccessi è derivata una certa Impopolarità della futurologia, da cui ora l'iniziativa della Fondazione Agnelli sembra volersi difendere. Non c'è la pretesa, dice Pa¬ cini, di Inventare la sfera di cristallo in cui miracolosamente leggere il domani. Per molti aspetti il futuro è già tutto calato nel presente: basta proiettare certe tendenze, valutare come certe tecnologie già mature potranno modificare la nostra vita: e progettare tenendo conto di queste proiezioni. Non chiaroveggenza, ma lucidità nelle prospettive e informazioni corrette su ciò che sta uscendo dal laboratorio per entrare nella società. Piero Bianucci Il «Tokamak», una macchina per sperimentare la possibilità della fusione nucleare controllata

Persone citate: Agnelli, Giovanni Agnelli, Marcello Pacini, Pacini

Luoghi citati: Germania, Giappone, Italia, Svizzera, Torino, Usa