Un processo antinucleare con Sheen e imputati veri
Un processo antinucleare con Sheen e imputati veri L'attore di «Apocalypse now» a Berlino Un processo antinucleare con Sheen e imputati veri DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BERLINO — Gli americani gridano, i sovietici sorridono; gli americani si impegnano nell'attualità della campagna pacifista, 1 sovietici s'impegnano nella commedia di costume; gli americani protestano. 1 sovietici ironizzano: in che mondo siamo? E' quasi l'una del mattino, fa freddo, piove, è rimasta pò-' ca gente. Martin Sheen è un po' deluso, molto stanco. Non ha più 30 anni, ha già avuto due-collassi di cuore: uno in Asia, per lo sfinimento di fare il protagonista in Apocalypse Novo, di Coppola, un altro più recentemente. Accomoda le spalle nel giubbotto verde, con la mossa studiata per somigliare à James Dean. Indurisce la bella faccia di bravo attore, si erge in tutta la sua piccola statura e, irriducibile, attacca insieme con il regista Emilio De Antonio la conferenza stampa notturna: è arrivato fin qui per fare il suo lavoro di pace, e lo farà. Il lavoro è II caso King óf Prussia, che sarebbe difficile definire un film. E' qualcosa di meno: «art brut», lo chiama De Antonio alla francese. Un sussultorio insieme di cronaca vera malripresa in videocassetta e di un processo ricostruito, recitato dagli im¬ putati e da Sheen nella parte del giudice nei due giorni di intervallo tra la fine del dibattimento e l'arresto dei colpevoli. E' qualcosa di più d'un film, il documento di una battaglia tenacemente combattuta, ripetuta, ogni volta ricominciata, dalla vecchia guerra di Corea in poi: quella per la pace, che oggi si esprime nella protesta contro l'armamento nucleare, e che molti vescovi e cattolici americani hanno fatto propria. Il 9 settembre 1980. guidate dal due sacerdoti gesuiti Daniel e Philip Berrigan. otto persone, tutte cattoliche praticanti, entrarono abusivamente nel centro tecnologico' della Generai Electric nella cittadina di King of Prussia in Pennsylvania: 11 distrussero a martellate diverse parti di missili atomici, e sparsero sangue su alcuni documenti segreti. Vennero accusate di effrazione, violazione di domicilio, aggressione del guardiano; nel 1981 il tribunale condannò i fratelli Berrigan a 3 e 10 anni di reclusione, gli altri a pene minori. Martin Sheen racconta la storia con la voce soffiata, penetrante, stanca e convinta: chiesero a lui di recitare la parte del giudice perché lo sapevano pacifista, cattolico fervente (persino il suo pseudonimo di attore è il cognome di un famoso vescovo americano) e amico dei Berrigan, sostenuti in passate battaglie anche da Gregory Peck. Racconta che cinque giorni prima di cominciare morì suo fratello, che lui era 11 solo della famiglia.a potersi occupare dei funerali e di tutto, però riuscì ad arrivare la notte precedente l'inizio del film e a lavorare: «Niente di straordinario. Se uno non fa qualcosa per difendere le idée in cui crede, non è che valga molto». U suo fervore è diverso dalla laica razionalità dei registi tedeschi di Querra e pace, dal volontarismo politico dei molti cineasti che dal Fllmfest hanno sottoscritto e lanciato un appello antinucleare: ma la passione morale e il senti mento di dovere sociale sehv brano, in gruppi cosi differenti, molto simili. Dall'Urss viene invece una curiosa «composizione reale», Amore a comando di SergheJ Mikaeljan è una di quelle divertenti commedie comicosentimentali a lieto fine sulla vita quotidiana della gente comune che Camerini faceva cosi bene nel Trenta, e che óra i sovietici e (a suo modo) Celentano sono rimasti gli ultimi a fare. C'è una piccola storia d'amore spiritosa, dolceamara e un po' sciòcca, tra due trentenni infelici e solitari, lui operaio mezzo alcolizzato, lei bibliotecaria squallida e pedante, che unendosi si aiutano ad accettare la vita per quello che è, Ma certe notazioni di costume dicono anche molto di più. Ubriaco, l'operaio grida in mezzo alla strada: «Guardatemi, esisto, ci sono anch'io». Sognante, fantastica: «Un giorno anch'io avrò una bella automobile, belle rogasse, e una macchina fotografica giapponese». Sicuro, rifiuta un posto che potrebbe trasformarlo in dirigente: non gli va d'entrare nel giro della piccola corruzione. Consigliato dalla ragazza, deve ricorrere al training autogeno per convincersi che l'operaio non è una nullità sociale, deve ripetersi mentalmente . mille volte, mentre lavora al suo tornio: «Anche la gente come me è utile, è necessaria alla società, produce per il Paese. Anche noi contiamo, anche noi operai siamo importanti...». Niente male, nella patria della vita dura del proleta- riato. Lietta Torn abuon i Martin Sheen
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