Vogel, l'arte dell'incertezza di Mario Ciriello

Vogel, l'arte dell'incertezza Chi è il leader dei socialdemocratici tedeschi che contende al democristiano Kohl la carica di Cancelliere Vogel, l'arte dell'incertezza Se Amleto si poneva dei dubbi, lui li crea - E lo fa con tanta maestria che nessun osservatore imparziale può prevedere come agirebbe se diventasse capo del governo - Sincerità o cinismo? Certo, grazie a lui la Spd ha ottenuto nuove chances elettorali DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Plus ga change, plusc'est la mème chose: si diceva una volta dei due grandi partiti tedeschi. Òggi no: é, a torto o a ragione, gli altri governi dell'Alleanza Atlantica attendono le elezioni di domenica 6 pregando per una chiara, muscolosa vittoria di Kohl e del suol democristiani. Sembra passata un'eternità dai giorni in cui Helmut Schmidt aveva la fiducia e l'ammirazione di ogni leader occidentale, in culla sua socialdemocrazia era additata come esempio di saggezza perfino dalla signora Thatcher. In meno di sei mesi, la Spd ha cessato d'essere un'ancora, è vista a Ovest del Reno come un potenziale destabilizzatore del fronte democratico. Si .esagera, ma l'universo politico non e meno sensibile dell'universo finanziario ai perturbamenti psicologici: e Hans-Jochen Vogel, il successore di Schmidt, ha fatto della incertezza un'arte. Se Amleto si poneva dei dubbi, Vogel 11 crea: e li crea con tanta maestria che nessun osservatore imparziale può oggi prevedere, sia pure con approssimazione, come agirebbe o reagirebbe Vogel, se cancelliere, In molte circostanze, soprattutto sul terreno del missili. E' un'ambivalenza sincera o è puro, cinico calcolo? Ogni Ipotesi è vàlida: un solo fatto è certo, grazie a tale ambivalenza Vogel ha ridato al partito una chance elettorale. SI parla troppo di Vogel e troppo poco del suo partito, dimenticando che i politici non nascono dal nulla. Vogel è 11 frutto di un lungo, tormentoso travaglio di cui pochissimi, fuori della Germania, avevano valutato la profondita. Nell'82. Helmut Schmidt era la maestosa facciata di un partito diviso, ansioso, logoro. I sondaggi non davano ai socialdemocratici più del trenta per cento dei suffragi nazionali: mentre Schmidt teneva la prua sulla tradizionale rotta centrista, il partito slittava verso sinistra. Anche Vogel era uno schmldttlano, forse più a destra di lui, ma capi che sarebbe stato vano invertire l'evoluzione: meglio plasmarla e guidarla. Cèchi afferma che Vogel è soltanto «la coda del cane», che non sarà pertanto lui a muovere il partito, ma viceversa: che, se da Kanzlerkandidat diverrà Kanzler, non potrà rintuzzare le pressioni più radicali. SI vedrà: ma è una tesi che non convince interamente, perché, In poco più di tre mesi, questo distinto signore di 57 anni si è rivelato abile e scaltro pilota. Ha unito e saldato il partito; gli ha ridato coraggio e dinamismo: ne ha ripristinato il sex-appeal elettorale. La Cdu di Kohl è sempre In testa, con quasi il 49 per cento dei suffragi, ma dal 30 per cento dell'anno passato, la «fetta» socialdemocratica è salita al 35, al 40 e si accosta al 42. Altra accusa: si attribuisce a Vogel l'intenzione di tentare una scalata al potere, valendosi del Verdi. Non sembrano essere corrette né diagnosi né prognosi. Facendo proprie o quasi alcune delle crociate dei Verdi, Vogel cerca 'di deviare verso la Spd molti dei loro voti potenziali. Non può attaccare 1 Grilnen, visti con simpatia dalla sinistra socialdemocratica, ma può forse indebolirli, privandoli della capacità di influenzare troppo un suo eventuale governo di minoranza. Un Vogel al potere non respingerebbe l'appoggio parlamentare del Verdi (sempre ammesso che accedano al Bundestag) ma non al prezzo di rischiose concessioni. Questo «uccello» (perché tale è il significato di vogel, con gran delizia del vignettisti) sa dunque svolazzare con leggerezza e agilità. Purtroppo, al successi in patria non ne corrispondono altrettanti all'estero, anzi. In realtà, nessuno sa cosa farebbe veramente un Vogel cancelliere: ma le sue vaghe e volutamente ambigue dichiarazioni sugli equilibri strategici hanno acceso tutti 1 segnali d'allarme. Vuole una Germania più indipendente «/ro le due superpotenze» (anche Schmidt indossava 1 panni di «onesto mediatore» fra Washington e Mosca, ma ricordava sempre che la Germania è ancorata all'Ovest) ed esclude una «installazione automatica» degli euromissili. E' una situazione in cui più che un calcolo delle probabilità se ne può tentare uno delle Improbabilità. Primo: è improbabile che Vogel prevalga su Kohl. Secondo: è lmproba- bile che un Vogel vincitore sconvolga l'Alleanza Atlantica nella misura temuta. L'idea di qualsiasi mutamento su vasta scala atterrisce 1 tedeschi post-bellici, che bramano soltanto continuità e sicurezza. Come ricorda Theo Sommer, direttore di Diei Welt e osservatore profondo' della scena tedesca e Internazionale: «La Germania non sta per soccombere al neutralismo, che è soltanto il mood intellettuale di piccoli gruppi, c'è sì tra i giovani una tendenza al pacifismo, ma non è certo il pensiero dei più». Ciò non significa che manchino rischi o perlomeno nebbie. Fino a che punto un cancelliere Vogel manterrebbe la sua promessa di premere su Reagan affinché mostri maggiore flessibilità e immaginazione nel negoziato ginevrino? Fino a quando si opporrebbe all'installazione di euromissili In Germania, annullando cosi il valore degli altri euromissili negli altri Paesi? Ha detto: -Kohl vuole un mandato per piazzare i rosei: io ne voglio uno per fare il possibile per renderli superflui». Ma come? Non si rende conto Vogel che, cosi dicendo, rende Mosca meno incline a concessioni? Se Bonn non accetta i missili. Andropov non ha più bisogno di negoziare. Un altro elemento Ingarbuglia l'equazione. Se Vogel vincerà, non saranno stati 1 missili a innalzarlo alla Cancelleria, bensì gli affanni economici. Un fatto significativo: nel programma elettorale social¬ democratico, la politica estera riceve soltanto poco e cauto spazio (11 manifesto riafferma V'impegno atlantico» del partito, ma aggiunge che la Germania dovrebbe tutelare, con più energia, i propri interessi Anche quest'ultima nota è una novità vogellana: «/m deutschen Interesse, si legge sotto la sua bonaria immagine sui muri, in disinvolte maniche di camicia), n novanta per cento del testo è dedicato al problemi dell'industria e della società. Cosa offre agli elettori la Spd di Vogel? Una più vigorosa lotta contro la disoccupazione, mediante quattro armi: maggiori investimenti, un aumento del potere d'acquisto, misure per la creazione di nuovi posti di lavoro e una settimana di 35 ore. Inoltre: una conferenza internazionale per 11 rilancio dell'economia, un'espansione del commerci Est-Ovest, maggiori imposte sui redditi più alti. L'influenza del Verdi è evidente: provvediménti per «pulire» l'aria e le acque, una decelerazione negli Investimenti nucleari, un alt a tutti i lavori per un canale Reno-Danubio. Si propone perfino una legge che controlli gli esperimenti genetici Strano, si pensa sempre a una Spd governante, mai a una Spd all'opposizione, che sembra essere invece il suo destino elettorale. Ammesso che la sconfitta, ed è possibile, non riapra le ferite sanate, o almeno bendate, da Vogel, potrebbe essere un'opposizione gagliarda e aggressiva In un certo senso, i socialdemocratici, se battuti, potrebbero creare maggiori tensioni che se vittoriosi. Privi delle responsabilità di governo, potrebbero osteggiare 1 missili con una pugnacla che creerebbe non pochi problemi per un Kohl sorretto soltanto da una smilza maggioranza. Mario Ciriello m p Francoforte. Anche gli uccelli prendono parte alla campagna elettorale per il voto di domenica prossima. Questo merlo mostra la sua casetta su cui campeggia la scritta che può essere rradoita: «Io volo con Vogel». Vogel in tedesco significa per «uccello», ma è anche il nome del candidato del partito socialdemocratico Spd, Hans-Jochen Vogel alla carica di cancelliere (Telefoto Upi)