Da Conegliano a Valdobbiadene 40 chilometri di vino bianco di Cinzia Sasso

Da Conegliano a Valdobbiadene 40 chilometri di vino bianco Da Conegliano a Valdobbiadene 40 chilometri di vino bianco ta una caraifa diversa in omaggio ai visitatori) è Colo: prepara risotti col radicchio, «s'eiosi» (piccole lumache), funghi. E' orgoglioso di essere rimasto l'unico a cucinare gli «osi de porseo». è specialista in bolliti e spiedi. Racconta che per cuocere un colombo usa tre bottiglie di prosecco: se le beve lui. mentre segue la cottura. Di fronte a Condo Canel. Walter Balliana e la sua -Osteria ai colli-: ci vanno, oltre alla gente del paese, tutti gli intellettuali di passaggio per ammirare le cassepanche colorate, i quadri d'autore, per parlare con Walter e naturalmente per bere il suo prosecco. PiU difficile comprare il marze mino rosso frizzante, che cresce a Relrontolo: ce n'è poco e per trovarlo bisogna provare, casa per casa, e espongono il cartello .Qui vino di casada-. che vuol dire vino genuino. S'inizia la sfilata di vecchine. vestite di nero dalle calze al fazzoletto, che raccolgono legna e sterpi e li infilano nelle gerle, grandi ceste da caricare sulle spalle. E' quasi un rito, solo le donne ripetono questi gesti, una volta indispensabili. Il giro per osterie comincia: tocca Rua. S. Pietro di Felettc. poi Refrontolo. Fara e Pieve di Soligo. Il prosecco migliore si trova a Premaor, da Grcgoletto. dove bisogna chiedere quello della riserva don Siivio. Meno di 2000 lire, per una bottiglia di questo vino da preti, conservato nella caneva di mattoni, cantina fin dal Settecento e ricavato dall'uva che i parrocchiani, ancora oggi, versano come decima al loro pievano. So- LA zona è quella sacra al prosecco, e qui i santuari, i luoghi di incontro, le mete di pellegrinaggio sono le osterie. Sempre aperte, come le chiese nei paesi. Gli osti, che sembrano vecchi curati di campagna, vendono ■ ombre- per 300 lire, regalano chiacchiere, raccontano leggende, amano ascoltare storie. Sono 40 chilometri, poco più. lungo la .■Strada del vino bianco-, tutta su e giù in mezzo ai colli, per paesi di poche case, cantine fornite, vecchie chiese, castelli dalla sinistra fama, bottegucce con insegne da antiquariato. Ad andarci adesso, in questa zona chiamata Quartiere del Piave, cuore di un Veneto contadino, tra i filari ancora spogli delle viti, si trovano, coriandoli naturali di un allegro e sen- Weekend da fiaba a Parigi Il lussuoso albergo Nova Park Elysées di Parigi propone la [ormula speciale .Paris for l\vo» per trascorrere un weekend da fiaba. Rolls-Royce da e per l'aeroporto, suite per due notti, champagne e fiori come saluto di benvenuto. Il costo è di 500 mila lire a testa. Per prenotazioni e informazioni rivolgersi a: Hotel Nova Park Elysées. 51 rue Francois Ier. 75008 Parigi; tel. 0033 1 562.63.64. Torino unica Il 25. 26 e 27 febbraio si terrà a Torino un incontro con giornalisti europei del settore turistico allo scopo di promuovere presso il pubblico e gli operatori turistici l'immagine di una Torino diversa. Fino a oggi infatti la città ha goduto di una reputazione legata quasi esclusivamente all'automobile, trascurando gli aspetti turistici, culturali e artistici. E' quindi un'occasione per presentare una Torino quasi sconosciuta ancora a molti, soprattutto all'estero. tito Carnevale, le prime viole, timide pratoline. primule gialle, bucaneve. Il viaggio comincia dal castello di Conegliano. X secolo, due ordini di mura ancora percorribili. Dentro le torri ci sono un ristorante, una botlega del vino, il museo di armature, codici, monete e stampe antiche, dipinti di Palm-' il Giovane, affreschi del Pordenone, una scultura di Arturo Martini. Tanto per dimostrare che qui il confine tra il sacro e il profano proprio non esiste. La porta di Scr Bele. un arco gotico che lascia il castello, apre alla collina: passalo l'antro dalla cima del colle di Giano, si è colpiti dalle curve dolci dei colli. La strada corre in mezzo ai vigneti, ai cascinali che no i grappoli migliori, quelli più esposti al sole, quindi più dolci: Luigi Gregoletto li compra e ne fa il vino. Ottimo anche il bianco delle cantine di Col Sandago a Pieve di Soligo: e solo qui si trova il Wildbachcr. un rosso pesante buono per sostanziosi piatti di carne, il cui vitigno, originario dall'Austria, fu importato proprio dai conti di Collalto. Adamo Canel. un tipo di patriarca, ha ristrutturato una villa veneta e ne ha fatto cantina e ristorante: e alle porle di Col S. Martino. A tagliare salame e iormaggio per accompagnare la degustazione c'è sempre lui. Un altro Canel famoso in questo paese che ospita nel marzo di tutti gli anni la mostra del prosccco (fiumi di vino a volontà e ogni vol- Fidanzato incerto A Breno. in provincia di Brescia, si celebra la festa di San Valentino in un modo curioso. Gli aDitanti del paese si recano in pellegrinaggio verso il santuario situato in cima alla collina, facendo tre passi in avanti e due indietro. Forse la strana processione sta a indicare la titubanza che assale il fidanzato sulla via che conduce al matrimonio. chiedere ai contadini. Le case coloniche di qui sono tutte di un rosso veneziano: molte chiese, come quella di S. Vigilio sopra Col S. Martino, sono di origine longobarda. A S. Pietro di Feletto c'è una pieve costruita nell'anno Mille: una sfilata di gradini, un porticato, poi la facciata con affreschi del '400. a fianco del campanile romanico. A Follina c'è un'abbazia cistercense, un misto di stili: gotico, romanico e barocco. Sul castello di Cison. di Valmarino, imponente sopra il paese, si raccontano appassionanti leggende: e 11 dal '400. prima fortezza poi feudo della Repubblica di Venezia, ma da vent'anni ospita i salesiani. Dentro le mura merlate alla ghibellina vivono in cinque: di¬ spongono di centocinquanta stanze, duecento posti a tavola, dieci sale da cónferenza. collezioni di alabarde; ospitano convegni, congressi e dibattiti. A chi lo chiede danno il permesso di visita. Se quelle del castello sono leggende antiche, è dei giorni nostri quella sul traffico di anime di Nino Bortolo Tornasi: ad Atlanta, sulla cima di una collina, il vecchio maestro della scuola del paese, nostalgico del Duce, compra e vende anime. Per treceniomila lire, cinque anni fa. si portò a casa quella del sindaco democristiano Di Tarzo. Fu uno scandalo, anche perché 11 primo cittadino, con l'incasso dell'anima venduta, fece spianare l'area per la -Festa dell'Unità». Sull'onda del revival, approfittando del discusso centenario, nella casa sulla collina si può visitare un'ara mussoliniana. Il maestro Tornasi, ormai vicino ai settanta, apicoltore appassionato, offre vino e miele a chi si inchina davanti al busto di Benito Mussolini. Non è una scelta, perché l'Ingresso alla cappella, atmosfera felliniana, è un arco troppo basso. Sa di trentennio anche il -Bosco dell'impero», un'oasi naturalista di faggi, abeti e betulle piantati nel '36 a due chilometri dal santuario di Collagù. alle spalle di Pieve di Soligo. E' una zona ricchissima di caprioli. Invece poco distante, tra Farro e Rolle. si trovano i fossili, testimonianze di un remoto passato lagunare. E' già tardi, i lampioni di ferro battuto si accendono, le campagne delle chiese suonano 11 vespro. Lino di Solighelto, sofisticato cuoco delle feste mondane della contessa Marta Marzotto, prepara cene deliziose in un locale che sembra una scenografia. La locanda di Marinelli, sempre a Solighetto, ambiente rustico e tradizionale, gran camino e molta cortesia, è specialista in zuppe di cipolle, formaggi e radicchio ai ferri croccanti. Poi la cucina veneta più originale è quella di Gigetto di Mlane: fa la «sona coada» (zuppa con i piccioni), cacciagione e funghi in tutti i modi. Valdobbiadene. terra del Cartizze, è a mezzora di auto: ma le cucine sono già accese, meglio fermarsi qui. Cinzia Sasso