Cassanelli tra la vita e la morte Stava aia male alla quinta ripresa?

Un filo di speranza per il pugile di 28 anni in «rianimazione» a Palermo Un filo di speranza per il pugile di 28 anni in «rianimazione» a Palermo Cassonetti tra la vita e la morte Stava aia male alla quinta ripresa? 11 peso massimo avrebbe accusato un forte mal di capo già a metà dell'incontro col campione italiano Damele Laghi - «Non è vero», dice il suo «manager» Branchini - In coma da venerdì, ha un lieve miglioramento PALERMO — Nel centro rianimazione dell'ospedale civico a Palermo continua il calvario di Claudio Cassonetti, il ventottenne pugile emiliano in coma dopo le botte ricevute venerdì sera sul ring del cinema-teatro Vespri a Trapani, dove il campione italiano dei pesi massimi Daniele Laghi, die lui aveva sfidato, l'ha sconfitto ai punti. La vita dello sfortunato pugile è appesa a un filo. Nessuno può prevedere se supererà la terribile crisi. Nelle ultime ore s'è intravista gualche speranza: il coma è sceso dal quinto al terzo grado (il massimo è il settimo), .ma per effetto dei farmaci e dell'Impiego delle tecniche-, ha spiegato ttime sono tedes il primario prò;. Primo Vanadio, che con la sua équipe sta facendo di tutto per salvare il pugile. Il cuore batte regolarmente, l'encefalogramma dà segni d\ un'attività cerebrale, siapurmoàesta. Cassonetti continua la sua lotta contro la morte. Alto un metro e 93,102 chilogrammi di peso, giace con l'occhio destro tumefatto e i tubi dell'ossigeno in bocca e nel naso. Ha il respiro affannoso E' una scena che muove alla pietà, pensando alla forza e alla vitalità del gioitane visto in tv da milioni di spettatori l'altra sera nel match per il tricolore. La moglie, Maurizia Terenziani — si conoscono da quasi dieci anni, sono s jsati da cinque, chi occidentali hanno un bimbo di un anno— segue affranta l'evolversi della situazione. Le sta accanto la cognata Franca, sorella del pugile, una bella ragazza con i capelli color rame. Sprofondata in un piccolo divano nell'anticamera del Centro rianimazione, la moglie del pugile confida: «Ho sempre accettato la professione di Claudio, ma non ne sono mal stata contenta». £ aggiunge: «Da quando un anno fa è nato nostro figlio Marcel-' lo, non ho più avuto la forza di seguire di persona gl'incontri di mio marito». Venerdì sera la signora ha visto da 1500 chilometri di distanza, in televisione, l'epilogo della carriera del marito. Saldatore meccanico a Ravarino, tra Modena e Bologna, Cassanelli, pugile professionista da sei anni, ha inutilmente inseguito il successo. La 'borsa* che gli spetta per l'ultimo Incontro: 4 milioni di lire. Per il titolo italiano ha sfidato il vicino di casa (hanno due villette a breve distanza luna dall'altra, a Modena) Daniele Laghi, che ha strappato il tricolore soltanto quattro mesi fa al pugliese Trane. Cassanelli aveva subito sfidato il campione, che conosce da ragazzino. «SI. facciamo rincontro, se proprio lo vuol», aveva replicato Laghi, che adesso, dopo la drammatica conclusione sul ring di Tropo ni, ha detto: «Non mi sarei aspettato una cosa slmile. Per tuj.t'e dodici le riprese nulla mi aveva fatto supporre che Claudio stesse male». Eppure sotto il ring, appena Cassanelli s'è accasciato al tappeto, quando l'arbitro ha pronunciato il verdetto assegnando la vittoria al campione, il medico sportivo federale Mario Mozzone aveva decretato: «E' grave, temo che sia una cosa seria». Gli inviati della Fpi, la Federazione pugilistica italiana, incaricati di una serie di accertamenti preliminari, nel primo pomeriggio di ieri hanno lasciato Palermo. Tra gli altri hanno anclic ascoltato i medici che venerdì sera hanno assistito all'incontro a Trapani. Umberto Branchini, il manager di Cassanelli, Ita smentito categoricamente che il pugile si fosse sentilo male verso la quinta ripresa e avesse accusato un forte mal di capo. «Non è vero — ha afferma to Branchini —, soltanto alla fine Claudio si è lamentato e ci ha detto che aveva un certo dolore alla testa. E' stato quando l'arbitro ha pronun- Palermo. Cassanelli, la moglie Maurizia e la sorella Franca •Purtroppo il pugile non ha subito un edema, che sarebbe stato certamente un fatto grave ma in qualche modo rimovibile con un intervento chirurgico. Noi invece siamo davanti a un grande numero di piccole emorragie che esercitano una pressione diffusa un po' su tutta la massa cerebrale. L'unica possibilità è che si intervenga con una forte lperventilazione e con i farmaci più adatti e meglio sperimentati. La verità è che non ci rimane che attendere». ciato il verdetto e lui ha perso conoscenza ed è crollato a terra sul ring». Nell'astanteria del reparto rianimazione, Branchini, accanto alla moglie e alla sorella del pugile, ha avuto alcuni momenti di commozione. «Ce la farà, ne sono certo — ha mormorato il procuratore —. Claudio ha un fisico sano e in tutta la sua carriera non ha mai preso colpi troppo duri. In più di 40 anni di carriera non mi era mal accaduto». Al giornalisti, nel pomeriggio, il prof. Vanadio Ita detto: Antonio Ravidà