II «Serraglio» ritorna a Torino

II «Serraglio» ritorna a Torino II «Serraglio» ritorna a Torino sa Morel, nella duplice veste di cantante (Costanza) e di regista. Da allora, lentamente ma con una certa continuità, il •Ratto- approda un po' dovunque, ivi compresa la Scaia a ben diciassette anni dopo la «prima- di Firenze. Il tardivo battesimo scaligero, propiziato dall'elegante bacchetta del rumeno Jonel Perlea, coincide con la prima e unica esibizione mozartiana della «grandeCallas e con l'addio alle scene italiane del glorioso Salvatore Boccaloni. Da allora sono trascorsi trentanni, e nel frattempo il Ratto dal serraglio. non più «babau- per alcuno, ha potuto usufruire di una certa circolazione che gli ha consentito non soltanto di giungere nei teatri della provincia emiliano-romagnola e lombarda, ma anche di coinvolgere il Centro di j4wia- sceniche, rispettivamente a Trieste (direttore Votto, con la giovane torinese Lina Aimaro quale Costanza). Roma (direttore Schiller, con l'unica esibizione italiana del famoso tenore danese Roswaenge) e Venezia (direttore Schmidt-lsserstedt, con l'avvenente cantante rumena Maria Cebotari nella parte di Costanza). Ma è soltanto nel dopoguerra che il «Ratto- riprende, e in modo definitivo, il suo caynmlno italiano. Dapprima, 18 ottobre 1947, al Comunale di Bologna, e poi, appena quattro anni più tardi, al nostro Carignano. Della compagnia, diretta dall'olandese Alexander Krannhals, fanno parte tre stranieri. Petre Munteanu, Hans Jonelli e Fritz Ollendorf. e un paio di soprani italiani, Ornella Rovero e. soprattutto, la nostra brava e simpatica concittadina Mari¬ Sembra incredibile ma, a differenza delle assai meno •facili- (e meno popolari) Clemenza di Tito e Flauto magico, composte entrambe nel 1791 e approdate per la prima volta in Italia rispettivamente nel 1809 e 1816, il Ratto dal serraglio, composto nel 1782. impiega inrece qualcosa come un secolo e mezzo per raggiungere un teatro italiano. Ami, per essere precisi, il primo contatto fra quest'opera mozartiana e il nostro pubblico avviene non già sulla scena, bensì tramite le onde della radio con diffusione degli studi torinesi. Data della trasmissione in diretta 2 agosto 1934: direttore il • toscaninianoFerruccio Calusio, ai cui ordini è un quintetto di cantanti, non diciamo i migliori in senso assoluto, ma certo fra i pochissimi — Lina Pagliughi e Nino Ederle in testa — che la scuola italiana poteva mettere al servizio di Mozart con fondate speranze in un loro onorevole comportamento. A sua volta il teatro, nel caso specifico la Pergola di Firenze, raggiunge l'obiettivo il 18 maggio 1935 in coincidenza non soltanto con la seconda delle tre sole esibizioni operistiche di Bruno Walter (tutte mozartiane, a indicare una predilezione assoluta e una specializzazione insuperata), ma addirittura con una specie di prova generale del «Rattoche tre mesi più tardi andrà in scena al Festspielhaus di Salii sburgo in occasione dell'allora già famoso Festival mozar; tiano. Il successo non è tale da [concedere ina libera al «Ratto-. Ci sono, è vero, una seconda edizione radiofonica nel luglio 1940, cui Vanno seguente si aggiungono tre edizioni LE CLASSIFICHE DEI DISCHI, I PERSONAGGI E LE F mentoal Teatro Lirico funzionante presso la Fenice durante gli Anni 60. Naturalmente neppure Torino resta estranea al rilancio del Ratto dal serraglio. Infatti, il 15gennaio 1970, questo titolo ricompare nel cartellone del Regio, al Teatro Nuovo. Della compagnia internazionale fa ancora parte, superstite di ventitré anni prima, Marisa Morel, questa volta soltanto in veste registica, mentre sul podio sale un direttore italiano, Alberto Erede, che nel 1935 si era rivelato al Regio con Wagner. Per la presente edizione — la prima al Regio — la bacchetta passa nelle mani di Bruno Martinotti, forse al suo ultimo appuntamento come direttore stabile dell'Orchestra del Regio, mentre la parte visiva, frutto di accordi con il Gran-Théatre di Ginevra, è FANTASIE DI M Carlo Massarini Mi,icr Faniasv quello che mi aspettavo. Sono andato lo verso il pubblico, convogliando nelle canzoni un mare di cose diverse». Hai avuto difficoltà a trovare la •formula-? «No. L'ho trovata subito, il primo giorno che mi ci sono messo, perché in fondo io ho sempre fatto della musica Carlo Massarini TELEVISIONE affidata a una coppia Inedita per l'Italia: NuHo Corte-Real per le scene e i costumi, e Bernard De Coster per la regia. Fra i cantanti il più noto è senz'altro il braidese Enrico Fissore (Osmino), seguito a ruota dal tenore catalano Dalmacio Gonzales (Belmonte) e dal soprano Margherita Guglielmi, mentre il concittadino Vito Gobbi (attenzione al proto) e William Matteuzzi si spartiscono le recite del personaggio di Pedrillo, Danilo Bruni interpreta il «recitante. Selim. Ma la più attesa al varco è certamente Barbara Carj ter, cui tocca l'onore (e l'onere) | di impersonare Costanza, una ' parte che vanta, nel suo albo 1 d'oro italiano, la Lipp e la Sti\ eh Randall, la Kòth e la Roi thenberger, la Coertse e la Deutekom, la Harwood e la slovacca Edita Gruberova. Giorgio Guaterai B. FANTASY 9) ABC «The Lexicon ol Love» 10) Mlssing Persons «Sprlng SessIonM» Italiani: 1) Vasco Rossi «Vita Spericolata» 2) Flavio Giurato «Il tuffatore» 3) Qlangllberto Monti «Quardleeladrl» 4) Franco Battiato «L'arca di Noè» 5) Mino Bonocore «Nuovo amore» i Franco Battiato è il protagonista assoluto di Mister | Fantasy di questa settimana, I Sabato alle 18,50 presenteremo In esclusiva il suo film i «Verso l'arca di Noè» in uno ; special a cui partecipano an¬ che Giuni Russo, Alice, Giusto Pio, Alberto Radius e Sibilla (ovvero tutti i suol «affiliati»). ebrei, resterà vittima dei nazisti. Lillian (che poi è la Hellman. nota scrittrice e sceneggiatrice) continuerà a vivere e trasferirà i suol ricordi nel romanzo •Pentimento». Vanessa Redgrave per l'Interpretazione di Giulia si guadagnò un Oscar. Jason Robards è molto bravo nel ruolo del giallista Hammet. La privata Canale 5 propone alle 20.25. un temibile concorrente all'audience, con Fellini 8 te. Qualcuno aveva scritto che il genio di Federico aveva profuso in questo lavoro tutte le sue angosce e le aveva esorcizzate in una rappresentazione surreale che evocava II giardino dei supplizi di Bosch.