Boom Boom Mancini vittoria ai punti

Si è disp utato ieri a St-Vincent l'atteso incontro fra il campione del mondo e l'inglese Feeney Si è disp utato ieri a St-Vincent l'atteso incontro fra il campione del mondo e l'inglese Feeney Mancini, vittoria ai punii a resistito meglio del previsto ed ha messo in difficoltà più di una volta il campione, soprattutto nel finale - In precedenza La Rocca aveva ing di Boom Boom, il messicano Hernandez, in un match-burla durato poco più di un minuto e conclusosi con un rapidissimo. k.o. sconfitto ai punti da un avversario di statura decisamente superiore. Nino La Rocca invece è rimasto sul ring poco più di un minuto. Il messicano José Hernandez che, lavorando alla corte di Ray Mancini ovviamente spreca le sue migliori risorse fisiche in palestra subendo le bordate del campione del mondo, è caduto al primo vero pugno dopo aver generosamente tentato di fare la sua parte di sostituto dell'ultima ora. La Rocca ha eseguito per un minuto o poco più la sua solita razione di piroette e di schivate ma non poteva certamente lasciar perdere l'occasione offertagli da un varco nella guardia del messicano, apertasi per un attimo nel tentativo di svincolarsi dalle corde. Nino lo ha sbilanciato con un gancio sinistro al mento e poi di controbalzo fulmineamente col destro, Hernandez è finito rovinosamente lungo e disteso subendo inesorabilmente il conto totale da parte dell'arbitro milanese Colombo. Quando si è rialzato, il messicano avrebbe voluto continuare ma non era proprio il caso. E cosi continua la curiosa storia di Nino La Rocca che quasi certamente arriverà entro pochi mesi a battersi per il titolo mondiale pur essendo ancora agli occhi del critici vantaggio, ma la giornata storta di Wright non ha permesso alla di allontanarsi troppo - Gli uomini di Peterson hanno vinto 71-63 partita per tutto 11 primo tempo. Ha perso il match una prima volta proprio in quei venti minuti e soprattutto nei dieci iniziali, quando D'Antoni e compagni parevano aver litigato a morte col canestro. Le due squadre giocavano lo stesso basket, come è nella loro natura e nella scelta tattica (se non addirittura filosofica, nel caso di Bianchini) dei due allenatori: un basket senza sprechi, con pochi lampi d'estro, al passo, con molto rimescolo, poca velocità. Un pizzico in più di iniziativa e agilità per il Banco, più potenza ed esperienza per il Billy. I milanesi però, a conclusione di tutti 1 loro bravi schemi, non riuscivano assolutamente a cacciare quella maledetta palla in quel maledettissimo canestro. Il Banco cosi andava avanti, quasi incredulo, anche segnando a sua volta col contagocce: 7-14 al 10', sei canestri su azione in tutto per le due capoclasslflca in mezzo tempo, una penai Wright, però, pareva uno del Billy, in fatto di precisione nel tiro. Polesello combinava poco, tanto che Bianchini dopo un po' lo spediva definitivamente in panchina, preferendogli il baffuto cabarettista Delle Vedove. E Kim Hughes era tanto bravo a marcare Oianclll quanto inoffensivo dall'altra parte. Con i soli Gilardi e Solfrlni capaci di segnare, 11 Banco non andava dunque oltre i 9 punti di vantaggio (11-20 al 12') e permettava al Billy di superare l'impasse col solo ausilio della difesa. ttbarski, Schumacher una specie di ufo. Non è certamente colpa del simpatico mulatto se il destino (e l'inaffidabilità dei rappresentanti americani dell'organizzatore Sabbatino lo ha obbligato finora a battersi con avversari inesistenti, ma è chiaro che non si può parlare di La Rocca come di un vero campione solo sulla fiducia o in base a quel poco che si è visto nei 46 match da lui finora disputati. Forse l'unico antagonista valido incontrato da La Rocca è quel Mike Senegal contro il quale il mulatto faticò parecchio un paio d'anni fa a Torino o che da allora ha fatto parecchia carriera arrivando alle soglie del titolo americano. Ma questo ovviamente non basta. La Rocca dovrebbe misurarsi in una virtuale semifinale mondiale con Bobby Joe Young, un americano senz'altro di sicure qualità. Ma arriverà invece al primo esame serio della sua carriera al buio e noi con lui. La- prestazione del discusso Ken Releford ha dato ragione a posteriori alla pridente riluttanza di Agostino ad accettarlo come avversario di La Rocca. Il giovane pugile texano armato di grande coraggio e di una teorica potenza di pugno che non riesce ad esprìmere per difetto di basi tecniche ha fatto una figuraccia contro il ben più lineare Diavllla dello. Zaire. L'ame- Room Boom Mancini, 22 ann rleano, lento, rozzo, cercava di arrivare a inquadrare un bersaglio sfuggente senza mai riuscire che a colpire l'aria. Lo zairese ci ha scherzato, pur subendo qualche colpo randagio tirato alla cieca da Releford. Ma è chiaro che La Rocca ci avrebbe scherzato ancora di piti. Diavilla ad un i, al rientro dopo il tragico k.o. certo punto, avendo chiaramente il match in mano contro un avversario he non riusciva a colpirlo quasi mai, ha rallentato il ritmo, ma nella settima ripresa con un gran destro allo stomaco doppiato al mento ha chiuso le ostilità. Forse ragionando a posteriori in questa parata di pesi wel- I torinesi si sono imregistrano l'importan di ENRICO ISNABDI TORINO — Missione compiuta: la Bertoni basket ha battuto ieri al Palasport torinese l'Honky Fabriano, sia pure col minimo scarto (70-6?), portando a tre la sua «striscia» vincente e riaffermando la legittimità della sua ambizione di stare con le primissime della classe fino al termine del campionato. Tuttavia, nella giornata del rientro di Don Ford (Gianni Asti lo ha saggiamente «usoio» soltanto par-time, ma il biondo americano ha lasciato intravedere chiaramente di essere recuperato quasi del tutto) la Bertoni ha girato nettamente sotto tono. Normalmente, quando la Bertoni è in giornata grigia e non riesce a spianare l'avversario con la velocità ed il con¬ ters di scarso valore l'unico che avrebbe potuto fornire un decente spettacolo contro La Rocca era proprio lo zairese Diavllla, che da tempo risiede in Italia. Questa conclusione dei match preliminari di ieri sera, dà un certo colpo alla polemica tra Sabbatini e il Comitato Attività Professionisti che della Federazione, che in base ai risultati ha avuto ragione ad assumere certi atteggiamenti. Il giudizio di fondo tuttavia, non cambia in quanto il funzionamento dell'organo che dovrebbe presiedere all'attività professionistica è quantomeno rudimentale. Data la rapida conclusione dell'esibizione di La Rocca il match che avrebbe dovuto chiudere la serata dopo l'Incontro di Mancini è stato a sua volta anticipato ed è finito presto pure quello. Il palermitano Loiacono nel corso della terza ripresa è riuscito a mettere al tappeto il napoletano Pastorino, che dopo aver subito un conteggio è stato pescato ancora con un colpo al fegato e ha alzato il braccio in segno di abbandono. La rocambolesca vicenda del match di La Rocca, la cui presenza sul ring di Saint-Vincent è stata incerta fino all'ultimo momento, rischia di provocare una clamorosa rottura tra l'organizzatore Rodolfo Sabbatini e la Federbo- mposti soltanto in extrente recupero di Ford tropiede, due sono le sue armi di riserva: il tiro vincente di Pino Brumatti e l'entrata di Meo Sacchetti. Anzi, in questi casi, è soprattutto il Meo, il giocatore piii polente ed esplosivo della Bertoni nei pressi del canestro, a caricarsi la squadra sulle spalle ed a fare la differenza. Ieri non è stato assolutamente cosi: il panzer di Gianni Asti ha «steccato» del tutto, laiirìma giornata no dell'intera stagione, ed il Pino, un solo canestro in tutto il secondo tempo, ha marcato visita anche lui. Sono stati pertanto Vecchiato e Wansley, i pivot spesso messi sotto accusa quest'anno, a togliere le castagne dal fuoco, sono stati proprio loro a vincere la partita con prestazioni eccellenti sempre ma decisive nelle battute finali: 16 punti, con 7 St ars a Caserta poi la Nazionale Questa settimana riposano le Coppe europee e si raduna invece oggi a Varese la nazionale che Sandro Gamba schiererà sabato e domenica (a Bergamo) in due amichevoli con Cuba: Marzoratl, Riva, Sacchetti, Meneghin, Costa, Brunamonti, Silvcster, Zampolini, Villalta, Vecchiato, Caglierts, Gilardi, Solfrini, Tonut, Magnifico, i convocati. Mercoledì a Caserta si gioca, invece, l'Ali Star Game fra stranieri di Al e di A2. Gli allenatori delle due formazioni saranno Peterson e Skansi per la Al, Tanjevic e Pcntassuglia per la A2. xe. Alla radice di questo dissidio sta l'incomprensione praticamente totale tra lo stesso Sabbatini e il presidente del Comitato attività professionisti Antonio Sciarra e l'assurdo fiscalismo a tratti addirittura bambinesco col quale il Cap regola l'iter burocratico dei nulla osta per i combattimenti. Per ottenere la ratifica del match fra La Rocca e il messicano Hernandez, Sabbatini ha dovuto rilasciare nelle mani de) commissario di riunione Aldo Leoni una dichiarazione di responsabilità personale sulla veridicità del record 1982 dello sparring par-!| tner di Mancini. Se a questo si aggiunge il tono quasi comico del telegramma ufficiale relativo al veto per l'incontro La Rocca-Releford (giunto a Saint-Vincent appena ieri mattina alle 11,30) si può comprendere come a Sabbatini possano essere saltati i nervi. Il dispaccio, formato impersonalmente ..Pugilistica», diceva testualmente: «Non conoscendo nominativi avversari pugile Kemietli Releford et rispettivi esiti incontri non possibile valutare avversario La Rocca e quindi non sussiste condizione per rilascio nulla osta tecnico. Stop. Rammentiamo die per veridicità, eventuale record responsabile est organizzatore. Cordialità». remis per 70-67, ma (in campo per 20') \sul0,7rimbalzi e 4palle recuperate Wansley, 13 punti, 10 rimbalzi, 4 stoppate Vecchiato. Quest'ultimo dopo un primo tempo perfetto in difesa, ma nullo in attacco (un solo tiro sbagliato da fuori!) è stato implacabile nei secondi 20' e specialmente negli ultimi 4', presentandosi puntualmente smarcato per i servizi dei compagni e micidiale nel convertire a canestro (4 su 4 dalla lunetta in questa fase delicatissima) i falli cui costringeva gli avversari. A questa Berloni, un po'grigia, incapace di staccarsi di prepotenza, l'Honky ha tenuto testa molto validamente, sempre mantenendosi a contatto (sei lunghezze sono state il massimo vantaggio dei torinesi) e portandosi ogni tanto (l'ultima volta ai 34') in testa. Agli ospiti, tatticamente molto accorti nel rallentare il gioco, girando la palla sempre oltre i 20", e prontissimi a sfruttare ogni errore dell'avversario, è mancato, con Beai (in giornata negativa) il coraggio di osare qualcosa di più, di imporsi per meriti propri anziché per colpevole concessione della controparte. Con Don Ford in formazione e dall'8' effettivamente in campo sembra, per un attimo, di rivedere la Berloni pimpante d'aiwio di campionato: uno scatto bruciante ed i torinesi conducono già per 6-0. Ma è un fuoco di paglia; pur recuperando molti palloni in difesa, la Berloni è lenta ed improduttiva nelle manovre offensive e l'Honky riesce ben presto ad agganciarla ed a tenersi in scia, con qualdie dispettosa puntata in avanti. Soltanto negli ultimi 2' il contropiede dei locali comincia a «mordere» e Ford a colpire: quanto basta ai torinesi per chiudere il tempo a più 5. Neppure nella ripresa la Berloni riesce a decollare; al 17' è ancora in vantaggio di cinque lungliezze, ma al 19' Croio, Savio e Beai riportano l'Honky ad un solo punto (62-63); poi Vecchiato va a segno dalla lunetta, Sacclietti, finalmente, recupera una palla ^caldissima' e dal contropiede nascono i due punti decisivi, ancora da Vecchiato, implacabile nei tiri liberi. Pagelle e cifre: per la Berloni (30/56 nel tiro): Caglieris 6,5 (4/7), Brumatti 6 (5/11), Sacchetti 5 (3/12), Vecchiato 7,5 (4/7,10 rimbalzi e 4 stoppate), Wansley 7 (7/10 e 7 rimbalzi), Lardo n.g. (1/3), Ford 6 (4/9, 3 rimbalzi, 2 stoppate ed 1 assist); per l'Honky (27/54): Savio 7 (8/12), Lasi 6,5 (2/2), Valenti 6 (3/8), Dal Seno 5 (0/1), Beai 5 (3/7), Serafini 5 (0/2), Crow 7 (7/11), Servadio 6 (3/9). Romano 6 (1/2). Arbitri: Pinto e Bianchi 5.5. !| Per Nino La Rocca polemiche prima e dopo rincontro