Reagan e Weinberger: tutto ci fa pensare che l'Urss prepari un conflitto nucleare di Ennio Caretto
Reagan e Weinberger: tutto ci fa pensare che l'Urss prepari un conflitto nucleare Pressioni del presidente sul Senato perché rarifichi la nomina di Adelman all'Ente per il disarmo Reagan e Weinberger: tutto ci fa pensare che l'Urss prepari un conflitto nucleare DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — In un discorso a cinquecento ausiliari della American Legion, l'associazione dei reduci di guerra, il ministro della Difesa, Caspar Weinberger. ha dichiarato che, per quanto possa sembrare incredibile, i sovietici non escludono una guerra atomica con gli Stati Uniti. «Tutto, i loro scritti, la loro dottrina militare, le loro esercitazioni, i loro esperimenti indicano die stanno considerando la possibilità di un conflitto nucleare vero e proprio-, ha testualmente detto il capo del Pentagono. «Le conseguenze di una guerra del genere sarebbero catastrofiche, assai peggiori di ogni previsione-. Weinberger ha detto che gli Stati Uniti non possono consentire all'Urss di mettersi in condizione di iniziare la guerra contro di loro, senza avere la capacità di reagire. Non possiamo soprattutto permettere all'Urss di pensare di scatenare un conflitto e di vincerlo-, ha sostenuto. Il ministro della Difesa ha ribadito che l'unica speranza di pace, di fronte a un avversario del genere, sta nell'equilibrio atomico tra le superpotenze. Weinberger ha rivendicato al programma di riarmo del presidente Reagan l'obiettivo di colmare il vantaggio accumulato dall'Urss nei confronti degli Stati Uniti. Riferendosi alla proposta del candidato democratico alla Casa Bianca. Mondale, che gli americani negozino la moratoria atomica, il capo del Pentagono ha asserito che sarebbe un tragico errore. « Un congelamento — ha detto — sarebbe estremamente pericoloso perché impedirebbe agli Stati Uniti di raggiungere l'Urss. e incoraggerebbe quest'ultima alla guerra-. Sul preparativi bellici sovietici e sulla necessità di ripristinare l'equilibrio delle forze Usa-Urss, si è soffermato anche il presidente Reagan in un incontro con un gruppo di studenti teletrasmesso In tutta l'America. Reagan non ha nominato i sovietici, ma ha alluso a loro esplicitamente, dichiarando: 'Qualcuno crede che io non miri seriamente alla riduzione degli armamenti; ebbene, da quanto ho capito dai piani che altri nutrono nei nostri confronti, io sarei probabilmente il primo bersaglio in un conflitto nucleare, e state perciò sicuri che voglio il disarmo con tutta la mia volontà-. Ma, ha aggiunto il Presidente, il disarmo con l'Urss è possibile soltanto se negoziato da posizioni di forza. Per esempio, egli ha detto, alle trattative per la riduzione delle armi di teatro in Europa- es'sa non avanzerà proposte concrete finché gli alleati non incominceranno a installare i missili Pershing e Cruise. A sostegno della sua tesi sul riarmo americano, il Presidente ha addotto un esempio che ha molto colpito gli studenti. Egli ha sostenuto che se 11 Giappone avesse avuto la bomba atomica, gli Stati Uniti non avrebbero bombardato Hiroshima e Nagashaki nel 1945. -Non dimentichiamoci che noi siamo stati l'unico Paese che ha usato finora un'arma nucleare — ha detto Reagan —. Perché? Perché eravamo l'unico a possederla. Dobbiamo chiederci: l'avremmo usata se avessimo saputo che i nostri avversari l'avrebbero usata a loro volta contro di noi? Sicuramente, la risposta a questo domanda è no-. In questo quadro, ha fatto capire Reagan affrontando un tema che gli sta molto a cuore, è stato controproducente il rifiuto della Commissione Esteri del Senato di ratificare la nomina di Adelman a direttore dell'Agenzia del Disarmo. «La Commissione ci ha messo in difficoltà nei confronti sia degli alleati sia degli avversari — ha dichiarato 11 Presidente —. Il suo comportamento è stato irresponsabile. C'-è bisognò di Adelman per la riduzione degli armamenti-. Reagan ha fatto capire che si impegnerà fino in fondo per ottenere la ratifica dal Senato nella sua globalità probabilmente tra due settimane. Non è la prima volta che esponenti del governo americano accusano l'Urss di contemplare una guerra atomica con gli Stati Uniti. Le dichiarazioni di Weinberger, e in parte anche di Reagan, sembrano ora dirette a contrastare quanti ritengono che la superpotenza pensi di poterla combattere e vincere. Il capo del Pentagono rovescia l'addebito. Non è il presidente Reagan, egli afferma, che persegue la strategia della tensione, ma il leader del Cremlino, Andropov. Il messaggio non è diretto solo al partito democratico, bensì anche agli alleati europei, che alla fine dell'anno dovranno procedere all'installazione dei Pershing e dei Cruise. Ennio Caretto
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