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Cattivi Pensieri di Luigi Firpo Cattivi Pensieri di Luigi Firpo Il Palazzo di Giustizia di Roma si accampa sulla riva del Tevere con la sua mole greve, d'una statuaria bruttezza. Solo il Vittoriale riuscì poi a superarlo in fatto di biancore abbagliante, inutilità suprema e gusto piccolo borghese. Ultima venne infine la stazione di Milano in stile neobabilonese, megalitica e orripilante. Nel 1889, mentre si scavavano ìe fondamenta di quel palazzo, a otto metri di profondità tornò in luce un modesto sarcofago del secolo II d.C, che accoglieva i resti di una giovinetta romana e il suo esiguo ma raffinato corredo funebre. Il coperchio, cosa rara, ne portava inciso il nome: «Crepereia Tryphaena», mostrando cosi che la fanciulla apparteneva a famiglia greca, forse di liberti, e che i suoi avi si erano guadagnata una discreta posizione economica esercitando l'arte del fabbricare sandali (o di scavar fondamenta?); quanto al nome suo proprio di Trifena, anch'esso deriva da una parola greca che significa «gozzoviglia», ma altresì «lusso», «delicatezza», «eleganza», e in questo senso sicuramente va inteso. Si apprende ora che quel coperchio è andato smarrito, e c'è da chiedersi come possa essere scomparso un lastrone di quella grossezza e di quel peso: magari qualche custode distratto ci sta coltivando dentro il basilico? D'altronde, anche gli altri reperti rischiarono di subire una brutta sorte, perché furono raccolti alla buona, più volte rabberciati con poco giudizio, ed erano finiti, da ultimo, incollati su una lastra di plexiglass, nei depositi dell' Antiquarium comunale di Roma. Oggi, finalmente ricuperati dall'abbandono, restaurati con grande competenza e amore, resi «parlanti» anche per un pubblico di non specialisti, danno vita a una straordinaria mostra itinerante, aperta di recente a Torino in un salone terreno di Palazzo Madama, che tutti dovrebbero visitare. Nulla sembra parlare di morte: anzi, di una vita fresca e ilare, di una frivolezza timida, di . un'adolescenza ancora so-