Gobetti meno sconosciuto nella Francia dell'esilio di Paolo Patrono
Gobetti meno sconosciuto nella Francia dell'esilio Si conclude oggi il convegno alla Maison d'Italie Gobetti meno sconosciuto nella Francia dell'esilio DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Del Convegno franco-italiano su «Gobetti e la Francia» che si conclude oggi alla •Maison d'Italiedella città internazionale universitaria, si può mettere agli atti la necessità, da tutti avvertita, di gettare le basi di una struttura comune per lo studio e la documentazione sull'emigrazione antifascista in Francia, struttura che dovrebbe accompagnare la riscoperta da parte francese della cultura italiana degli Anni Venti e Trenta, finora trascurata. Questa la lezione principale che si può trarre dagli interventi degli studiosi francesi e italiani presenti al dibattito. Pierre Vilar, uno degli storici più quotati di questo periodo, ha dovuto ammettere pubblicamente che ben poco conosceva di Gobetti, al di là di quanto aveva appreso dalla lettura di Gramsci. E ricordando quanto l'opera di Gramsci abbia avuto vita grama in Francia (si è dovuto attendere 11 '58 per veder pubblicata una miniantologia dal pcf, e addirittura gli Anni Settanta perché Gallimard, Seuil e le altre principali case editrici ponessero termine a questo lungo ostracismo) si ha la misura di quanto misconosciuta sia oggi l'opera di Gobetti al di fuori di una ristrettissima cerchia di specialisti. Norberto Bobbio ha messo in luce Ieri come l'attenzione degli intellettuali italiani verso la cultura francese, e l'ispi- razione e l'influenza da questa esercitata siano rimaste a senso unico, non controbilanciata da un'eguale attenzione e conoscenza verso la nostra cultura. A suffragare la sua tesi, lo studioso ha sottolineato che al di fuori del richiami al classicismo e al periodo rinascimentale, si possono contare sulle dita di una mano 1 pensatori e i filosofi italiani che in Francia sono stati effettivamente studiati e apprezzati: Beccaria. Vico, Croce e pochi altri. Soltanto oggi — e ne testimonia l'interesse suscitato dà questo convegno — s'assiste a1 un revival presso gli studiosi francesi degli ispiratori di •energie morali», Gobetti appunto e Croce, al quale verrà dedicata una conferenza il mese prossimo a Parigi nell'ambito di un rinnovato interesse per il fenomeno della nascita del fascismo e delle ideologie totalitarie e le correnti culturali dell'Inizio del secolo. In questo quadro preciso si colloca la riscoperta di Gobetti (che da oltre mezzo secolo riposa al cimitero Pére Laschalse), precursore di una lunga fila di fuoriusciti che in Francia cercarono rifugio durante il fascismo. Al Convegno gli studiosi francesi Milza e Dreyfus hanno evidenziato l'ampiezza di questa migrazione: 200 mila Italiani giunsero in Francia dal '25 al '28. dopo la vittoria di Herriot e l'arrivo al potere di un gover-. no composto dal «cartello» della sinistra, e 50 giornali furono stampati In quegli anni dal fuoriusciti italiani di tutte le tendenze, anarchici e socialisti, comunisti aderenti alla «Lega del diritti dell'uomo», o a «Giustizia e libertà». Paolo Patrono
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