Petrolio: «Pericoloso inganno un calo violento dei prezzi» di Arrigo Levi

Petrolio: «Pericoloso inganno un calo violento dei prezzi» Gli esperti europei dell'Aie temono possibili speculazioni Petrolio: «Pericoloso inganno un calo violento dei prezzi» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PARIGI — / prezzi del petrolio sicuramente caleranno. Ma attenzione: questo potrebbe rivelarsi «un pericoloso inganno», perché l'economia mondiale continuerà a dipendere dal petrolio e rimarrà vulnerabile ed esposta a nuove crisi, qualora vi fossero nuove brusche scosse dei mercati petroliferi. La situazione attuale di eccesso della produzione e dell'offerta rispetto alla domanda mondiale di petrolio durerà soltanto pochi anni. Questo mercato al ribasso lancia segnali erronei e fuorvianti per il futuro: già verso la fine degli Anni Ottanta la domanda, che tornerà a crescere, raggiungerà e supererà l'offerta, rilanciando in alto I prezzi. Ciò accadrà soprattutto se i Paesi industriali si lasceranno Ingannare dai ribassi attuali e si illuderanno che la crisi del petrolio sia superata. Il pericolo è che questo .antichoc- petrolifero induca l'Occidente a rallentare o abbandonare gli sforzi che ha compiuto negli ultimi anni, con successo, per risparmiare energia e per differenziare le fonti energetiche. Se ciò accadesse, i risultati sarebbero disastrosi. Questo è il messaggio — un avvertimento severo — che viene rivolto ai governi, alle forze economiche, ai «mass media* e all'opinione pubblica dall'Agenzia Internazionale dell'Energia, creata nel novembre 1974, dopo il primo choc petrolifero, da 21 Paesi dell'Ocse. L'Aie non è l'-anri-Opec, nel senso che non ha mai cercato di costituire un cartello dei consumatori che si opponesse a quello dei produttori. E' però l'organismo tecnico che ha coordinalo e stimolato con successo gli sforzi del Paesi industriali per ridurre la loro dipendenza dal petrolio importato attraverso il risparmio d'energia e .mediante lo sviluppo di altre fonti energetiche, come il gas naturale, il carbone o il nucleare. 1 molti progressi compiuti hanno fatto diminuire la domanda di petrolio Opec e sono in parte all'origine dell'attuale discesa del prezzi. Ma «1 Paesi dell'Ocse rimangono altamente dipendenti dal petrolio importato», avvertono gli esperti dell'Aie. Abbiamo quindi interesse che vi siano mercati petroliferi stabili, evitando un nuovo •choc», o •<antlchoco, che avrebbe effetti dannosi sui mercati finanziari e sulla congiuntura mondiale. Un calo dei prezzi graduale è una cosa splendida, rappresenterà una boccata d'ossigeno per l'economia mondiale. Ma una brusca caduta dei prezzi danneggerebbe i Paesi consumatori come quelli produttori. Questo .antichoc- verrà evitato? Gli esperti dell'Aie sono prudenti, anche se ci sono segni positivi: per la prima volta i Paesi-guida dellOpec hanno consultato l maggiori produttori esterni (Gran Bretagna, Norvegia e Messico), che sono egualmente Interessati ad evitare una «cut-trn-oat competition», una concorrenza spietata. Anche i governi occidentali non hanno lasciato dubbi sul fatto che preferiscono una riduzione graduale nella stabilità ad una forte caduta dei prezzi nel disordine. Ma è presto per dire se gli sforzi dell'Arabia Saudita per ricostituire il cartello dell'Opec e per regolare i mercati, fissando nuovi livelli e quote di produzione e nuovi prezzi, avranno successo. Anzitutto, il mercato è dominato da una psicologia scettica. Molti operatori sono convinti che gli sforzi in atto per salvare l'Opec falliranno: -Ci sono — dicono all'Aie — molti avvoltoi che aspettano». Per troppo tempo gli Stati membri dell'Opec si sono Infatti Imbrogliati a vicenda, non rispettando i livelli di prezzi e le quote di mercato che avevano Arrigo Levi (Continua a pagina 2 In seconda colonna) Sregindgqmrsc1D1smrcmptqrcsc

Luoghi citati: Arabia Saudita, Gran Bretagna, Messico, Norvegia, Parigi