Kruscev, un fantasma al Cremlino di Frane Barbieri

Kruscev, un fantasma al Cremlino Kruscev, un fantasma al Cremlino (Segue dalla l'pagina) te: è una decisione del Polii-, bjuro. Non osiamo sostenere che questo sia il primo passo, almeno, verso una degna sepoltura di Kruscev dietro il mausoleo di Lenin sulla Piazza Rossa, nel posto che gli spetta fra i massimi capi dcll'Urss (Stalin ha avuto tre sepolture distinte: mausoleo, tomba marmorea e infine tomba con busto; Kruscev potrebbe essere rivalutato al rango di una delle centoventi nicchie nelle mura rosse del Cremlino: è un discorso funebre, ma la storia qui è fatta anche dai funerali). Tanto meno potremmo adombrare l'ipotesi che le righe del Kommunist preannuncio il ritorno al kruscevismo. Anche se nel futuro sarà indotto a ricalcare le sue riforme, Andropov non userà mai il nome di Kruscev. A Mosca verbalmente si ritorna solo a Lenin. Togliendo Kruscev dall'oblio, Andropov per il momento non fa altro che portare un tocco di equanimità nella storia patria. Infatti, nello stesso articolo, oltre a Stalin si cita anche Malenkov. Vengono quindi ri messi tre nomi afflitti da sorti piuttosto alterne nei testi sacri del Crbmlino. Ritornano a fare storia quelli che la storia vera mente l'hanno fatta. Per rilanciare le riforme An dropov non ha alcun bisogno di richiamarsi a Kruscev: nel popolo non ha lasciato alcun ascendente carismatico e gli alti ranghi del partito sono diffidenti verso i bruschi capovolgimenti. Più che un dichiarato ritorno a Kruscev la sospensione della censura sul suo nome rappresenta uno fra i tanti dettagli i quali, messi insieme, compongono, dopo cento giorni dalla sua ascesa al potere, il primo abbozzo di quella che potrà essere la linea Andropov. Un'altra primizia caratterizzante la troviamo pure sui giornali. Da più di un mese in qua tutti i venerdì o i sabati la Pravda pubblica il comunicato sulla riunione del Polithjuro che da anni si sapeva che si svolgeva ogni giovedì. Mai prima era pubblicata una sola notizia su queste eccezioni che nel Paese di continue riunioni sono le uniche a poter decidere qualcosa politicamente. Ora Andropov svela i misteri dell'alto e unico potere, facendo sapere anche di che cosa si occupa e quali siano le sue decisioni. Messi uno accanto all'altro, ed integrati nelle parole d'ordine degli editoriali della Pravda, questi comunicati rivelano lo stile e le intenzioni di Andropov. Il nuovo capo del Cremlino non si presenta come profeta di una nuova epoca. Le dif¬ ficoltà e le disfunzioni, secondo lui, non vanno attribuite al sistema o alla mancanza di decisioni e indirizzi adeguati. Si tratta invece del fatto che i sovietici sono troppo poco impegnati nel far funzionare il sistema e nel realizzare le decisioni come sono stali concepiti. Per comprovarlo Andropov ha invitato Tichonov a tendere conto al Politbjuro su che cosa aveva fatto il governo dei suggerimenti e delle obiezioni — sull'«ulleriorc sviluppo economico e sociale» — portati dai delegati al 26" Congresso del pcus. li quel congresso si è svolto addirittura due anni fa. 11 richiamo andropoviano all'osservanza delle regole del sistema è alquanto autoritario, i richiami alla disciplina perentori, però improntati ad un deciso antiburocratismo. li questo sembra fare effetto fra i sovietici. Anzitutto perché accompagnato da negozi più forniti e meglio funzionanti. Cos'I, dopo un anno di crescita zero, il primo mese di quest'anno segna per la prima volta un aumento superiore ai livelli del piano. Tre decisioni del Politbjuro indicano che si sta preparando una riforma, anche se non sarà definita tale. Sono indirizzi ventilati già in precedenza va riè volte c mai portati avanti oltre le mere congetture. Ora, secondo Andropov, «sembra giunto il momento di metterli in pratica una buona volta»: 1) perfezionare la gestione dell'economia; 2) accelerare il progresso tecnologico; 3) aumentare il ruolo delle repubbliche delle regioni nella gestione dell'economia. In altri termini, decentramento e spazio auto nomo all'iniziativa della base produttiva sempre nel quadro delle strutture esistenti. Per certi versi la burocrazia dovrebbe far largo alla tecnocrazia: «Allargamento dell'union a mia accompagnato duU'aumcn lo della responsabilità è il senso dell'interesse generale», definisce Andropov la sua strategia Il mondo si aspettava di più: sarà però colpa del mondo piuttosto che di Andropov. Anche se si proclamasse dichiaratamente un secondo Kruscev non riformerebbe certamente l'Urss sull'immagine delle società occidentali, come non l'aveva fatto nemmeno il primo riformista. Quando dicevano «riforma» né Kruscev pensava, né tanto meno pensa Andropov ai Sacharov o agi: Scharanski eletti al Soviet Supremo, li discorso si ferma alle fabbriche funzionanti e ai magazzini riforniti, li le ansie del mitico popolo, stremato dal messiancsimo, non vanno purtroppo molto più lontano. Frane Barbieri

Luoghi citati: Mosca, Urss