Brindisi il porto delle speranze di Remo Lugli

ndjslg 11 porto delle speranze Come si muove l'economia del Sud per risollevarsi dalla grave crisi ndjslg 11 porto delle speranze Le grandi attese per l'occupazione sono rivolte allo scalo marittimo, che registra il più alto traffico internazionale di passeggeri in Italia - La volontà di aprire la «via del carbone» in concomitanza con la trasformazione della centrale Enel - Si affronta senza tensione il licenziamento di 1600 dipendenti della Montedison DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE 13RINDISI — Si parla del recente grosso taglio nell'occupazione brindisina — il licenziamento di 1600 dipendenti della Montedison su 4300 — con pacatezza, forse con una rassegnazione addolcita dalla speranza. Non c'è dramma, nè tensione; sono lontani i giorni del dicembre '81 quando, sempre a causa delle sventurate vicende del Petrolchimico, la città sembrava ingovernabile, si succedevano gli scioperi e le occupazioni del porto, dell'aeroporto, della ferrovia. Giamo a un giro di boa. Con la ristrutturazione, gran parlo dello stabilimento passa all'Enl-Enoxi. «Penso che abbiamo raggiunto il livello più basso — dice Angelo Landella.. segretario della Clsl — e che si possa incominciare a risalire la china*. Del 1600. 400 se ne andranno in prepensionamento, gli altri 1200 non perderanno lo stipendio: per tre anni, con denaro della Cee e dell'Inps, frequenteranno, in cassa Integrazione, corsi di qualificazione alla fine dei quali dovrebbero essere immessi In altre aziende. C'è, ad esempio, un progetto per la costruzione a Brindisi di un aereo, 11 «Canguro», dell'Agusta: si parla di una officina dell'Oto Melata, per la revisione del motori militari: poi c'è l'imminente realizzazione della nuova centrale elettrica a carbone dell'Enel, a Cerano, dieci chilometri a sud della citta, della potenza di 2640 MW. per la quale sono stati programmati investimenti per 1800 miliardi. Infine c'è il carbone, o meglio, il porto-carbone. Dice Enrico Capobianco, direttore dell'Associazione industriali: ■ La nostra debolezza strutturale consiste nella mancanza di una cerniera industriale tra le grandi aziende e quelle piccole. Dobbiamo mirare a creare questa fascia intermedia. Si sono già costituiti due consorzi di imprese, il Ciib, nel settore metalmeccanico (30 aziende per mille unità) e il Consedil, nel settore edile, altre trenta aziende. L'unione consentirà a questi gruppi di dotarsi di quadri manageriali capaci di sfruttare le capacità tecnologiche delle varie aziende e di acquisirne di nuove per un lancio operativo al di fuori dei confini locali: Una carta vincente, secondo il direttore dell'Associazione industriali, sarebbe la collaborazione tra Nord e Sud. • Qui si possono trovare denaro, strutture e manodopera, mentre un socio di Milano o di Torino porta la tecnologia e i mercati*. Il porto di Brindisi. E' una delle grandi ricchezze. Brindisi e la Bua provincia hanno bellezze naturali tali da giustificare una vocazione turistica; terreni fertili, clima favorevole mettono l'agricoltura in primo piano (in un anno due milioni e 300 mila ettolitri di vino, due milioni e mezzo di quintali di pomodori, 890 mila quintali di olio). Ma il porto è. fra le molte perle, forse la più preziosa. Costituisce la porta naturale dell'Italia verso il Medio e l'Estremo Oriente. E' a questi moli che attraccava la famósa «Valigia delle Indie». Per secoli i traffici con l'Oriente qui sono stati floridissimi. Poi. dopo la guerra, con 11 sopravvento del trasporto aereo, cessati i grandi collegamenti navali dell'Adriatica e del Lloyd Triestino, il porte ha attraversato un periodo d'ombra. Contro le 309 mila tonnellate di merci e 138 mila passeggeri del 1913, si era passati, nel 1950. a 118 mila tonnellate e 5200 passeggeri. Ma vent'anni fa la Montedison risveglia il traffico delle merci e il turismo da vita a quello dei traghetti (nel '63, 2 milioni e 140 mila tonnellate e 251 mila passeggeri; nell'82, 3 milioni e 200 mila tonnellate e 700 mila passeggeri). D'estate nove traghetti fanno la spola tra l'Italia e la Orecla, d'Inverno cinque. E' il porto italiano con il maggior traffico internazionale di passeggeri Ed è anche un porto che ha grandi spazi, in acqua e a terra; prima due bacini, l'interno e l'esterno, ora, con la costruzione in corso di un ulteriore avanporto, si viene ad avere, tra 1 due estremi, un porto medio. Suddivisione facile, quindi, per le varie attività. Non solo: possibilità di fare, del porto esterno, un grande porto-carbone. "Abbiamo qui un grande potenziale dì benessere — dice il dott. Pasquale Medico, presidente della Camera di Commercio —, non andiamo a questuare l posti di lavoro. Possiamo trovare la soluzione dei nostri problemiin casa*. La centrale elettrica dell'Enel da 1270 MW, ora ad olio combustibile ma in via di trasformazione a carbone, e quella di imminente costruzione da 2640 MW che nasce a carbone, avranno un consumo annuo di 7 milioni di tonnellate di carbone, che arriverà necessariamente via mare, su questi moli che si stanno realizzando. E allora , visto che lo spazio c'è, perché non utilizzare queste attrezzature anche per utenze terze, oltre all'Enel? Di qui l'idea del Consorzio del porto di indire, assieme alla Camera di Commercio, un Convegno su 'Adriatico: la via del carbone*. Rappresentanti di Regioni, Province, Comuni, enti portuali dell'intera costa adriati¬ ca sono stati d'accordo di far diventare Brindisi un terminale intercontinentale per il carbone, da aggiungere al porti di Trieste, Vado, Gioia Tauro b Milazzo, già Indicati dal Pen (Plano energetico nazionale). Il dott. Francesco Arlna, segretario del consorzio, prevede che complessivamente potranno essere sbarcate nell'area carbone dieci-undici milioni di tonnellate all'anno, con 120-150 navi. Anche il sindaco. Bruno Carlucclo, è ottimista: «Se sapremo dare contenuto a unlnieiativa come questa, Brindisi può ritrovare l'antico splendore di quand'era porto italiano verso l'Oriente, diventando porto europeo verso il mondo*. Remo Lugli

Persone citate: Bruno Carlucclo, Enrico Capobianco, Francesco Arlna, Lloyd Triestino