Giovampietro e i suoi ragazzi con Sofocle sfidano e vincono

Giovampietro e i suoi ragazzi con Sofocle sfidano e vincono Al Gobetti il recital di lirici e tragici greci Giovampietro e i suoi ragazzi con Sofocle sfidano e vincono ' TORINO — Ho pensato, l'altra sera, al Gobetti, durante la prima di L'amore alle radici recital di lirici e tragici greci dalla tematica erotica a cura di Maria Porcellana, che bisognerebbe ^appaltare» questo teatrino a Renzo Giovampietro, per un blennio o triennio, e chiedergli in cambio la lettura "drammatizzata» di tutti quel testi della nostra tradizione teatrale che non si mettono in scena mal (perché, a torto o a ragione, giudicati irrappresentabili), tra Quattro e Settecento. Forse non avremmo degli spettacoli veri e propri, ma un bel po' di rigorosi appuntamenti culturali quest'attore-studioso ce li concederebbe. Adesso, oltre a tutto, una sua squadretta se l'è fatta, due giovani attrici e quattro giovani attori, che hanno elegante portamento e dizione accurata: e a forza di stare con lui, si stanno anche irrobustendo nell'arte di recitar versi, che, come sapete, richiede studiomatto e disperato. Il senso ultimo della 'prima» dell'altra sera era poi questo: porre a cimento l'armonia e l'invenzione dei sei interpreti. E il cimento è stato superato con bell'impeto, a tratti con un più di rattenuta commozione: alle prese con i tragici, soprattutto, giacché persino l'incandescente furia dei sensi d'una Saffo dal crin violetto, impetuosamente rivissuta dall'altera e bella Antonella Fabbrani, cede dinnanzi al pathos ultimo, definitivo di un Sofocle e di un Euripide. Del primo riudimmo la scena dell'aonteione tra Elettra ed Oreste, dall'Elettra appunto: e Gisella Bein (die era stata poco prima una tenera Alcestl, al congedo dalla vita) espresse con accorta gradualità il trapasso dell'eroina dalla prostrazione all'ebbra vendetta; mentre Amerigo Fontani, dai tratti aristocratici, quasi alfieriani, era un Oreste dapprima stordito, poi scatenato nell'ira omicida. Del secondo ci fu proposta la furia infanticida di Eracle, dall'omonima tragedia: Stefano Tamburini rievoco con tutta l'affranta veemenza del nunzio l'orrido spettacolo, Rinaldo Clementi fu un Teseo filiale, di toccante devozione, mentre Pino Michienzi ci restituì, e ne trasse begli effetti di trance, lo strazio del furens, un semidio dallo spietato destino. A parte, in tenuta domestica, Giovampietro ha detto, con passione e sconforto, il canto di Sordello: e furono sin troppo chiare a tutti le analogie tra l'Italia dell'invettiva dantesca e questo nostro tormentatissimo »bel paese». g. d. b.

Persone citate: Amerigo Fontani, Giovampietro, Gisella Bein, Gobetti, Maria Porcellana, Pino Michienzi, Renzo Giovampietro, Stefano Tamburini

Luoghi citati: Italia, Torino