Lettere pro-Andropov di pacifisti americani di Fabio Galvano

Lettere prò-Andropov di pacifisti americani Sulla «Pravda» soltanto i testi anti-Reagan Lettere prò-Andropov di pacifisti americani DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — -Caro.Jurij-, si confessano gli americani 'amanti della pace» ; e se non fossero spedite dal Nuovo Messico e dall'Indiana, dal Mississippi e dall'Arizona, come sbandiera la Pravda che le pubblica con buon risalto, le loro lettere parrebbero Identiche agli interventi «spontanei- dei lavoratori sovietici, con i quali il Cremlino è sempre in grado di dimostrare la rispondenza popolare alla sua 'politica di pace». 'Nonostante i massimi tentativi dell'Occidente per erigere una barriera davanti a un'onesta informazione sull'Urss — scrive orgoglioso il giornale del pcus ribaltando le fin troppo facili denunce dei "silenzi" sovietici — la verità raggiunge milioni di persone nel Paesi capitalisti, suscitando una vivace reazione». Quale verità? Quella sempre sostenuta da Mosca, naturalmente. Attraverso la pubblicazione di quelle lettere il Cremlino cerca di dimostrare un'altra volta che -gli americani normali — come scrive la Pravda — sono più ragionevoli e lungimiranti delle alte sfere di Washington». Da Honolulu un americano invoca »amicizia e non confronto con i popoli dell'Unione Sovietica., dichiarandosi •gravemente deluso dalla politica estremista dell'attuale amministrazione» ; da Artigee, nel Nuovo Messico, un altro dichiara che «lo maggioranza non vuole i missili MX (...) ma l'eliminazione di tutte le armi nucleari», tanto più che »ci sono già abbastanza problemi economici interni»; da Kokomo, in Indiana, si avverte che »già esiste un approssimativo equilibrio di forze militari fra Usa e Urss» e che occorrono «scric trattative fra i due Paesi» ; da Hattiesburg. nel Mississippi, e da varie città dell'Illinois e della California (per non parlare della Chiesa presbiteriana di Phoenix, in Arizona) si auspica un -congelamento delle arminucleari*. Leggendo queste lettere, dice la Pravda, «si sente l'eco di milioni di voci scandite alle dimostrazioni pacifiste*; ma si scopre anche, insiste il giornale del pcus. che molti americani ignorano come quelle tesi siano le stesse sostenute dall'Urss, tesi che già avrebbero potuto essere attuate «se non fosse stato per l'atteggiamento ostruzionista di Wa¬ shington*. Alla polemica con Reagan, in quello che appare come un nuovo capitolo della guerra psicologica* fra Casa Bianca e Cremlino (non si ricorda che Mosca avesse mai fatto leva, prima d'ora, su lettere di americani), i sovietici affiancano il mai sopito desiderio di alimentare il pacifismo europeo. Dalle lettere emergono la 'gratitudine* di una madre per le proposte sovietiche di disarmo, un positivo giudizio sul 'Carattere altamente umanitario dell'ideologia marxista*, l'elogio delle «coraopiose proposte di pace* che suscitano «approvazione e ammirazione», la denuncia del «controsenso politico e diplomatico* dell'opzione zero e del programma d'Installazione di Cruise e Pershlng-2 in Europa, la censura alla «spericola' te^za* di un'amministrazione Usa che «perde il sostegno del pubblico». Tutto ciò fa da cornice a quanto Mosca ha sempre detto, anzi lo riflette. Caro segretario generale, scrivono dall'America. E la stampa sovietica, che mai penserebbe di «erigere barriere davanti a un'onesta informazione-, ben disposta a pubblicare. Fabio Galvano

Persone citate: Cruise, Reagan