Gerusalemme e Il Cairo riprendono il negoziato dopo l'estate di Beirut di Giorgio Romano
Gerusalemme e E Cairo riprendono il negoziato dopo l'estate di Beirut La normalizzazione dei rapporti congelata da mesi Gerusalemme e E Cairo riprendono il negoziato dopo l'estate di Beirut NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV—Dopo Itntransigensa, si torna a parlare di negoziati tra Israele ed Egitto. Il rilancio delle trattative avrebbe come primo obiettivo di risolvere la disputa per Tabu, località a Sud di Eilat, dove gli israeliani hanno completato un grande albergo, e che l'Egitto considera invece parte del territorio che doveva essergli restituito con il Sinai. I negoziati dovrebbero cominciare domani o venerdì; già domenica scorsa il ministro degli Esteri egiziano Ramai Hassan Ali aveva avuto al Cairo un colloquio con l'ambasciatore israeliano Sasson nel quale aveva accennato al desiderio di riprendere le trattative non solo su Taba, ma su tutti i problemi pendenti. I negoziati erano stati congelati dopo l'Inizio della guerra del Libano, quando l'ambasciatore a Tel Aviv Moriada venne richiamato al Cairo per consultazioni (da allora non è mai tornato al suo posto). Nel colloquio di domenicali è parlato di tutti gli altri problemi in soppeso. La commissione mista militare si riunirebbe a Ismailia per discutere la questione di Taba, e dieci giorni dopo dobrebbero venir affrontati i problemi della normalizzazione, che negli ultimi mesi ha fatto passi indietro con la sospensione degli accordi turistici, il mancato Invito a Israele alla Fiera del Libro al Cairo e il congelamento di tutte le iniziative culturali ed economiche. La stampa egiziana ha un po'abbassato il tono della sua aspra campagna contro Israele; fino a poco tempo fa il Cairo insisteva che la ripresa delle trattative per la normalizzazione (e il ritorno dell'am- basciatore a Tel Aviv) sarebbe potuta avvenire soltanto dopo il ritiro dell'esercito di Israele dal Libano. Anche Gerusalemme si è fatta più conciliante. Si afferma nelle due capitali che l'ammorbidimento del rapporti è dovuto alla mediazione degli Stati Uniti. Anche i colloqui israelo-libanesl. alla presenza degli americani, sono ripresi ieri mattina a Nathania (il maltempo aveva costretto a rinviare il precedente incontro). Dopo una mezz'ora di seduta plenaria, le delegazioni hanno interrotto i lavori per dividersi in due sottocommissioni: quella militare e quella sui futuri rapporti bilaterali. Nel discorso d'apertura, il delegato libanese Antoine Fattal he detto di essere convinto che i siriani finiranno con l'abbandonare il Libano; llsraellano David Kimche ha risposto che anche Israele è interessato a ritirare le sue truppe, ma occorre che sia concluso un ac¬ cordo in via preliminare. Domani avrà luogo un'altra seduta plenaria a Khaldé. E' interessante notare che il vicecapo dt Stato maggiore dell'esercito di Gerusalemme, generale Moshe Levi, parlando al congresso mondiale degli ex combattenti ebrei nella capitale ha dichiarato ieri che sono giunti a Beirut nuovi guerriglieri dell'Olp «cosa naturale, ora che l'aeroporto internazionale è da tempo riaperto a tutti». Tuttavia, ha continuato «Israele non ha alcuna Intenzione di agire contro di loro.. E' stato annunciato ieri che l'esercito israeliano ha ricevuto in dotazione un nuovo missile teleguidato aria-aria, il Python-3, di fabbricazione locale, con una raggio d'azione di 15 chilometri. Quest'arma, può colpire l'aereo avversario da ogni direzione, ed è stato sperimentato con successo durante la guerra del Libano. Giorgio Romano
Persone citate: Antoine Fattal, David Kimche, Moshe Levi, Ramai Hassan Ali, Sasson
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