L'Europa è preoccupata ora teme «contraccolpi»
L'Europa è preoccupata ora teme «contraccolpi» L'Europa è preoccupata ora teme «contraccolpi» BRUXELLES — La flessione generalizzata dei prezzi del petrolio annunciata dal Paesi esportatori non deve indurre a un rallentamento degli sforzi per risparmiare energia e per ricorrere a fonti alternative. E' l'opinione di i esperti della commissione Cee, che seguono con attenzione l'evoluzione del mercato. GII effetti positivi del ribassi per i consumatori Cee, viene rilevato, non possono che essere marginali, almeno a breve scadenza. Sembrano invece molto più immediati e sensibili gli effetti sulla domanda di beni industriali e di consumo forniti dalla Cee a gran parte dei Paesi esportatori di petrolio. «Si continua sempre a consumare più energia di quanta non se ne trovi, il che è pericoloso», ha ammonito ieri Etienne Davignon, vicepresidente dell'esecutivo Cee responsabile della politica energetica, in un'intervista alla radio belga. Resta però il fatto, ha anche detto, che gli attuali ribassi del petrolio sono «interessanti», Più preoccupati i commenti tedeschi. Secondo il presidente della Veba, la società petrolifera tedesca, «è scoppiata ufficialmente la guerra dei prezzi». In una dichiarazione alla radio, il petroliere, Rudolf Von Bennigsen-Foerder, ha detto che il crollo del sistema prezzi congegnato dall'Opec «è un esemplo da manuale di come un cartello si spacca quando ha strozzato i propri clienti». Preoccupato il presidente della Shell tedesca, Hans-Georg Pohl, secondo il quale un crollo dell'Opec porrebbe dei gravi problemi, in quanto i mercati petroliferi hanno bisogno della stabilità garantita dall'Opec e un crollo totale dell'organizzazione dei 13 aprirebbe una fase «selvaggia» di ampie fluttuazioni di prezzi che nessuno si augura.
Persone citate: Etienne Davignon, Hans-georg Pohl
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