Settecento profughi di Istria e Dalmazia tornano in possesso dei beni immobiliari di Tito Sansa

Settecento profughi di Istria e Dalmazia tornano in possesso dei beni immobiliari E' il risultato più vistoso della visita del ministro degli Esteri jugoslavo a Roma Settecento profughi di Istria e Dalmazia tornano in possesso dei beni immobiliari ROMA — Quasi settecento famiglie italiane (per la precisione 679) riacquisteranno quanto prima le proprietà perdute dopo la guerra, quando abbandonarono l'Istria. Il ritorno di questi nuclei di profughi ai loro beni immobiliari, inimmaginabile fino a pochi anni fa, è l'elemento più significativo dei protocolli firmati l'altro ieri a Roma dai ministri degli Esteri italiano e jugoslavo. Colombo e Mojsov. E da una parte mette in luce un aspetto, ignoto ai più, delle relazioni veramente ottime tra i due Paesi confinanti; dall'altra premia coloro che per anni hanno avuto fiducia nella «normalizzazione». Questi fiduciosi, che rientreranno in possesso dei propri beni non appena i protocolli verranno ratificati (ci vorrà un anno o due), sono una sparuta minoranza. Subito dopo la guerra, quando circa 150 mila istriani, fiumani e dalmati vennero profughi in Italia, quasi tutti, sfiduciati e pavidi, preferirono chiedere un indennizzo per le proprietà, considerate perdute per sempre. A oltre 30 anni di distanza, circa 45 mila profughi hanno ancora le loro pratiche in .lavorazione» al ministero del Tesoro. E alla Camera sono giacenti cinque o sei proposte di legge che interessano la rivalutazione dei loro titoli di indennizzo. Interessante e inatteso è il fatto che rientreranno in pos¬ sesso dei loro beni non soltanto gli abitanti dell'Istria e dell'ex provincia di Fiume, ma anche di Zara in Dalmazia, e perfino dell'isola di Lagosta. nell'estremo Sud dalmato (oggi Lastovo), e di Fasana, il porticciolo dirimpetto all'isola di Brloni che fino a qualche anno fa era off limits per gli stranieri. La lista delle localiI tà in cui i profughi potranno | ritornare come proprietari a pieno titolo nella Jugoslavia socialista è lunga; comprende le città di Pola e di Fiume, e decine di località note, Abbazia, Laurana, Albona. Dlgnano, Pisino, Rovigno, Parenzo (per non citarne che alcune), e le isole di Lussino e di Cherso. Quattro anni sono durate le trattative — durissime — alternativamente a Roma e a Belgrado. Gli esclusi, che sono assai numerosi nell'ex «zona B», intorno a Pirano e a Umago, naturalmente protesteranno. Si tratta in gran parte di proprk .ari in zone costiere che le autorità jugoslave hanno voluto destinare allo sviluppo turistico. Chi ha seguito i negoziati, però, sa che la delegazione italiana, riluttante a fare scelte di nomi, ha fatto il possibile per accontentare tutti, cedendo alle argomentazioni della controparte, in questo momento particolarmente conciliante perché si dibatte in difficoltà economiche e ha bisogno di crediti. L'importante per queste 700 persone è che, a quasi 40 anni dalla fine della guerra, è stata latta chiarezza ed è stata assicurata a livello internazionale la certezza dei loro diritti. Altrettanto si può dire per un'altra categoria ignorata dalle cronache, quella dei cosiddetti .bipossidenti», circa 3 mila cittadini italiani residenti in Italia la cui proprietà in territorio jugoslavo è stata riconosciuta (sia pure indiret¬ tamente) con gli accordi di Udine del maggio scorso. Questi tremila connazionali potranno continuare a coltivare i loro terreni oltre confine. Tutte le proprietà, è stato specificato nei protocolli firmati dai ministri degli Esteri, sottostaranno all'ordinamento giuridico jugoslavo. Ciò significa che potranno venire nazionalizzate (ma soltanto per il bene della comunità); potranno venire trasmesse per successione agli eredi, ma non cedute ad altri cittadini italiani. Il rischio di eventuali speculazioni e stato evitato. Da parte jugoslava si mette comunque in evidenza che i beneficiari degli accordi non furono mai espropriati; per tutti questi anni furono sempre «proprietari senza sa- Perl°- Tito Sansa

Persone citate: Abbazia, Fasana, Laurana, Perl