Un Giro «morbido» fatto per Saronni

Un Giro «morbido» fatto per Saronni Un Giro «morbido» fatto per Saronni Confermati partenza da Brescia e arrivo a Udine - Salerno- il traguardo più meridionale, il Pordoi (nel tappone dolomitico con Campolongo, Sella a Gardena) la cima più alta - Gli abbuoni d'arrivo fanno del campione del mondo il favorito naturale ., DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MILANO — Un Giro d'Italia tutto affidato ai corridori, senza valori assoluti di percorso, di fantasia, di invenzione, è stato presentato ieri a Milano, via tivù, da Vincenzo Torrlani. forse all'ultimo anno di fatiche. La corsa rosa è a priori blanda, morbida, dolce, quasi dolciastra. Il suo iter è quello da noi abbondantemente anticipato sul giornale di venerdì: cronoprologo di 8 km a Brescia, cronosquadra (72 km) verso Mantova, con una formula di abbuoni e rilevamenti cronometrici ancora da decidere bene, poi l'Adriatico a Fano, l'entroterra a Todi, di nuovo l'Adriatico a Vasto, la traversata dell'Italia appen nlnlca attraverso Campltello Matese e Salerno, estrema Thule del Sud. Risalita per Terraclna, Monte fiasco ne « tagliando fuori Roma che l'anno scorso ci ha sopportati mallno* (cosi Torrlani), Bibbiena, Pietrasanta, riposo In Versilia. Appennini blandi verso Reggio Emilia, cronotappa su Parma, Appennini blandi per andare a Savona, quindi per 11 Piemonte (Orta), poi Milano e Bergamo. Le salite, enfin: li Colle San Fermo traguardo di giornata, 11 Sant'Eusebio andando verso Vicenza, Selva di Valgardena (arrivo In vetta) e 11 tappone verso Arabba, con due volte il Campolongo e poi anche Sella, Gardena e Pordoi: questo colle, 2239 di quota, è ■Cima Coppi», cioè tetto della corsa. Per finire a Gorizia e a Udine, con la cronotappa (38 km) di chiusura. Giro facile da esporre, forse anche da pedalare: abbuoni d'arrivo di 30". 20", 10", 5" 3918 chilometri complessivi, media 170 per tappa; dlsllvel lo complessivo ancora non be ne quantificato e probabil¬ mente basso: 18 squadre, si pensa di nove corridori runa, come stranieri 1 francesi di Bernardeau, 1 soliti spagnoletti. 1 soliti belgi di seconda mano; 11 profondo Sud, vlsltatlsslmo lo scorso anno, pare tagliato fuori; un solo tappone e neanche troppo «one» (l'anno scorso c'era la Cuneo- Plnerolo); né sconfinamenti né trovatine sfiziose né criminalità di proposte fachlresche; poco cronometro Individuale (46 chilometri). Richiesto di commentare questo Giro, l'ottantaduenne Alfredo Binda ha preferito raccontare se stesso, e anche con mezzo secolo di Intercapedine, 11 passato appariva più epico del presente e del futuro. Poi magari sarà gara bellissima, accesissima. Periodicamente si scopre che sono 1 pedalatori a fare belle le gare, non 1 percorsi. Certo che questo è da sonno più che da sogno. Poco Sud significa anche meno bagni di folla, meno pigmento per scrivere. I corridori italiani che devono vincere 11 Giro, profittando anche dell'assenza di Hinault che si dedicherà a Spagna e Francia, Ieri a Milano c'erano tutti: Saronni. Moser, Contini, Baronchelll, Battaglin. Il più sincero è stato Contini, che ha detto: -Con abbuoni e tappe brevi il Giro è troppo per Saronni. Gian Paolo Ormezzano COLLE S.FERMO SARNICO SELVA DI VAL GARDENA ARABBA Il tracciato del Giro 1983. Il primo dei 24 «gran premi della montagna» è nella 4' tappa ai m 580 della Scheggia. Gli arrivi in salita sono tre: nella 6' tappa (Campitcllo, m 1429), nella 17' (S. Férmo, m 1067) e nella 19" (Selva Gardena, m 1556). La «lappona» di montagna è la ventesima