Per un finale di mistero la parola agli spettatori

Per un finale di mistero la parola agli spettatori Parte il concorso per lo sceneggiato «Tre anni» Per un finale di mistero la parola agli spettatori Di fronte all'offensiva dei serials americani e delle telenovelas sudamericane sembrano riprendere quota con vecchia dignità gli sceneggiati, solitamente di nobile matrice letteraria, che sono un prodotto tipico europeo. Tre sere, altrettanti esempi di diversa nazionalità. Ieri c'è stato il debutto sulla rete 3 di • Quella lunga estate in Bretagna», sceneggiato tratto da un romanzo di Michel Mohrt; in pratica è un film in tre parti realizzato dalla tv francese, con regia di Toublanc-Michel e con un gruppetto di buoni attori fra cui Catriona Maccol. Un padre e un figlio adolescente vanno in vacanza in Bretagna, ed entrambi si innamorano: slamo alla fine degli Anni 30, la nera nuvola della guerra si sta addensando sull'Europa, e tutto sarà portato via dalla bufera. Qui c'è il modello cinematografico che si impone, e ti regista approfitta dello spazio di tre ore per approfondire le psicologie e rendere un ambiente di aspra bellezza naturale, la costa bretone, offuscata da un'angoscia incombente. Stasera si conclude .Tre anni», che Gianfranco Calllgartcft ha ricavato alla lontana dal racconto di Cechov. Quattro puntate o meglio quattro atti, tanto l'impianto è teatrale, e con interpreti teatrali. Non è che manchino gli esterni di Trieste e di Grado, ben fotografati, fra l'altro; però sembra sempre di trovarsi al cospetto di una rappresentazione da palcoscenico con scontri frementi di sicuro ef¬ fetto: il patriottismo si mischia alla passione amorosa, la generosità alla viscida viltà, e su tutto, anche qut, si allunga lo spettro della guerra vicina. Come già in .Storia di Anna», ritratto senea mezzi termini di una drogata, il regista Salvatore Nocita punta sul quadro a forti tinte per catturare il pubblico. E senza dubbio ci riesce. La scorsa settimana ho parlato, al di là delle ambizioni forse eccessive che caricano l'intrigo, di feuilleton congegnato con abilità. Difatti. Volutamente ad ogni puntata il finale è stato lasciato in sospeso, e il massimo dell'incertezza grava sulla puntata di stasera. Cosa succederà ai protagonisti, i coniugi Fiorenza Marchegiani e Giulio Brogl separati da incomprensioni, dispersi dalla guerra, ma non più del tutto estranei? La Rai lancia un curioso concorso fra gli spettatori per stabilire un ragionevole to non ragionevole) seguito. Più feuilleton di cosi. Domani sera, sesta puntata dell'inglese .Ritorno a Brideshead», dal noto romanzo di Evelyn Waugh. Ecco un terzo tipo di operazione: lo sceneggiato (girato anche questo come film perché ormai è impensabile, salvo casi eccezionali, la costrizione nel ristretto ambito dello studio) è disteso nell'arco imponente di undici puntate. L'accurato copione elaborato dallo scrittore e commediografo John Mortimer e la scrupolosa, non certamente geniale ma diligentissima regia del duo Lindsay-Hogg e Sturridge hanno un chiaro e preciso scopo, quello di tradurre in immagini il più fedelmente possibile le complesse e tormentate pagine di Waugh. Che lo scopo venga raggiunto in pieno e sempre, penso che nessuno se la sentirebbe di affermarlo. Tuttavia il risultato è di una grande finezza e di un decoro assoluto, con personaggi scavati in profondità da attori impeccabilmente britannici. Ugo Bqzzolan FILM OGGI E DOMANI

Luoghi citati: Europa, Grado, Trieste