Scoperte 2 «buche morte» dove Negrino lasciava i microfilm alle spie sovietiche di Ruggero Conteduca

Scoperte 2 «buche morte» dove Negrino lasciava 8 microfilm alle spie sovietiche Le indagini dopo l'arresto dell'industriale genovese e del funzionario russo Scoperte 2 «buche morte» dove Negrino lasciava 8 microfilm alle spie sovietiche Il dirigente dell'azienda di Recco contìnua a collaborare con il giudice Sica che ieri sera lo ha nuovamente interrogato - Secondo «France-Soir» alla vicenda sarebbe legata la morte di un agente dei servizi segreti francesi ROMA — C'è anche un morto nella «spy-story« che ha portato all'arresto, lunedi, dell'ingegnere genovese Azelio Negrino e del vicedirettore commerciale dell'-AerofloL. 11 sovietico Victor Pronine? Martedì scorso, a poche ore dalla cattura dei due. in una zona montagnosa dell'entroterra nizzardo, è stato trovato ucciso con un colpo di pistola alla testa un tenente colonnello del Dose (ex Sdece, il famoso servizio di controspio-i nagglo francese). Bernard Nut. questo il suo nome, era stato trasferito da Parigi due anni fa con il compito di .individuare sul territorio italiano — come scrive il quotidiano parigino "France-Soir" — gli agenti stranieri suscettibili di operare o di organizzare operazioni in Francia-. Secondo altre fonti. Nut aveva compiti più limitati: doveva occuparsi della sorveglianza del sottomarini nucleari di stanza a Tolone e dei missili terra-aria installati sul .Plateau d'Albion-. In un primo momento, polizia e servizi segreti avevano pensato al suicidio, ma successivamente una serie di inspiegabili circostanze ha fatto dubitare di questa ricostruzione. Ufficialmente, comunque, nessuno ha modificato la prima tesi: secondo la stampa parigina, però, vi sarebbe più di un elemento capace di accostare la morte dell'agente francese alla vicenda spionistica appena scoperta a Roma. Operando nella zona fra Tolone e Nizza, quasi ai confini dell'Italia, presumibilmente Nut doveva essere entrato In contatto con i servizi segreti Italiani. Soprattutto, con quegli uomini che lavoravano in Liguria, dove ha sede la .Microlito-, la società di microfllmatura di cui Negrino era procuratore legale oltre che azionista. Anche la data della morie dell'agente francese, sembra autorizzare qualche collegamento con la clamorosa operazione conclusa in Italia poco prima. C'è da dire infine che, sempre secondo il quotidiano francese, Bernard Nut .conosceva senz'altro Victor Pronine-, anche se non l'aveva mai Incontrato: il senso di questa affermazione però rimane tutto da scoprire. Come tutto da dimostrare rimane il diretto accostamento che il quotidiano francese fa tra la misteriosa morte dell'agente e l'arresto a Roma del russo e dell'italiano che gli vendeva le Informazioni. Se le Indagini dovessero però confermare questi legami, il caso Pronine risulterebbe molto più grave e delicato: se davvero gli agenti sovietici sono arrivati fino ad uccidere un agente rivale, sospettato di aver avuto un ruolo Importante nell'arresto del colonnello del Gru, vuol dire che Pronine è una pedina grossa nello spionaggio militare A Roma, Intanto, l'inchiesta affidata al giudice Domenico Sica pare essersi conclusa con l'ultimo interrogatorio. avvenuto ieri sera, dell'ingegnere genovese. Azelio Negrino ha dovuto puntualizzare alcuni dettagli della sua precedente confessione, e 11 giudice sembra non avere più dubbi sull' origine e la cadenza del suol contatti con 1 sovietici, da un anno a questa parte. Ieri, su indicazione dell'industriale genovese, gli inquirenti hanno individuato due .cassette morte., come In gergo vengono Indicati 1 posti dove le spie depositano comunicazioni e materiali per 1 loro contatti. Più difficile resta definire la posizione processuale di Victor Pronine: Negrino non lo conosceva, addosso al russo non è stato trovato nulla di compromettente. Contro di lui — come si era detto fin dal primi momenti — c'è solo 11 fatto che si è recato nel luogo che Negrino stesso aveva Indicato come quello della .consegna, del microfilm. In carcere, il russo ha continuato a chiudersi In uno sdegnoso silenzio, definendo tutta questa operazione come una •provocazione». Questo non ha impedito al giudice Sica di emettere contro di lui un ordine di cattura per l'accusa di spionaggio politico-militare. Secondo le nostre leggi, quando questa accusa viene contestata in flagranza di reato. Il processo può svolgersi con rito direttissimo, entro quaranta giorni dall'arresto. Se questo si verificasse anche per Pronine. sarebbe 11 primo caso in cui una presunta spia russa apparirebbe In un giudizio pubblico In Italia. A contrastare questa possibilità, oltre alla dubbia posizione di Pronine. c'è però il •segreto di Stato, che è stato Imposto su quasi tutti i documenti che Negrino si apprestava a consegnare. Il difensore di quest'ultimo, l'avvocato Rinaldo Taddei, ha annunciato Ieri che farà istanza alla Presidenza del Consiglio per conoscere 11 contenuto di quel microfilm. A suo giudizio, prima di questi chiarimenti 11 processo non potrebbe aver luogo. Ruggero Conteduca