Agnelli chiede uno nuova Bretton Woods

Agnelli chiede uno nuova BrettonWoods CONVEGNO A 1ESMO PEL CREPITO ITALIANO SUI RAPPORTI ECONOMICI TRA EUROPA E STATI UNITI Agnelli chiede uno nuova BrettonWoods La nuova conferenza per il presidente della Fiat «dovrebbe portare ad una sorta di patto fra gentiluomini che consenta un maggior coordinamento a priori fra politiche economiche dei Paesi occidentali» - Gli interventi di Pandolfi e di Carli NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE LESMO (Milano) — Una «nuova Bretton Woods• (la conferenza che, nel 1944, diede l'avvio alla riforma del Sistema monetario Internazionale) è stata siesta ieri da Giovanni Agnelli: la nuova conferenza — secondo la proposta del presidente della Fiat — dovrebbe portare *ad una sorta di patto fra gentiluomini che consenta un maggiore coordinamento a priori fra politiche economiche del Paesi occidentali. Non si tratta di accordarsi solo sui tassi di cambio ma anche sulle politiche monetarie e fiscali tra loro compatlbilU, con un numero di Paesi che, per di più, rispetto a quarantanni fa, è enormemente cresciuto. La richiesta di Agnelli ha rappresentato un po' la slnte si degli Interventi che hanno costellato il convegno sui rapporti economici tra Europa e Stati Uniti, organizzato a Lesino, vicino a Monza, dal Credito Italiano, dal Centro di informazioni e di studi sulla Comunità europea (Clsmec) dall'Istituto internazionale per il management e lo svt luppo(Imdl). Tutti gli esponenti italiani intervenuti al convegno (tra gli altri, 11 ministro dell'Indù stria Pandolfi, Giorgio La Malfa, Ouido Carli, Giovanni Malagodi, l'ambasciatore Egidio Ortona ed 11 presidente del Credito Italiano Alberto Boyer). si sono detti d'accordo sulla necessità di superare le' Incomprensioni ed i dissidi che caratterizzano oggi 1 rapporti economici tra le due sponde dell'Atlantico. . Agnelli ha rilevato che le economie europee ed americana sono integrate oggi più profondamente che in passato e che il commercio internazionale è più importante per l'economia americana di quanto molti americani non pensino. Nessuno — secondo Agnelli — mette in dubbio la oggettiva preminenza della economia americana, quello che sembra dubbio è che la ripresa possa essere ancora guidata secondo la teoria del la locomotiva. «Oggi — ha detto 11 presidente della Fiat — nessuna economia, perquanto robusta, è in condizioni da sola di fare ripartire la ripresa e di trascinarsi dietro le altre economie, spesso recalcitranti e sospettose». •In una situazione di mutua diffidenza, il problema diventa garantire a priori i singoli comportamenti nazionali*, ha proseguito Agnelli, 11 quale ha Individuato nella 'negoziazione basata sul comune interesse* il modo per conseguire un coordinamento vantaggioso per tutti: «Un negoziato da cui risulti chiaro che il rispetto delle regole significa guadagno per tutti*. Di qui la proposta avanzata dal presi¬ dente della Fiat: -Una conferenza Internazionale, che affronti il problema del negoziato, è un appuntamento Inevitabile*. Agnelli ha osservato che tale proposta potrebbe sembrare non realistica, ma ha aggiunto: «Se la situazione in cui viviamo è il frutto della Realpolitik, allora forse può essere legittimo il dubbio che l'eccesso di realismo non sia il massimo della saggezza nell'economia politica internazionale. Questa sembra una di quelle stagioni nelle quali non è saggio mettere troppi limiti al possibile*. A questo propo sito, Agnelli ha concluso ponendo un interrogativo: «Atei 194S, quanti avrebbero giudicato il Plano Marshall soltanto un'impossibile forzatura del reale?*. La richiesta di Agnelli ha trovato una prima, Immedia ta risposta nell'annuncio dato dal presidente dell'Ima!, Gene Bradley, della costituzione di un comitato consultivo per manente sui problemi economici tra Italia e Stati Uniti Nonostante la esigenza — riconosciuta da molti relatori — di non addossare tutti i problemi economici europei alla politica dell'amministrazione Reagan, anche 1 rappreseti tanti americani (l'ex segreta rio al Tesoro Fowler, il sottosegretario al Commercio De derick, 11 vicepresidente della Federai Reserve, Martin l'ambasciatore degli Stati Uniti all'Ocse, Katz, ed il presidente della Chase Econometrica, Chimerine) hanno espresso la consapevolezza della necessità di un'Inversione di tendenza nel rapporti tra Stati Uniti ed Europa, come quella che potrebbe appunto nascere da una nuova Bretton Woods». Un primo passo in questa direzione — secondo l'ex ministro del Bilancio La Malfa — dovrebbe già venire dal prossimo vertice del sette maggiori Paesi Industrializzati che si terrà a Wllllamsburg, negli Stati Uniti, a fine maggio. Anche per l'ex governatore della Banca d'Italia, Guido Carli, *è necessaria una soluzione intermedia tra un sistema di cambi fissi ed uno di cambi flessibili per dare maggiore stabilità al quadro economico internazionale*. Dello stesso parere si sono dichiarati 11 liberale Malagodi e l'ambasciatore Ortona. Per 11 ministro dell'Industria, Pandolfi, Infine, la •querelle» tra Stati Uniti ed Europa deve cessare attraverso «una maggiore iniziativa multilaterale da parte americana ed una maggiore presa di coscienza da parte europea della necessità che ciascuno deve fare la sua parte*. Secondo Pandolfi, insomma, «dal prossimo vertice del Paesi occidentali deve uscire una posizione chiara su questi temi che non ripeta le stravaganze di alcuni dei vertici passati*. r. e. 8. 11 id dll Fi Gi 11 presidente della Fiat, Giovanni Agnelli