I calzini del potere
I calzini del potere I calzini del potere VITTORIO ZUCCONI Dall'alto di non si sa bene quale Pre- : mio Pulitzcr per il giornalismo, la Pravda ha sollecitato il resto della stampa sovietica a essere più «critica», più «investigatrice», ma soprattutto «meno noiosa». Negli stessi giorni, l'altra grande potenza comunista ha completato un'inaudita «ricerca d'opinione», la prima nella storia della rivoluzione cinese, diretta a conoscere il grado di «credibilità» della stampa di regime presso l'opinione pubblica nazionale. Scontato a priori l'esito ufficiale del sondaggio cinese, che è stato fatto apparire come un trionfo per la credibilità del Quotidiano del Popolo e dei suoi fratelli minori, non impressiona molto neppure l'invito della Pravda, lanciato ovviamente per accreditare dentro e fuori l'Urss l'immagine di Andropov «illuminato» e «riformista». Teso ad ammodernare tutto fuorché naturalmente la causa politica dell'arretratezza. Il fatto che colpisce è un altro: sta nell'evidente inquietudine dei due regimi per la tenuta della propria immagine interna. Noioso e poco credibile, il giornalismo dei due imperi sembra quelle donne che i mariti costringono a vivere da serve, per poi rimproverare loro di non essere brillanti e attraenti come le signore vissute che incontrano fuori di casa. Mentre la Pravda, la Tass, il Quotidiano del Popolo, la Nuova Gna stanno tutto il giorno in cucina a stirare i calzini al Breznev, al Kruscev, all'Andropov, al Mao, al Deng di turno (e guai se non lo fanno), i mariti concupiscono le gran dame del giornali smo vero, Madame Le Monde, Miss Bbc e Mrs. New York Times, invidiandone la disinvoltura, la spregiudicatezza e il grande prestigio coi lettori. E' noto a tutti che, a Mpsca come a Pechino, i dirigenti politici leggono in privato proprio quella ((stampa borglxsc» che in pubblico disprezzano. E su di essa, non certo nella cucina di Cenerentola Pravda, cercano di sapere come va il mondo. Si rassicuri il lettore: non voglio trarre da questo lo spunto per un brivido d'autocompiacimento del giornalista libero davanti al collega in catene. Ma ai colleghi della Pravda e del Renmin Bao (il Quotidiano del Popolo) devono andare la nostra simpatia e la nostra solidarietà per il destino davvero cinico e baro che contro di loro si accanisce. Costringendoli prima rovinarsi le mani nel quotidiano «bucato» propagandistico dei panni sudici dei loro regimi, e poi a sentirsi dire che se non divengono più seducenti saranno ripudiati. . Ammonivano i padri fondatori della democrazia americana che «chi baratta un poco di libertà per un poco di sicurezza» inevitabilmente finisce per «perdere sìa l'una che l'altra». Le prediche della Pravda c gli inquieti sondaggi del pc cinese dimostrano che barattare «molta libertà in cambio di molta propaganda» finisce per privare i regimi autoritari non solo della liberti, ma anche di un efficace strumento propagan distico. E nessun artificio cosmetico in nessun Paese potrà ridare candore alle mani sporche di chi deve lavate con le parole i misfatti del potere, ogni giorno.
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