Legislature bruciate

Legislature bruciate Legislature bruciate Ha scritto Norberto Bobbio che l'ostacolo principale a una buona legislazione e all'adozione di programmi politici adeguati è la minaccia perenne di elezioni politiche anticipate. Da ciò la conseguenza che sarebbe bene rendere impossibile Io scioglimento anticipato delle Camere e vincolare le legislature a una durata prefissata. Il rilievo che la minaccia delle elezioni ostacola un'azione di governo e un'attività parlamentare di sufficiente respiro è esatto. Ma non è detto che Pinscioglibilità del Parlamento sia ririmedio adeguato. Se l'instabilità politica proviene, come è stato nel corso di questa legislatura fra de e psi, da un rapporto fortemente conflittuale fra i partiti che compongono la stessa maggioranza e nello stesso tempo da una sostanziale ingovernabilità dei rapporti fra l'esecutivo e il Parlamento, il divieto di sciogliere le Camere non è necessariamente un rimedio. L'esperienza dei Consigli regionali, che non possono verire sciolti in anticipo, è che le crisi, in molti casi, si trascinano irrisolte per anni, con danni consistenti alla funzionalità delle Amministrazioni. Un obbligo di coabitazione forzata non è condizione sufficiente per una convivenza pacifica nella vita civile, come in politica. Se, inoltre, come nella situazione italiana, GIORGIO LA MALFA una difficoltà scria nell'attività politico-legislativa è nella natura stessa dei regolamenti parlamentari, che consentono sia l'accavallarsi di iniziative legislative disparate, sia il frequente ricorso, come si vede in questi giorni per i decreti fiscali, a pratiche ostruzionistiche, con buone possibilità di successo, l'impossibilità dello scioglimento anticipato non eviterebbe i problemi. Il problema che Bobbio segnala, tuttavia, esiste e va affrontato con urgenza. Per farlo, piuttosto che all'obbligo di durata delle legislature, si dovrebbe guardare da un lato a una revisione dei regolamenti parlamentari (soprattutto quello della Camera), dall'altro a una prassi diversa nel rapporto tra i partiti che costituiscono fra loro le maggioranze di governo. Fra i rimedi parlamentari, vale la pena di segnalarne, a titolo esemplificativo di un esame più completo, due: la non emendabilità da parte del Parlamento dei decreti legge, per accelerare la loro discussione ed evitare la situazione attuale di una decretazione di urgenza con valore immediato di legge, seguita da ampie modificazioni dei testi, con la conseguenza di una confusione assoluta sul piano legislativo, un restringi-' mento del potere d'iniziati¬ va legislativa (quanto meno in materia di spesa) da parte dei singoli parlamentari, allo scopo di limitare il fenomeno delle leggine e la sottrazione di tempo all'esame della legislazione principale del governo. Su un altro terreno, i ri medi devono essere di carattere politico e riguardare i rapporti fra i partiti. In primo luogo, meglio sarebbe se i partiti si caratterizzassero in maniera più netta sul piano programmati' co all'inizio di ciascuna legislatura, fissando in questo la base degli accordi per la formazione dei governi. In secondo luogo la discussione programmatica fra ' partiti che concorrono ; formare il governo dovreb bc dar luogo a formulazioni consolidate e sufficientemente specifiche. La rcintroduzione nel governo Spadolini della mozione motivata di fiducia è un passo nella direzione giù sta. Altrettanto importante sarebbe l'attuazione di una prassi che prevedesse la mozione di sfiducia come premessa a una crisi di governo. Bobbio non ritiene che il rimedio all'instabilità e al particolarismo possa venire da una «elevazione della pub bina moralità» secondo l'espressione di Tocqueville. Tuttavia l'elettorato dispone di strumenti per giudi care i comportamenti poli tici e premiare quelli più coerenti con la «pubblica moralità».

Persone citate: Bobbio, Norberto Bobbio, Spadolini, Tocqueville