E' morto il basso Pasero un grande della lirica

E' morto il basso Posero un gronde della lirico A 90 anni, a Milano: fu amicodi Scialiapin E' morto il basso Posero un gronde della lirico MILANO —Tancredi Pasero, uno dei più grandi bassi della lirica, è morto ieri dopo un Improvviso malore nella sua abitazione milanese. Aveva 90 anni, e per quaranta, dagli Anni 20 al 1955, aveva cantato nei maggiori teatri del mondo, dal «Metropolitan» di New York alla «Scala». Nel teatro milanese era stato a lungo interprete di opere dirette da Toscanini, al quale lo legava un rapporto tumultuoso. Proprio recentemente aveva compiuto novanta anni: per l'occasione era stato festeggiato da parenti, amici e giornalisti, con i quali si era intrattenuto a lungo. Con Tancredi Posero scompare un nome leggendario nell'albo d'oro della lirica italiana; a Torino era conosciutissimo. nelle memorie di amici ed estimatori, per esservi nato, in via Barbaroux, VII gennaio 1893, più ancora efie per i soggiorni, trascinato come fu in una continua, vastissima carriera internazionale. A Torino, aveva esordito al glorioso Scribe nel 1919 eon il Barbiere di Siviglia e con il Trovatore; in pochi anni passò alla Damnation de Faust di Berlloz e al dramma musl- cale di Wagner, assorbito a Trieste, ed era cosi già delineata una delle sue facoltà' precipue, la versatilità, la capacità di padroneggiare mondi espressivi lontani e diversi. Il suo grande periodo furono gli anni fra le due guerre, dal 1924 circa in poi, dopo l'esordio al Costami di Roma e al Colon di Buenos Aires; alla Scala si fece sentire la prima volta nel 1926, come Filippo nel Don Carlos, e Di ritornò quasi ogni stagione fino al 1943. Per lo storico di voci Rodolfo Cellettl, dopo il ritiro di De Angelis e il trasferimento negli Stati Uniti di Pinza, Tancredi Pasero «è stato considerato 11 più autorevole basso del teatro lirico italiano». Voce «ampia e sonora, Pasero emerse anzitutto nelle parti regali e sacerdotali, che mettevano In risalto la morbidezza, la pastosità, la nobiltà del suo timbro, oltre che la linearità del canto e dell'espressione». Ogpf, in epoca di compartimenti e specialismi, stupisce la sua capacità di incarnare personaggi così lontani fra loro: Don Basilio, Boccanegra, Mose, Sparafucile, Wotan. Uno dei suol maestri, il baritono Pessina, lo aveva incitato a interpretare Mefistofele non solo per le qualità vocali ma anche per quelle dei lineamenti; e fu Mefistofele boitlano celeberrimo, quasi suo malgrado, per volontà popolare; lui diceva di preferire a tutti Boris, parte attorno alla quale aveva studiato ed esitato per dieci anni, spinto poi al passo decisivo dal consiglio e dall'amicizia di Scialiapin. Anche in questa modestia artistica un esempio da ricor¬ dare. S- P- tmsmi 11 basso Tancredi Posero

Luoghi citati: Buenos Aires, Milano, New York, Roma, Siviglia, Stati Uniti, Torino, Trieste