Quella terribile notte di dolore muto

L'angosciata esperienza vissuta al cimitero generale, martedì, in una lettera-testimonianza inviataci da un giovane volontario della Croce Rossa - «Ricorderò sempre il freddo interiore, il senso d'impotenza provato» Quella terrìbile notte di dolore muto L'angosciata esperienza vissuta al cimitero generale, martedì, in una lettera-testimonianza inviataci da un giovane volontario della Croce Rossa - «Ricorderò sempre il freddo interiore, il senso d'impotenza provato» Martedì sera, al cimitero generale, nel gelido silenzio delle camere mortuarie, s'è consumato il dramma di un'intera città. Accanto ai familiari delle vittime, sgomenti e ancora Increduli della tragedia, una folla di personaggi anonimi che si prodigavano nel compito ingrato di assistere un dolore senza fine: Infermieri e volontari delle associazioni di pronto soccorso, necrofori, funzionari del comune, assessori e gente qualunque: tutti con la stessa angoscia, con un senso d'Impotenza e un gran freddo nell'anima. Per la mente, di fronte alla - morte calata a tradimento su tante famiglie, mille pensieri che si rincorrevano. Come quelli di Enrico, giovane volontario della Croce Rossa, che ieri ha sentito 11 bisogno di raccontarli ad altri, con una lettera semplice e colma di umanità. -Ho passato una sera con loro — scrive Enrico — con le vittime, con i loro parenti. Quello che mi ha colpito di più è stato il brusco passaggio che esiste tra apprendere una cosa dai giornali e viverla in prima persona. Mi avevano detto che il mio compito era assistere i familiari delle vittime: immaginavo un'infermeria piena di gente piangente, urlante, ma la realtà si è presentata diversa. I parenti c'erano, ma erano fuori dal cancello; pochi nel corridoio delle camere mortuarie, muti nel loro dolore. Molti penso che non si rendessero ancora ben conto di ciò che era avvenuto, il loro sguardo era perso nel vuoto-. Ed ecco 11 dramma coinvolgere tutti, 11 senso d'Impotenza crescere, frustrante: -Il dolore che stagnava quasi impalpabile tra questa gente si è Impadronito di me come di tuttil presenti. Solo qualcuno, ogni tanto, scoppiava in lacrime, ma cosa dire? Cosa fare? Esistono parole che possano aiutare un uomo che ha perso un figlio? Non penso, e se esistono è molto difficile trovarle dentro di sé. Sono stato cinque ore nelle camere mortuarie, cinque ore in cui ho fatto un po' di tutto, dal barista al fattorino. I familiari chiede vano, pretendevano di vedere i propri morti: "Se non li vedo — mi ha detto uno di loro — non ci credo, non ci posso credere"-. Poi, calati In una tragedia tanto repentina e crudele, ci si accorge che 11 pensiero vola più in là, sull'essenza stessa della vita e 11 suo significato. Ancora Enrico: -La morte è calata improvvisa su queste