Sono fermi gli investimenti Usa in Italia

Sono fermi gli investimenti Usa in Italia I risultati di una indagine sulle multinazionali americane nel nostro Paese Sono fermi gli investimenti Usa in Italia Sono cresciuti invece nel Nord Europa - Sindacati, inflazione e situazione politica preoccupano le «corporati ons» - Su 723 società presenti, solo 39 sono di grandi dimensioni - Il top management è composto da italiani MILANO — Sono 820 le società italiane controllate dal capitale americano. Di queste, 723 risultano attive e operanti, con 242 impianti, impiegano circa 200.000 dipendenti, fatturavano nel 1980 circa 26 mila miliardi, e rappresentavano alla fine del 1981 investimenti complessivi pari a circa 7500 miliardi di lire. Questi sono i dati più significativi di un'indagine conoscitiva effettuata dalla Dun and Bradstreet per conto della Camera di commercio americana in Italia. E' la prima volta che viene effettuato un censimento cosi accurato e approfondito sulla presema del capitale straniero nel tessuto economico nazionale, e i risultati ottenuti contraddicono molti luoghi comuni, lasciando intravedere modelli di comportamento del tutto imprevisti. Prima di addentrarci però nelle conclusioni dell'inchiesta vanno tenute presenti alcune considerazioni: da un decennio circa gli investimenti americani in Italia sono stazionari. Alcune multinazionali si sono ritirate, altre sono arrrivate, ma non ci sono variazioni di rilievo. • Nel 1970 gli investimenti americani in Italia ammontavano a 4 miliardi di dollari — commenta Herman M. Budick, segretario della Camera di commercio americana —, ora sono 5,3 miliardi, ma in mezzo ci sono state due svalu¬ tazioni del dollaro. Troppi fattori sono intervenuti in Italia: preoccupazioni politiche, le difficili relazioni con il mondo sindacale, e poi l'inflazione, gli alti tassi d'interesse. Per di più, ora sono gli europei che investono in America*. Il secondo elemento è che gli americani hanno investito molto di più nel Nord Europa che in Italia: su 80 miliardi di dollari di investimenti in essere al 31 dicembre 1981 (dati del Department of trade degli Stati Uniti) 30 erano in Inghilterra, 16 in Germania, 9 in Francia, 8,8 in Olanda, e 5,3 in Italia, poco più del 6 per cento. Ma veniamo ai risultati dell'inchiesta, con questa prima constutazione: quando inve¬ stono in Italia gli americani preferiscono assicurarsi il controllo dell'attività piuttosto che legarsi a partecipazioni di minoranza o paritetiche. Il 78,4 per cento delle aziende in esame registra infatti una presenza americana superiore al 50 per cento del capitale. Per quanto riguarda il settore di attività delle aziende controllate dal capitale americano, il 47,4 per cento è presente nell'industria, il 29,9 per cento nel commercio e il 22,7 per cento nei servizi. Viene in questo modo sfatato un altro luogo comune, e cioè che le multinazionali d'oltreoceano perseguano nei Paesi europei la politica del mordi e fuggi. Anche perché gli investimenti del \ settore industriale sono con¬ centrati nei rami metalmeccanico, chimico, elettromeccanico ed elettronico, seguiti dal farmaceutico-cosmetico, dall'alimentare e dal petrolifero. Nel commercio c'è invece la prevalenza del settore elettronico con 61 aziende su 216. Il fenomeno ha preso piede negli ultimi anni, con l'arrivo in Italia delle società che vendono elaboratori soft-ware, accessori per componentistica ed elettronica. Seguono ancora il metalmeccanico, l'elettromeccanico, la chimica e la farmaceutica. Nei servizi troviamo invece la prevalenza delle aziende che forniscono esperienze di marketing, e poi i trasporti, le banche (sono arrivate soprattutto a Milano, che è ormai la quinta piazza europea) le assicurazioni e le società di revisione contabile, il brokeraggio. Un altro elemento di rilievo è dato dalla dimensione delle società: una sorpresa per chi è abituato a pensare alle grandi corporations. Soltanto 39 su 723 contano su oltre mille dipendenti (Ibm, Exxon, General Electric, Mobil, 3 M, Honet/well, Kodak, Face, Gte, Palmolive, tra le maggiori), 49 vanno da 500 a 1000 dipendenti, mentre 324 su 723 contano fino a SO dipendenti In quanto al management, il 90 per cento degli alti dirigenti delle società a capitale americano è italiano, mentre al livello dei quadri la percentuale scende al 70 per cento. Gianfranco Modolo

Persone citate: Gianfranco Modolo