Petrolio, riprende la corsa al ribasso il fronte Opec rischia di sgretolarsi di Mario Ciriello

Petrolio, riprende la corsa al ribasso il fronte Opec rischia di sgretolarsi Salvo sorprese la Gran Bretagna ridurrà oggi il prezzo del greggio Petrolio, riprende la corsa al ribasso il fronte Opec rischia di sgretolarsi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — La corsa al ribasso sta prendendo slancio. Salvo sorprese che nessuno si attende, la Gran Bretagna taglierà oggi il prezzo del suo ottimo greggio: la British National Oli Corporation, l'ente di Stato, ha già preavvertito, per telex, le società petrolifere. E' una decisione sofferta. Londra avrebbe preferito seguire 1 produttori Opec piuttosto che precederli, ma, come aveva previsto il ministro saudita Yamanl, l'Inghilterra, con la sua vulnerabile economia, non si può permettere di sfidare troppo a lungo le •leggi ferree> del mercato. Tre Stati hanno già decretato riduzioni: Stati Uniti, Egitto e Russia Il greggio britannico costa, ufficialmente, dollari 33.50 il barile e se .ic estraggono tuttora oltre due milioni duecentomila barili il giorno, un volume imponente che fa dell'Inghilterra il quinto produttore de) mondo non-comunista. A quanto ammonterà il taglio? I pronostici sono discordi: potrebbe essere di due Collari, potrebbe essere di 3,50, potrebbe arrivare fino a quattro. Quale che sarà comunque la misura del ribasso, 11 suo effetto sarà accresciuto da due o tre settimane di retroattività. L'esempio inglese dovrà esssere seguito subito dalla Norvegia, l'altro produttore di North Sea Oil. Un taglio del dieci per cento — che è quello favorito dalle previsioni — ridurrebbe il valore della produzione britannica di circa quattro milioni e mezzo di sterline al giorno. Il colpo sarà attenuato da vari fattori (soprattutto, dal minor costo del greggio importato) ma è un'amara notizia per Margareth Thatcher che, con l'approssimassi delle elezioni generali, ha bisogno crescente di incoraggianti prospettive economiche. L'inflazione è crollata, ma non basta: e l'altro crollo, quello della sterlina, fa anzi temere una nuova ascesa dei prezzi. I calcoli su cui il cancelliere dello Scacchiere aveva basato il suo imminente budget dovranno essere in gran parte rifatti. Il mercato sta imponendo la sua volontà più rapidamente del pensato. Ogni ribasso crea una spirale alla quale nessun produttore può sottrarsi. La prima •vittima» del taglio britannico sarà probabilmente la Nigeria, il cui greggio è slmile a quello del Mar del Nord e, come esso, è vicino agli acquirenti europei e americani. Il petrolio nigeriano porta adesso un prezzo •ufficiale, di dollari 35,50 il barile e Lagos fa di tutto per sorreggerlo. Ma la produzione è piombata a meno di 790 mila barili, l'economia annaspa in un mare minaccioso, tensioni politiche e sociali sempre più drammatiche tormentano la nazione. Tutto si è fatto incerto sul fronte petrolifero, tanto incerto che i Paesi Opec hanno rinunciato per ora ad altri convegni. I produttori del Golfo (compreso l'Oman, che non fa parte dell'Opec) stanno cercando di coordinare le proprie politiche, ma tra mille difficoltà. Nella bufera, la parola d'ordine è -si salvi chi può.. Il ministro delle Finanze degli Emirati Arabi Uniti, Hamdan Bln Rashld, è pessimista. Avverte: «Se questa crisi non finirà presto, l'Opec si sgretolerà per sempre-. Mario Ciriello

Persone citate: Hamdan Bln Rashld, Margareth Thatcher