Fulvia Miglietta, capo br «Nessuno era costretto a uccidere, se non voleva»

Fulvia Miglietta, capo br «Nessuno era costretto a uccidere, se non voleva» Fulvia Miglietta, capo br «Nessuno era costretto a uccidere, se non voleva» GENOVA — Le dichiarazioni di Fulvia Miglietta, uno dei capi delle Brigate rosse genovesi, sono state lette ieri in aula al processo in Corte d'assise, dove la brigatista pentita è imputata, assieme ad altri venti terroristi, per 1 sei omicidi compiuti a Genova tra 11 giugno 1978 e 11 gennaio 1980. La lettura del verbali ha probabilmente sorpreso 1 «duri» presenti all'udienza, che non credevano che la Miglietta avrebbe confessato. -Ribadisco la mia dissociazione dalle Br—è scritto nei verbali — c rinnego la lotta armata. Conferme le mie responsabilità e mi riservo di fare ulteriori dichiarazioni quando sarò interrogata inaula: Il presidente della Corte d'assise ha quindi disposto che Fulvia Miglietta venga portata davanti ai giudici questa mattina, anche per metterla a confronto con Adriano Dugllo. All'omicidio del commissario Esposito prese parte, anche se materialmente non sparò, Adriano Dugllo, che si è sempre difeso sostenendo di essere stato minacciato di morte da Dura se non avesse partecipato all'attentato. *Non sono a conoscenza di mi-, «acce fatte a chi aveva perplessità di qualche azione-, ha dichiarato la Miglietta nei verbali, smentendo cosi la versione di Dugllo. Ed ha aggiunto: mi nuclei di fuoco dovevano essere omogenei sia sulla linea politica sia sui mezzi da usare. I dissenzienti potevano allontanarsi dall'organizzazione e non partecipare, nei loro confronti non c'era alcuna costrizione».

Persone citate: Adriano Dugllo, Dura, Esposito, Fulvia Miglietta, Miglietta

Luoghi citati: Genova