Il filo d'Arianna

Il filo d'Arianna a cura a> R. Reale Il filo d'Arianna a cura a> R. Reale Quella firma dimenticata gli fa perdere il sonno • Una seconda casa è diventata la prima (e se la tiene) - L'imposta si sgonfia. IN una società dove i grandi evasori navigano ancora con relativa tranquillità, tocca spesso al piccolo contribuente incappare nei rigori del fisco per infrazioni spesso soltanto formali. E'il caso di un pensionato di (12 anni, che scrive al Filo d'Arianna: «Nel presentare il moti. 740 82 relativo ai redditi percepiti nel 1981 sono incappalo involontariamente in una disavventura: non ho 1 innato il modulo spedito per raccomandata, già firmato da mia moglie nel quadro "famigliari a carico" e corredato regolarmente dalle ricevute bancarie attestanti i versamenti per Irpef e Ilor. In corso Bolzano mi hanno detto clic non c'è nulla da tare, perché questo errore equivale a non aver presentato la denuncia. Che cosa mi aspetta? Quale sarà la punizione per un cosi grave delitto? Dopo questa vicenda ho già perduto ore di sonno». La norma che prevede la Urina obbligatoria sulla dicliiarazion'e ha motivi fondati e ben comprensibili, ma per il lettore non tutto è perduto. Il consiglio dell'Ufficio imposte dirette è di presentarsi con la ricevuta della raccomandata, esporre l'errore e lare, presso gli uffici, una dichiarazione in bollo oppure a verbale, confer- mando che quella denuncia dei redditi è proprio la sua. Identificato il contribuente e verificato che gli allegati di versamento spediti con la dichiarazione sono in regola, l'errore porrebbe essere sanato senza ulteriori sanzioni. iti* Da Sanremo, il signor Grattapaglia ha iniziato un supplemento di informazioni utili a cliiarire il suo precedente quesito, che si può cosi sintetizzare. Il lettore ha affittato per un anno, dal primo dicembre 'SI al 30 novembre '82, un suo alloggio ammobiliato nella cittadina della Riviera: ma l'inquilino, che prima risiedeva a Torino, ha preso nel giugno dello scorso anno la residenza a Sanremo. «A line settembre scrissi una lettera per ricoardargli clic alla scadenza intendevo rientrare in possesso dell'alloggio — sottolinea il lettore — senza ottenere risposta. Finché alla scadenza l'inquilino si riiiutò di sgomberare col pretesto che non riusciva a trovare diversa .sistemazioni-. Io. forse ingenuamente, gli ho concesso una proroga fino a maggio; ma ora. saputo anche del cambio di residenza, temo che insisterà per occupare l'alloggio come prima casa. Che posso fare?». Purtroppo, nell'ingarbugliata vicenda, il signor Grattapaglia rischia di avere la peggio. Egli, infatti, conferma di non aver specificato sul contratto che si trattava di «uso transitorio»: e al di fuori di questa destinazione la legge non ammette contratti inferiori ai quattro anni, considerando nullo qualsiasi patto diverso. L'inquilino, agendo in malafede, potrebbe addirittura chiedere che il contratto sia prorogato alia scadenza legittima di novembre '85, infischiandosene della disdetta (che, tra l'altro, è stata inviata senza l'anticipo di sei mesi previsto dalla legge). In assenza di una composizione amichevole della vertenza, non resterà che tentare di dimostrare in giudizio come il contratto fosse chiaramente per uso di seconda casa «. •kit Di carattere «preventivo», infine, la domanda di una lettrice, la signora Clara, che ha interpellato per telefono il Filo d'Arianna sulla imposta del 16 per cento applicata a radio-tv. hi-fi, apparecchi dt cine-foto-ottica: «Ho visto alcuni prezzi lievitare ed altri no, durante un giro esplorativo per l'acquisto di un televisore, e mi sono chiesta come funziona questa imposta di consumo. Qual è la percentuale d'aumento giustificabile? Secondo notizie fresche, illustrate pochi giorni fa dal ministro delle Finanze in persona, l'imposta dovrebbe colpire il puro costo di produzione, cioè circa il 60 per cento del prezzo addebitato dal produttore in fattura. Quindi, su 100 lire di prodotto acquistato dal commerciante, l'imposta ne colpirà solo 60. riducendosi di fatto al 9.6 per cento: e polclié il prezzo alla vendita è ovviamente maggiorato, la percentuale «giustificata» di aumento al pubblico non dovrebbe superare il 5 o 6 per cento.

Persone citate: Grattapaglia

Luoghi citati: Sanremo, Torino