Niente sesso, se Lenz non vuole

Niente sesso, se Lenz non vuole Stasera in prima al Piccolo di Milano «Il precettore» regista D'Amato Niente sesso, se Lenz non vuole La commedia sarà presentata in parte con l'adattamento che ne fece Brecht nel 1950 - Protagonista Sammataro MILANO — Stasera va in scena al 'Piccolo', e per la prima volta nel nostro Paese, dove non è mai stato neppure tradotto né pubblicato, n precettore, l'opera più nota di Jakob Lem che, nato in Lettonia nel 1751, morì in una strada di Mosca nel 1792, dopo una vita squilibrata, malata e precaria. Riassunta a grandi linee, la vicenda del Precettore racconta di Lauffer, un maestro che mette. incinta una propria allieva e poi, per liberarsi definitivamente degli stimoli sessuali (percepiti come prigione e condizionamento), la lascia e si evira. Ma nemmeno cosi Lauffer riesce a raggiungere la perfetta quiete, perché alla fine sposa un'altra ragazza, spiegati-' do: «Se io fossi mutilato di tutte le membra, e non avessi sangue che in una sola vena, quest'ultima vena batterebbe per lei». Liza viene informata:' «Non posso dormire con te». La sua risposta è: «Ma potete vegliare accante a me, basterà che stiamo insieme tutto il giorno, ogni tanto ci guardiamo ridendo e ci baciamo le mani». Conte sono queste battute? Comiche o tragiche? «Deflntr- le grottesche, come per l'in te-.1 ro testo, è una soluzione di co-' modo — spiega il regista, Enrico D'Amato — in quanto Lenz rifugge da qualsiasi schema. Direi che 11 suo at-| tegglamento è stralunato, ambiguo, sconvolto, kafkiano o beckettiano magari, in uni certo senso comico. Ironico, si, ma dell'Ironia di chi opera sulla carne propria, viva. Non a caso, 1 riferimenti autobio¬ grafici sono puntuali e frequenti'». D'Amato ha 50 anni, da 10 assistente di Strehler; al Piccolo, è alla terza regia (una ventina negli altri teatri): due lauree (legge e lettere), studi completi anche all'Accademia d'arte drammatica. «A un teatrante moderno occorrono prima di tutto ritmo e intensi-, tà — afferma —, la mia massima aspirazione è di non senti¬ re in sala né tossettine, né sedie che scricchiolano — segni inequivocabili di allentamento della tensione. Di II precettore ci fu nel '50, a Berlino, la riduzione di Brecht: di quell'adattamento, D'Amato Ita «conservato la struttura teatrale, reintegrandola però con brani dello stesso Lenz, in modo che il testo rappresentato sia quasi eguale all'originale. Brecht — continua il regista — sfrondò ridondanze, divagazioni letterarie, personaggi secondari; mise In luce l'architettura segreta della vicenda, ma la infarcì di contenuti Ideologici propri. Lauffer divenne simbolo dell'intellettuale che, con il mettersi al servizio di un potere estraneo, si castra, autocondannandosi a formare allievi che gli somiglieranno.-. «L'autore invece — continua D'Amato — vedeva, nel racconto, la prova dell'esistenza di una vitalità capace di superare persino lo specifico del sesso. Ma per carità, davvero l'ultima cosa che de sldero sarebbe di sentirmi dire che ho inteso "rivalutare l'amore spirituale"'. Quale significato vorrebbe in realtà mettere in risalto? «Che la vita è un fatto tremendamente complesso, dove non esistono né consolazioni, né ricette, né formule: ma sfaccettature, incertezze, compromessi e contraddizioni •••• / principali interpreti dello spettacolo saranno Piero Sammataro (Lauffer), Francesca Ventura (Liza), e Paola Rinaldi (l'allieva). Ornella Rota Maurizio Trombird, Narcisa Sonati e Federico Pacifici sono fra gli interpreti del «Precettore»

Luoghi citati: Berlino, Lettonia, Milano