De Mita tranquillizza dc e psi «Sui laici mi hanno frainteso» di Luca Giurato
De Mita tranquillizza de e psi «Sui laici mi hanno frainteso» Da oggi consiglio nazionale: il segretario stempera le polemiche De Mita tranquillizza de e psi «Sui laici mi hanno frainteso» Per chiarire la sua posizione ha ricevuto ieri i «leader del mugugno» nel partito Nella riunione del parlamentino non mancheranno gli attacchi, ma saranno attenuati dai «successi» conseguiti nell'accordo per il costo del lavoro e nel caso Eni ROMA — Quello che si apre oggi all'Eur non sarà un Consiglio nazionale de all'insegna del mugugno ma della distensione. La «temperatura» della distensione tra De Mita e i leader del suo partito dipende da quanto il segretario dirà sui rapporti con il psi e, più in generale, con il «polo» laico. Stando alle lndicrezìoni della vigilia. De Mita dovrebbe affermare che il suo pensiero fu frainteso e che l'alleanza politica con socialisti e laici non solo va rilanciata, ma rimane il cardine fondamentale di ogni governo sia in questo scorcio di legislatura, sia nella prossima. -Il ruolo di aggregazione non è attorno a un partito via attorno a un obbiettivo-, dirà il segretario, tagliando corto con la polemica che lo vedeva futuro «pittore» dell'Italia politica in soli due colori: il bianco (la de) e il rosso (il pei). «Non c'è niente die suoni più ostico e intollerabile alle nostre orecchie', ha detto Craxi; De Mita lo inviterà a distendersi e ad ascoltare «musiche» più ade¬ renti al suo pensiero. Distensione calda, dunque, nella de e congelamento del mugugno sollevato da molti capi storici? La risposta è in gran parte positiva. Di certo, Donat-Cattin, oppositore intransigente, non si lascerà intenerire dall'intesa sul costo del lavoro (che ha avuto anche il suo assenso) e lancerà molte frecce acuminate. Di certo, numerosi consiglieri dell'arca Forlani non perderanno l'occasione di un dibattito tanto importante per in- vitare De Mita a non creare più spiacevoli incidenti politici con alleati tradizionali della de. Alcuni hanno anticipato le loro tesi ieri, proprio mentre De Mita stava ricevendo un po' tutti i «leader del mugugno», da Granelli agli esponenti dell'area Zac. «/ socialisti hanno voluto stringere il vestito attorno a noi. Ora noi dobbiamo stare attenti a non stringere il vestito attorno ai socialisti. Anche questo è rinnovamento-, ha dichiarato Toni Blsaglia. Un gruppo di componenti del direttivo de della Camera guidati dai vicepresidenti Segni e Ferrari afferma che -la strategia della segreteria è apparsa all'esterno a volte contraddittoria, e ha facilitato una esasperata conflittualità'. Tra le altre cose, a questi battaglieri deputati non è piaciuta la nomina di Ventriglia a direttore generale del Banco di Napoli. .Riteniamo — concludono — che la prosecuzione della gestione unitaria del partito sia strettamen¬ te legata alla coerenza con la linea politica ufficialmente enunciata-. Dalle alleanze nazionali ai problemi locali, ecco DonatCattin tornare sulle giunte ed in particolare sulle conclusioni del congresso regionale siciliano. Donat-Cattin parla di -maquillage siciliano-: -Risulta abbastanza scoperto il gioco delle parti. Con l'evidente disagio sul nome di Cianclmino-. Oltre riserve sull'operato della segreteria sarebbe- ro emerse da un incontro degli esponenti dorotei vicini al presidente del partito Piccoli, il quale è stato il primo ad affermare pubblicamente, il mese scorso, che qualcosa, nell'azione di De Mita, lasciava perplessi e sconcertati. Ci sono, come si vede, tutti i presupposti per un dibattito ani-mato, al quale, però, De Mita, con il rilancio dell'intesa con il psi e la difesa del governo Fanfanl, sembra avere spuntato gli artigli. Al suo attivo, oltre al tema di fondo del rinnovamento, De Mita presenta del resto tre •capitoli» importanti, in grado da soli di stroncare sul nascere ogni autentico tentativo di dissenso radicale: 1) la riconquista di Palazzo Chigi; 2) il contributo determinante al successo della trattativa sul costo del lavoro; 3) le conclusioni della vicenda Eni, con la nomina di Reviglio, proprio uno del personaggi di prestigio indicati dal leader de quando ancora imperversava il contrasto sul nome di Ratti. Luca Giurato
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