L'antica musica piemontese è un po' anonima, ma ben fatta

 L'antica musica piemontese è un po' anonima, ma ben fatta Concerto Tempia diretto da Peyretti al Conservatorio L'antica musica piemontese è un po' anonima, ma ben fatta TORINO — Sono tornate a risuonare, dopo un palo di secoli, le musiche di Francesco Saverlo Glay, maestro di cappella della Corte sabauda: un Mtserere e un Te Deum per soli, coro e orchestra, accolti nel terzo volume di quel Monumenti di Musica Piemontese che si vengono pubblicando, a cura di Alberto Basso, grazie al fondo lasciato al mecenatismo di Carlo Bona. Come suonano le due solenni composizioni ora eseguite nella revisione e realizzazione di Gustavo Boyer e di quella somma studiosa della musica piemontese che è Marie-Francoise Bouquet? Come musica solida e ben fatta, certamente un po' anonima, ma appropriata alla destinazione religiosa e dei tutto aliena dalle tentazioni teatrali che spesso insidiavano la musica sacra nel Settecento. Non potendosi per ora valutare quale sia stata l'influenza del padre, Giovanni Antonio, ancor meno conosciuto di lui, sembraci poter escludere in Francesco Saverio Giay una forte influenza francese, che pure in Piemonte non mancava Molto deve aver contato il soggiorno giovanile a Bologna, dove il padre Martini insegnava a salvare il salvabile d'una dotta ma non pedante polifonia concertante. I revisori parlano della scuola di Mannheim e avanzano 11 no- me di Filippo Emanuele Bach. Perché no? Mentre sembra invece da escludere qualsiasi contatto con l'arte di Mozart e Haydn. Slamo in uno stile decisamente anteriore, e vista la fiducia che 11 compositore dimostra nella disponibilità c!'un'orchestra abbastanza vasta e soprattutto agguerrita, com'era notoriamente quella della Corte torinese, vien fatto di pensare a questo Giay come a un piccolo Haendel subalpino. Alla testa dell'orchestra e del coro dell'Accademia Stefano Tempia (quest'ultimo istruito da Mario Lamberto), 11 maestro Alberto Peyretti ha guidato un'esecuzione animata e sfarzosa, cui hanno dato prezioso contributo le voci soliste di Silvana Moiso, Kelko Kashima, Vito Gobbi e Carlo De Bortoll, col contributo di Guido Donati all'organo, m. m.

Luoghi citati: Bologna, Mannheim, Piemonte, Torino