I ricercatori della cultura di Renato Rizzo
I ricercatori della cultura Come è nato all'Università il dipartimento di Sociologia I ricercatori della cultura II prof. Filippo Barbano spiega la trasformazione dell'istituto tradizionale Si sono raggruppati un'ottantina tra professori e assistenti di quattro facoltà Scienze politiche, Magistero, Lettere e Filosofia, Economia e Commercio L'università riordina il proprio grande corpo obsoleto dandosi una struttura più razionale ed aderente alle specifiche funzioni che ne hanno caratterizzato e ne caratterizzano la vita: insegnamento e ricerca. In questo nuovo disegno delle varie Facoltà l'elemento caratterizzante è la creazione dei dipartimenti: momento di coagulo d'uomini, apparecchiature, servizi attorno ad argomenti specilici d'alta specializzazione. Sostituiscono i vecchi -istituti, che. secondo il prof. Filippo Barbano, docente di sociologia e direttore dell'appella costituito dipartimento di Scienze sociali, avevano due difetti fondamentali: erano troppi [.distribuiti ad ogni singolo barone o baroncino-) e antieconomici. Con Barbano parliamo del •suo- dipartimento . che si pone come -la più grande concentrazione di sociologi esistente in Italia- raggruppando un'ottantina tra professori e ricercatori. -E' nato — spiega — dalla fusione di sociologi, politologi e antropologi insegnanti in quattro facoltà: Scienzepoli.'iclie. Magistrero. Lettere e Filosofia, Economia e Commercio. Nell'ambito dello stesso "vecchio" istituto sono sorti, contemporaneamente, altri due dipartimenti relativi agli studi polìtici e alla storia». Barbano aflerma clic nei primi Anni 80 alcuni hanno notato una perdita di influenza e credibilità da parte della sociologia nel contesto nazionale e rispetto ai due prece¬ denti decenni: «Altri hanno criticato l'astratto teoreticismo che sarebbe entrato nella stessa sociologia in questi recenti anni. Nuove metafore s'introducono nella cultura sociale italiana: la nostra società come "spugna". I' "anima" dell'Italia. Per un dipartimento di Scienze sociali tutto ciò non può non essere un problema che riguarda il suo stesso modus operandi*. Sono queste le ragioni in base alle quali il nuovo organismo intende porsi, soprattutto, co¬ lie «istituzione territoriale e pubblica, ente culturale, nazionale, regionale e cittadino, struttura di servizio che la comunità degli studiosi e dei ricercatori dà alla comunità civile*. Ciò non significa abdicare \lla funzione didattica che è, :on la ricerca, una delle co.onne portanti dell'Università. .Anzi — ribatte Barbano — il dipartimento s'incarica dell'importantissimo, e finora •n parte negletto problema della formazione dei formato- ri attraverso scuole dirette, ad esempio, a operatori sociali o di psichiatria sodale senza negare il proprio contributo ai dottorati di ricerca. Contemporaneamente, però, riesce a caratterizzare, meglio della Facoltà, l'organizzazione della ricerca, la razionalizzazione delle risorse umane, la distribuzione delle risorse materiali e, quindi, anche la politica degli investimenti nazionali nella ricerca stessa-. Tutto ciò sarà reso possibile anche dalla creazione di biblioteche interdipartimentali che compendieranno l'attuale galassia di raccolte e raccoltine sparse nei vari istituti, spesso ricche d'inutili doppioni (quante sono le enciclopedie Treccani nella sola Facoltà di Scienze Politiche?). Per il dipartimento diretto Sai prof. Barbano e che ha nella propria giunta i professori Gallino. Rositi e Sertorio, sono interessate ad esempio quattro biblioteche: quella dell'Istituto Gioele Saolari (76 mila libri. 1000 periodici), quella dell'Istituto di sociologia di Economia e Commercio. Una ..rivoluzione» come quella dei dipartimenti, naturalmente, non è solo di cultura e di metodo, ma presuppone trasformazioni anche fistile nell'ambito delle strutture esistenti: di qui la necessià. se non giungeranno proposte edilizie ..esterne» da parte degli enti locali, di sconvolgere, ad esempio a Palazzo Campana, l'intera sistemazione delle Facoltà. Renato Rizzo
Persone citate: Barbano, Filippo Barbano, Gallino, Sertorio
Luoghi citati: Italia
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