« Taglierà i rami secchi dell'Iri»

« Taglierà i rami secchi dell'In» Il presidente Romano Prodi annuncia una dura terapia di risanamento « Taglierà i rami secchi dell'In» Saranno sacrificate siderurgia e cantieristica (80% delle perdite, che nell'82 hanno raggiunto i 2800 miliardi), trasporti marittimi e altri settori «senza futuro» - Privilegiate elettrotecnica, aeronautica, telecomunicazioni • I debiti del gruppo, 35 mila miliardi, ormai pari al fatturato - Fiaccavento; «Per TEfim dovrò ricorrere alle banche» ROMA — Da quattro mesi al vertice dell'Iri, Romano Prodi ha affrontalo ieri per la prima volta l'Impegnativo .esame finestra» della Commissione bicamerale per le Partecipazioni Statali sullo stato di salute e sul programmi del più grande agglomerato industriale pubblico del Paese. E di bianco nei conti del'Iri continua ad esserci ben poco: il rosso resta solidamente il colore prevalente. Per questo Prodi annuncia senza mezzi termini che taglierà i rami secchi. Nell'82 l'indebitamento ha raggiunto 1 35 mila miliardi, la stessa quota del fatturato: .Questi livelli — ha detto il presidente dell'Iri — sono insostenibili per qualunque attività industriale die debba operare in un sistema aperto e concorrcnziale-. In sostanza per ogni 1000 lire di merci prodotte l'Ir! ne ha altrettante di debiti. Non meno allegra la situazione all'Efim, l'altro ente pubblico subissato di debiti e di perdite (nell'82 ne ha collezionate per 380 miliardi, di cui 340 riducibili alla crisi dell'alluminio). Ieri il presidente Corrado Fiaccavento ha annunciato in Parlamento che l'Eflm dovrà battere cassa presso il sistema bancario per fare immediatamente fronte al pagamento degli stipendi a il pagamento degli stipendi a causa dei rilardi con cui lo Stalo eroga i fondi previsti. Ovviamente tutta l'attenzione è stata concentrata sulla esposizione di Prodi, clic non si e limitato a fornire le cifre del disastro del pianeta Iri (2800 miliardi di perdite solo lo scorso anno, per gran parte Imputabili alla siderurgia e alla cantieristica) ma ha delincalo la strategìa che In tende perseguire sotto il suo mandato, un «nuovo corso dopo il breve regno di Sette: allentare 11 nodo scorsolo degli oneri linanziari -perché tutto questo ha creato una situazione insostenibile per il bilanew dell'istituto-: duri bi/ancio dell'istituto-: duri sacrifici nella siderurgia e nella cantieristica (che rappresentano l'80 per cento delle perdite del gruppo); 11 taglio con la gestione di lince di trasporto marittimo con le Isole, un servizio che viene fornito ad un terzo del costo con le differenze colmate dallo Stato ma con grandi e perniciosi rilardi (la Tlrrenia, ad esempio, potrebbe essere affidata alle Regioni); uguale taglio per la Circumvesuviana di Napoli. In altre parole, Prodi punta a far uscire l'Ili da quelle attività poco giustificabili con un rilancio dell'imprenditorialità dell'impresa a partecipazione statale. Un altro passaggio qualificante del programma esposto dal presidente dell'Iri è il progetto di portare in Borsa alcuni titoli del gruppo in grado di attirare capitali privati. -Bisogna essere capaci anche di gestire l'uscita da settori e produzioni sema futuro, per avviare attività innovatila dotale di maggiori potenzialità di sviluppo-, ha spiegato Prodi. Verso quali direzioni? L'Informatica, 1 sistemi di servizio i>cr la pubblica amministrazione, le grandi infrastrutture e l'edilizia sociale, l'impiantistica industriale, le costruzioni aeronautiche, le telecomunicazioni e i sistemi elettronici di difesa. Sono |elettronici di difesa. Sono queste, dunque, le carte Iri per i prossimi anni. Prodi si è trovato anche a fare 1 conti con previsioni sballate (rapporto lira-dollaro e costo del denaro sottostimati) avute ih eredità, e con la persistente insufficienza degli apporti del Tesoro. Il presidente dell'Iri si è soffermato a lungo su quest'ultima questione; dei circa 7500 miliardi che Tiri doveva avere nell'82 dal Tesoro solo 2874 sono coperti da provvedimenti già approvati dal Parlamento, 1000 devono essere ancora tradotti in provvedimenti le gislativl, mentre restano Inte ramente da reperire circa 3000 miliardi. Fatto sta che gli oneri finanziari sono cresciuti di 1500 miliardi più del previsto e 11 ricorso al mercato, dove 1 tassi sono quelli che sono, ha peggiorato l'indebitamento. Un tosto toccalo ampiamente anche da Corrado Fiaccavento che ha lanciato un vero e proprio grido d'ai larmc per l'alluminio: il plano — ha ricordato — prevedeva finanziameli.) per 730 miliardi entro 187. dei quali 430 do vevano essere erogati dal gennaio di quest'anno. Invece ne sono stati deliberati sol tanto 200 che .non ci sono stati ancora concessi-, ha pun tualizzalo. Kugcnio Palmieri | Kugcnio Palmieri

Persone citate: Corrado Fiaccavento, Fiaccavento, Kugcnio Palmieri, Prodi, Romano Prodi

Luoghi citati: Napoli, Roma