L'altra Lione ha paura di Barbie di Luciano Curino

L'altra Lione ha paura di Barbie Dopo guarani9anni un «fantasma» suscita emozioni e rancori nella capitale della Resistenza francese L'altra Lione ha paura di Barbie Gli ex collaborazionisti che finora sono riusciti a mimetizzarsi temono che il «boia» possa ricordare e fare nomi - Come la città si prepara al processo contro l'ex capo della Gestapo rinchiuso nel forte di Montluc - Nelle scuole torna attuale il dibattito su quel periodo storico -1 vecchi partigiani rievocano gesti eroici e tradimenti che «i giovani devono conoscere» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LIONE — E' stata la capitale della Resistenza francese, ma lo aveva quasi dimenticato. O non ci pensava troppo. Molti non lo sapevano neppure. Avere vent'anni oggi è essere nati nel 1963. da genitori che avevano vaghi ricordi della guerra e del .maquis». Adesso Klaus Barbie. che fu capo della Gestapo e che Lione chiamò -boia.., da quattro giorni nel forte di Montluc, fa di un passato vecchio di quaranfanni una drammatica attualità e motivo di ripensamento e discussioni, agita fantasmi. Al liceo - Ampère» e in altre scuole. Ieri, i ragazzi hanno chiesto ai professori di parlare loro di questo momento della storia francese. Ignoravano quasi tutto. Tutt'al più, ne avevano una conoscenza astratta, limitata a vecchi film e a qualche dibattito televisivo. Pochissimi, prima di sabato, avevano sentito il nome di Klaus Barbie, capitano delle SS, responsabile della morte di Jean Moulin, capo supremo della Resistenza, e di altri 4342 partigiani, di aver fatto deportare 7591 ebrei, ar- restare (parecchi anche torturati) 14.311 uomini e donne. Che cosa dicono adesso questi ragazzi? -Pas de pardon-. 'Giudicarlo quaranfanni dopo? Certamente. Percìié un padre che ha perso un figlio, morto sotto la tortura, dopo quarantanni non ha dimenticato-. -I giornali parlano di lui soprattutto per l'assassinio di Jean Moulin. Ma l'uccisione di Jean Moulin e quella di un bimbo ebreo sono forse delitti diversi?». -Chi può dire che in Argentina pochi anni fa, anche adesso in qualche parte del mondo, non ci siano degli altri Barbie?-. Lione, cinquecentomila abitanti (ma con i comuni attorno che la continuano arriva a un milione e mezzo, e àopo Parigi è il maggior agglomerato urbano della Francia), è citta conservatrice, non ha volato socialista, è all'opposizione. Il sindaco Francisque Collomb viene definito apolitico. Anche qui. crisi e disoccupazione ma meno che in altre parti. Piuttosto ricca e orgogliosa dei suoi grattacieli, del nuovo Centro degli affari. Buone stagioni teatrali e quante altre città di mezzo milione di abitanti hanno 68 librerie? Lione si era quasi dimenticata, o non ne parlava più. di essere stata «cuore e cervellodelia. Resistenza. Per sentirne parlare bisognava andare all'Anacr (Associazione nazionale degli anziani combattenti della Resistenza, che corri¬ sponde alla nostra Anpi) o alla Federazione nazionale deportati e internati della Resistenza e patrioti. Qui, adesso, ti mostrano le fotografie dei fucilati in piazza e lungo i fossi delle campagne, degli impiccati, altre vecchie fotografie con -les boches dans les rues- e della sede della Gestapo in rue Berthelot. E che raccontano di barbarie e orrori a non finire. Vecchi partigiani, che di anno in anno sono sempre meno, amareggiati della cattiva memoria e dell'indiffer renza della città. -C'è qualclie altra associazione, ma siamo ai souvenirs, al ritrovarsi per dirsi: "Ti ricordi quella volta che..."-, dice Giovan Battista Saroglia. E' un torinese «fuo- ruscito» nel '29, guerra di Spagna, grande amico di Eugenio Giambone, uno dei fucilati al Martinetto di Torino. E' stato tra gli esponenti della Resistenza di Lione con il nome di Santerre, già presidente dell'Anacr. adesso è presidente dell'Associazione resistenti italiani, garibaldini. Saroglia, che cosa significa per Lione la cattura di Barbie. -E' importante perché finalmente si torna a parlare di un'epoca che i giovani ignoravano e soltanto adesso imparano a conoscere. La città è sembrata entusiasta. Secondo me, i più entusiasti si sono mostrati i collaborazionisti». Spiega che i collaborazionisti vivono di angoscia, ma sono vistosamente entusiasti, fin troppo frenetici, sono i più ciarlieri, e tutto questo per non tradirsi o comunque per mimetizzarsi. Dice Saroglia: «// processo Barbie se si farà bene, e noi speriamo che si faccia bene, dirà moltecose. Verranno fuori nomi insospettabili di collaborazionisti. La cattura di Jean Moulin, tutti gli arresti importanti di Barbie, sono stati possibili per la delazione di francesi. Anche la scoperta e la deportazione di ebrei e partigiani. Il tradimento a Lione ha avuto un ruolo determinante. Non so se Barbie ha i nomi scrìtti, se se li ricorda. Ma qualcosa credo vorrà dirlo o insinuare qualche dubbio-. Di questo parlano un po' tutti. Il compiacimento per la cattura del -boia di Lionecerio, ma anche il timore di quello che egli potrà dire in Corte d'Assise, quando ci andrà. Lui stesso ha minacciato: . Un mio processo sarà un cattivo affare per la Francia. Potrei smascherare personalità assai conosciute-. Per salvarsi? No, risponde Henri Amou. roux. storico della Resistenza. .ma per distruggere un Imma gine, e per gettare il dubbio nelle coscienze-. C'è adesso chi teme clic il nazista settantenne possa ammalarsi e non essere pre sente al processo. Ma tutto l'ambiente Impuro dei -collabo-, invece, è proprio questo che spera. Aspetta il processo Jean-Jacques Bloch, che parla a nome della comunità israelita, perché -insegnerà alla giovane generazione, che non ha conosciuto quel barbaro periodo, ad essere vigilanti, più consapevoli dei valori della libertà, della dignità, del rispettopergli altri-. Al iorte di Montluc. che fu 11 carcere della Gestapo. è ve¬ nuto il signor Lucien Fargier. di 45 anni, fissa una lapide che ricorda semplicemente: 10.000 furent internés 7000 soccombèrent... Suo padre e sua madre da questo forte partirono per Buchemvald. -Vorrei solo guardare Barbie negli occhi. Soltanto guardarlo e dirgli chi sono-, dice. • L'affaire Barbie è una lezione per i giovani. Non soltanto perché rivela die cosa è stato il nazismo, ma soprattutto perché può far riflettere su quello che accade oggi in tante parti del mondo e anche elle nazismo e fascismo possono ritornare-. La piazza principale di Lione, place Bellecour, celebre per bellezza, vastità, perché pavimentata di terra rossa come un campo da tennis, per un imponente monumento al Re Sole. In un angolo, di fronte all'uscita del metrò, vi è un altro monumento più semplice, meno vistoso. Un giovane fiero e vigoroso, che ha un grande scudo con la croce di Lorena. Fino a sabato era conosciuto come -l'uomo di pietra- o -il guardiano della Luna-. Soltanto da quattro giorni tutti si sono ricordati, o lo hanno imparato, che questo è il monumento al partigiano, U a rammentare che Lione ha una storia da non dimenticare. Luciano Curino