Sfiaron non vuol dimenettersi Oggi le decisioni di Begin di Giorgio Romano

Sfiaron non vuol dimenerà Oggi fe decisioni di Begin Tensione in Israele dopo il rapporto sulle stragi di -Beirut Sfiaron non vuol dimenerà Oggi fe decisioni di Begin Il governo questa mattina ascolterà gli ufficiali - Si fanno due ipotesi: crisi e nuovo esecutivo, senza il ministro della Difesa, oppure elezioni anticipate NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV — Il ministro della Difesa Israeliano Ariel Sharon non ha alcuna intenzione di dimettersi ma se il primo ministro Menachem Begin deciderà di sollevarlo dall'incarico non farà opposizione. Lo ha detto lo stesso Sharon in una drammatica seduta del governo, convocato per valutare la situazione dopo la pubblicazione del -rapporto Kahan- sulle stragi di Beirut. La riunione, che si è conclusa alle 20, era cominciata poco dopo le 18 in quanto Begin ha voluto attendere 11 rientro in Israele di alcuni ministri, tra i quali 11 titolare degli Esteri, Shamlr, che si trovavano per varie missioni in altri Paesi. Begin, tuttavia, non ha ancora preso decisioni. Forse lo farà cggl dopo un'altra riunione del gabinetto, la terza nel giro di 48 ore. E lo farà tenendo conto della presa di posiziona del suo ministro della Difesa, le cui dimissioni erano state sollecitate dalla commissione di inchiesta, e dopo che i ministri avranno ascoltato gli ufficiali israeliani condannati, censurati o semplicemente deplorati dal «tre saggi». Sharon ha proposto di accogliere i suggerimenti della commissione Kahan «a livello politico- ma di non tener conto di quelli che riguardano i militari. Da parte sua, il capo di stato maggiore dell'esercito, generale Raphael Eytan, ha contestato 11 rapporto, sostenendo che le conclusioni tra responsabilità politiche e responsabilità militari sono sproporzionate. Il consigliere giuridico del governo, professor Zamir, ha invece esortato il governo a accogliere tutti i suggerimenti della commissione. Ieri sera, subito dopo la fine del lavori del Consiglio dei ministri, negli ambienti politici israeliani la previsione più accreditata era che Begin accoglierà le richieste dei «tre saggi» e che presenterà al Parlamento una proposta di legge per convocare elezioni anticipate. Il problema immediato sembra essere quello di come liquidare l'ostacolo Sharon. Non è da scartare l'ipotesi che il governo decida, in ultima analisi, di rassegnare le dimissioni, essendosi però assicurato l'impegno scritto di tutti 1 partiti della coalizione ad appoggiare l'immediata formazione di un nuovo gabinetto senza Sharon o con Sharon trasferito a un altro ministero. Anche questa soluzione è ritenuta verosimile poiché il partito nazionale religioso è contrarlo alle elezioni anticipate. In una posizione di attesa il partito laborista, che per ora non affonda I colpi contro il governo al fine di consentire al partito nazlonal religioso un distacco onorevole dalla coalizione. Se ciò accadesse, Peres-potrebbe tentare di formare una coalizione con lo stesso partito nazional religioso e con 11 partito di cen- Giorgio Romano (Continua a pagina 2 In settima colonna) SHALOH -SPECIALE

Persone citate: Ariel Sharon, Begin, Menachem Begin, Raphael Eytan, Zamir

Luoghi citati: Beirut, Israele