Sentenza per i magistrati P2 Espulsi due pretori di Roma di Guido Rampoldi

Sentenza per i magistrati P2 Espulsi due pretori di Roma Sedici gli imputati: il procedimento aperto sugli elenchi di Gelli Sentenza per i magistrati P2 Espulsi due pretori di Roma ROMA — Ventidue mesi di ROMA — Ventidue mesi di istruttoria, tra polemiche e rinvìi; quindici ore di animata camera di consiglio; e ieri 11 erdetto: su dieci del tredici magistrati messi sotto inchiesta dal Csm per la presunta affiliazione alla P2 si è abbattuta una pioggia di sanzioni, perfino più severe delle richieste dell'accusa. A pagare sono soprattutto Domenico Pone e Elio Siggia, entrambi pretori di Roma: la sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura li ha espulsi. Poi censure, ammonimenti e trasferimenti che stroncheranno o rallenteranno carriere in passato forse agevolate dal potere ombra di Licio Odii. Solo tre gli assolti: Giacomo Randon, Paolo Nannarone e Guido Barbaro, il presidente della Corte d'assise di Torino che condannò i brigatisti del «nucleo storico» al termine di un processo celebrato in un clima di paura; con la P2 non hanno mai avuto a che fare. Una sorpresa: anche Mario Marsili, il genero di Gelli, non ha fatto parte della P2; assolto da questa imputazione, è stato tuttavia «ammonito» per una storia di Iconsulenze che non avrebbe consulenze che non avrebbe potuto prestare. Dunque, il Csm ha usato la maniera dura, forse anche con il proposito di dare un segnale di rigore. La sezione disciplinare ha largamente superalo le tesi svolte, in rappresentanza dell'accusa, dal procuratore generale Manfredo Grossi. Lo dimostra 11 confronto tra le richieste e il verdetto. Censura e trasferimento d'ufficio per Vittorio Liberatore, presidente del tribunale di Ancona, e per Domenico Raspinl, presidente del tribunale di Ravenna, per 1 quali il procuratore generale si era limitato a richiedere il semplice ammonimento. Censura per Giovanni Placco e Giovanni Palala, pretori a Roma; ]>cr Antonio Stanzionc, giudice del tribunale di Forlì; per Giuseppe Renato Croce, pretore di Tivoli. L'accusa aveva chiesto l'assoluzione per Stanzione e Croce, 11 semplice ammonimento per Palaia, la censura per Placco (ed in questo caso la sezione disciplinare è stata concorde). Perdila di due anni di anzianità e trasferimento per Salvatore Cassata, giudice del tribunale di Marsala. Infine, 111 Csm ha deciso il «non do- il Csm ha deciso il «non doversi procedere» nei confronti di Salvatore Pastore, ex addetto al Centro studi del Consiglio: è In pensione. Alcuni tra i magistrali che hanno subito sanzioni hanno già annuncialo che ricorreranno di fronte alle sezioni unite della Corte di Cassazio- ne. l'unico organo giudiziarie ne, l'unico organo giudiziario che può annullare, ina per vizio di forma, 11 verdetto del Csm. Una sentenza che in questi dieci mesi ha corso il rischio di non poter mai essere emessa. I nomi dei giudici sotto inchiesta compaiono tulli nella Usta della P2. Per questo, il Csm, li accusò di «aver fatto parte della loggia Propaganda 2, compromettendo il prestigio dell'ordine giudiziario e rendendosi immeritevoli della fiducia e della considerazione di cui deve godere il magistrato-. II procedimento prese il via il 22 maggio del 1981. All'epoca erano sedici i magistrali sotto inchiesta. Ma due di loro (Antonio Buono, già presidente del tribunale di Forlì, e Giovanni Pastore, membro del precedente Csm) preferirono dimettersi prima del giudizio. Un terzo inquisito, il giudice del tribunale di Roma, Paolo Zucchini, ha ottenuto che la sua posizione fosse stralciala, e riletta attraverso l'esame dei fascicoli inviali dall'Uruguay alla commissione parlamentare sulla P2: in quelle carte vi sarebbero elementi a suo favore. Guido Rampoldi