Crisi anche a Palermo Si dimette il sindaco

Crisi anche a Palermo Si dimette il sindaca L'andreottiano Martellucci contestato da altri gruppi de Crisi anche a Palermo Si dimette il sindaca I seguaci di Ciancimino hanno lasciato soli gli andreottiani di Lima PALERMO — Crisi al comune anche in un'altra grande città, Palermo. L'ha aperta il comitato provinciale de al termine di unagltata riunione in cui 11 sindaco, avv. Nello Martellucci. assente, andreottlano di stretta osservanza, è stato contestato dai rappresentanti delle altre correnti. I più irriducibili sono apparsi gli assessori fanfanianl Giuseppe Insalaco e Pietro Santomauro. di fatto dimissionari da otto giorni, e il deputato regionale Angelo Capitummino. presidente regionale delle Acli che da qualche giorno, abbandonati gli andreottiani, ha aderito alla «base», la corrente del segretario De Mita. Al comitato provinciale de è stato un coro all'unisono quello che ha indicato il malcontento degli 800 mila palermitani e che, in aggiunta, ha sottolineato il disagio dei dirigenti democristiani che In cit tà rastrellano il 47 per cento del voti. Troppo acuto è diventato 11 malessere per le inadempienze del Comune. Riunitisi d'urgenza, i segretari provinciali di de. psdi, pri. che sostenevano la giunta comunale eletta dopo le .amministrative, del 1980. hanno convalidalo la crisi. Il Consiglio comunale la formalizzerà nella prossima seduta. Ma adesso che cosa accadrà? Il comitato de che ieri s'è riunito sotto la presidenza del segretario provinciale Nicola Graffagnini, anch'egll andreoulano. ha deciso che la via migliore è di puntare ad un pentapartito, includendo cioè in giunta socialisti e liberali, come nel governo regionale. Sul plano più strettamente politico, comunque, la decisione di far dimettere la giunta di Palermo viene ricollegata al congresso della de siciliana che domenica sera ad Agrigento s'è chiuso con l'elezione a segretario regionale di Giuseppe Campione della corrente -amici di Gullottl... In congresso gli andreottiani hanno sdegnosamente rifiutato l'apporto della mini-corrente di Vito Ciancimino. arcidiscusso ex sindaco di Palermo. Inesistente a livello regionale, la corrente clanciminiana è abbastanza forte a Palermo (7 consiglieri comunali, 3 provinciali, alcune poltrone nel redditizio sottogo- verno locale). Ebbene, ieri, in comitato provinciale, i clanciniiniani si sono assentati e hanno lasciato soli gli andreottiani, incalzati dall'opposizione interna, anche nell'ambito della corrente. Ad esempio. Franco Arcudi, capogruppo consiliare della de, un oculista quarantenne il cui padre fu Influente senatore, non ha mal nascosto la sua avversione per il sindaco Martellucci: «La politica non fa per lui — dice il dottor Arcudi —, come sindaco, poi, è proprio una frana. Non sapevo più come controllare i consiglieri ai quali non potevo certo dar torto.. E Salvo Lima, che con il catenese onorevole Nino Drago è il leader degli andreottiani siciliani (Giulio Andreotti conta parecchio sulle tessere isolane), che cosa fa? Ex sindaco di Palermo, più volte contestato ai tempi dell'antimafia, l'onorevole Lima, nel suo studio in via Crispi davanti al porto, traccia a penna disegni geometrici su minuscoli fogli di carta. Riflette sul fatto d'aver perso, due mesi fa, la presidenza della Regione, retta dall'onorevole Mario D'Acquisto, ed ora il sindaco di Palermo. Ma dopo il suo discorso ad Agrigento, dove ha ipotizzato un'organica intesa con i comunisti, molti preferiscono aspettare prima di dichiarare sconfitto Lima. E già in città c'è chi parla di un Martellucci bis, nonostante la pessima prova della prima edizione. Antonio Ravidà