La retata che divenne strage

La retata che divenne strage La retata che divenne strage Sabato 18 settembre 1982 il mondo inorridito scopriva la carneficina di Beirut Ovest Beirut, settembre 1982. Il lungo assedio israeliano ai palestinesi arroccati nel settore Ovest della capitale libanese è finito. I guerriglieri sono partiti da oltre due settimane per la diaspora in vari Paesi del Medio Oriente; la forza multinazionale franco-ltalo-statunitense chiamata per vigilare sull'esodo si è ritirata; 1114, il presidente Bechlr Gemayel è stato assassinato. Gerusalemme vuole snidare i «terroristi' rimasti nella città, nascosti tra i profughi e tra i civili, in violazione degli accordi. Mercoledì 15 gli uomini con la stella di David entrano a Beirut Ovest per un gigantesco rastrellamento. Affidano l'«operazione pulizia» nel campi palestinesi di Sabra e Chatyla al Kataeb, la Falange cristiana che fu gui data proprio da Gemayel. La mattina di giovedì 16 nessuno riesce ad avvicinarsi a Sabra e Chatyla. L'esercito israeliano. controlla tutti gli accessi, respinge i giornalisti. La notte si sentono spari, il cielo che sovrasta le bidonvll le palestinesi è solcato in continuazione da razzi illuminanti. Le raffiche e il blocco continuano fino all'alba di sabato 18. La mattina di quel giorno i primi giornalisti riescono ad entrare nei campi. E quello che raccontano sconvolge il mondo. Sulla terra di Sabra e Chatyla c'è un tappeto di cadaveri. Uomini, donne, bambini. Non li hanno soltanto uccisi: li hanno mutilali, sventrati, deturpati, torturati per odio e per disprezzo. Il rastrellamento si è trasformato in una spietata vendetta covata negli anni di guerra civile che hanno dilaniato il Libano. Ma quanto si vede non è tutto. Sotto mucchi di detrill si trovano altri morti: prima di lasciare i campi, i falangisti hanno tentato di nascondere 1 corpi ammassandoli con i bulldozer e ricoprendoli con le macerie delle baracche distrutte. Quando incomincia la rimozione delle salme, si scopre che spesso sotto i cadaveri sono state lasciate bombe che esplodono al minimo movimento. Non si saprà mai 11 numero dei morti. Centinaia di persone sono state portate via, molte allo sladio per essere Identificate, altre chissà dove. Da allora sono state trovate più fosse comuni alla periferia della capitale. Si parla di 3 mila vittime. Vengono subito accusate le milizie del maggiore Saad Haddad, alleato degli israeliani e titolare di un piccolo «Stato-cuscinetto» nel Sud. Haddad riesce a dimostrare la sua estraneità. Dalle prime ammissioni alle testimonianze, tutti indicano i falangisti come autori della strage (il Libano non lo riconoscerà). Arafat accusa: proprio per proteggere i civili palestinesi rimasti a Beirut dopo l'esodo era stato chiesto l'intervento di una forza multinazionale. Il mondo insorge, e la maggioranza degli israeliani per prima si rivolta contro questo massacro. L'Onu chiede il ritiro immediato delle truppe di Gerusalemme da Beirut Ovest. Si ricostituisce la Forza multinazionale. Emergono le prime responsabilità, le negligenze di politici e militari in Israele, A Tel Aviv, dopo aspri dibattiti, viene formata la Commissione d'inchiesta. e. st.

Persone citate: Arafat, Gemayel, Haddad, Saad Haddad, Sabra