Processo a Barbie, la Francia vuole «l'umanità parte civile» di Bernardo Valli

Processo a Barbie, la Francia vuole «l'umanità parte civile» Parlamentari già chiedono il ripristino della ghigliottina Processo a Barbie, la Francia vuole «l'umanità parte civile» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PARIGI — Ci vorrà un anno, forse più, per preparare il processo a Klaus Barbie, il -boia di Lione- rinchiuso da sabato sera nel forte di Montluc, subito dopo il suo arrivo dalla Bolivia, via la Gupana francese. Sul terreno della procedura si intravede già un'aspra battaglia giudiziaria. Come per altri criminali nazisti processati in Francia e in Germania, i difensori contesteranno alla Corte d'Assise il diritto di giudicare l'accusato per reati commessi quarant'anni fa. Secondo alcuni giuristi, a Barbie non potrebbero essere imputati i delitti per i quali egli fu condannato due volte a morte in contumacia da tribunali militari, nel 1952 e nel 1954. Quelli sarebbero crimini di guerra caduti in prescrizione dopo la tradizionale scadenza di vent 'anni. I capi d'imputazione, in quei due processi, riguardavano le operazioni guidate dall'ex capitano delle SS contro la Resistenza nella regione di Saint-Claude (Jura), e più in generale la repressione nella provincia di Lione. Nellinsteme, Barbie fu ritenuto responsabile di 4342 omicidi, di 7591 deportazioni di ebrei e dell'arresto di 14.311 uomini e donne della Resistenza. Questi reati non gli potrebbero più venire imputati. Un noto collaborazionista francese, il lionese Paul Touvier, pure lui condannato a morte in contumacia più di venfanni fa, non può essere incriminato oggi che per i delitti ignorati allora dal tribunale. Delitti suscettibili di essere considerati -crimini cóntro l'umanità-, e che quindi non cadono in prescrizione secondo la legge francese in vigore dal 1964. Questo sarebbe anche il caso di Klaus Barbie, il quale sceglierà come difensori, con tutta probabilità, avvocati tedeschi esperti nel processi contro gli ex nazisti. II capo della Oestapo a Lione durante l'occupazione nazista non potrebbe tra l'altro essere condannato per le sevizie e il probabile omicidio di Jean Moulin, primo presidente del Consiglio nazionale della Resistenza, che risulta la più illustre tra le migliaia delle sue vittime. Di questo avrebbe tenuto conto il magistrato lionese Christian Riss, die da un anno ita riaperto le indagini e che nel novembre ha emesso un mandato di cattura contro Barbie, sulla base di reati non imputatigli appunto nei due precedenti processi. Il giudice istruttore intende rinviare a giudizio l'ex capitano delle SS per arresti in massa compiuti tra il personale delle Ferrovie dello Stato a Oullins, nella valle del Rodano, per un rastrellamento a Lione che si concluse con la cattura di 80 persone, in parte deportate, e soprattutto per l'invio nei campi tedeschi di sterminio di una quarantina di bambini ebrei rifugiatisi a Izleu, dopo che i loro genitori erano stati deportati. Altri delitti potranno essere imputati a Klaus Barbie con l'affluire di nuove testimonianze. Già varie persone o istituzioni si sono costituite nelle ultime ore parte civile, arricchendo l'atto di accusa. Ma è necessario che le nuove testimonianze rivelino e provino reati che rientrano nella definizione contenuta dall'articolo 6 della Carta del Tribunale di Norimberga, sottoscritta l'8 agosto 1945, circa i crimini contro l'umanità. Crimini che si distinguono da quelli comunemente chiamati -di guerra- e che furono particolari al regime nazista, basato sul principio dell'esistenza di una razza superiore. La giustizia francese vuole agire nell'assoluto rispetto della procedura. Sarà con tutta probabilità una Corte d'assise ordinaria, ossia con giudici popolari, a celebrare il grande processo, il più importante dopo quello di Elchmann secondo alcuni giornali, e non una Corte d'eccezione composta di soli magistrati. Alcuni parlamentari lianno chiesto di riaprire il dibattito sulla pena di morte, abolita dopo la vittoria elettorale socialista. Ma i più sembrano auspicare un processo in cui «l'umanità sia parte civile.. come scrive Le Monde, un processo per ricordare a chi non lo sa, oloha dimenticato, die cosa è stato il nazismo. Già il ministro della Giusti¬ zp zia, Robert Badinter, ha compiuto un gesto simbolico facendo rinchiudere Klaus Barbie nel forte di Montluc, lo stesso carcere in cui l'ex capitano delle SS custodiva le sue vittime, le scrunava, le smistava verso i campi di sterminio. Il padre di Badinter fu una di quelle vittime. E ieri si è accesa una discussione a Lione, tra le autorità interessate, sull'opportunità di tenere Barbie nel forte di Montluc o di trasferirlo in un penitenziario più moderno, dove l'assistenza medica, tenuto conto dell'età del prigioniero, sia più efficace. C'è chi teme die il settantenne criminale nazista possa ammalarsi e quindi non essere presente al processo, Per evitare che la rievocazione dei delitti nazisti riaccenda sentimenti anti-tedeschi, o che i tedeschi si risentano per tutto quello che viene scritto e detto in queste ore in Francia, il ministro degli Esteri Clieysson ha spiegato die il nazismo «non è più immaginabile, perché la Germania non è più sola nella sua potenza, o nella sua disperazione», come negli Anni Trenta. Ora è una componente della Comunità europea. Bernardo Valli I Jone. Una panoramica del carcere militare di Montluc dove è stato rinchiuso il criminale nazista Klaus Barbie, Proprio qui quarant'annl fa la Gestapo aveva il suo quartiere generale. (Tel. Upi)

Persone citate: Badinter, Jean Moulin, Jura, Klaus Barbie, Paul Touvier, Robert Badinter