Ma con l'inglese non sarà facile

Ma con l'inglese non sarà facile Ma con l'inglese non sarà facile Il rivale di Boom-Boom è più alto, gioca di rimessa: il k.o. non è scontato - Niente La Rocca DAL NÒSTRO INVIATO SPECIALE ST-VINCENT — Dopo tanti giorni di chiacchiere sta per arrivare l'ora dell'esordio di Ray -Boom-BoomMancini su un ring italiano. Tutti conoscono i drammatici motivi per cui quello di stasera al Palazzelto dello Sport valdostano ha superato l'importanza di un normale incontro amichevole sulla distanza delle dieci riprese. E' il primo impatto di Mancini col suo duro mestiere dopo la tragedia che ha avuto nel coreano Duk Koo Kim la vittima e nel campione del mondo del pesi leggeri l'involontario esecutore. Nessuno sa quale traccia abbia lasciato questo dramma nello spirito di Mancini ad onta delle mezze dichiarazioni di generico dispiacere che ha rilasciato in questi giorni il campione del mondo. E' chiaro però che un pugile del tipo di -Boom-Boom- per essere completamente se stesso non può accettare freni né remore psicologiche. Se Mancini dovesse affidarsi solo alla tecnica sarebbe uno dei tanti; le sue armi migliori infatti sono la prorompente vitalità atletica e l'asfissiante aggressività accompagnate da una notevole potenza di pugno. La chiave del match di stasera contro il campione britannico George Feeney sta tutta in queste riserve sulla misura in cui il campione del mondo saprà dimenticare il passato e concentrarsi solo sull'impegno presente. Feeney, anclie se la logica lo vuole largamente battuto, non è avversario troppo facile: l'inglese è alto 173 centimetri, sette più di Mancini, ed ha un allungo in proporzione; inoltre predilige la boxe di rimessa, il che lo favorisce di fronte ad un avversario che doivà per forza scoprirsi per cercare la corta distanza; Feeney, infine, lia fama di eccellente incassatore, avendo perso prima del limite un solo incontro per ferita, ma il suo fisico smilzo potrebbe soffrire parecchio le scariche al corpo del campione del mondo. Im previsione logica è quella di una vittoria per k.o. di 'Boom-Boom-, ma non è detto che il piccolo italo-americano riesca a sbrigarsela tanto rapidamente. Nino La Rocca, invece, se l'è già sbrigata. Il mulatto di Rocco Agostino, a meno di improbabilissime sorprese dell'ultima ora, non salirà sul ring contro il texano Ken Releford. Dopo che Sabbatini era riuscito a superare le giustificabili riserve del manager Rocco Agostino sull'opportunità di un match con un avversario sconosciuto, il veto all'incontro è giunto dalla parte opposta, cioè dal Comitato attività professionisti della Federboxe. Il presidente, avvocato Sciarra, dopo aver indagato sul record piuttosto misterioso di Releford è riuscito a stabilire con una certa approssimazione che il ventunenne texano ha al suo attivo solo otto incontri e non tutti vinti: troppo poco per considerarlo un antagonista valido di La Rocca. In questa grottesca vicenda pare tuttavia die il -Cap-, per colpa forse di un telegramma spedito e non arrivato a destinazione, abbia mancato di dare comunicazione del .no» all'organizzatore Sabbatini, il quale avrebbe appreso del veto soltanto dai giornalisti presenti in sala stampa all'hotel Billia. Sempre dai giornalisti Sabbatini ha appreso che il presidente della Federboxe, Ermanno Marchiaro, è d'accordo con la decisione presa dall'avvocato Sciarra ed ha motivato il suo consenso con questa dichiarazione: .Nel momento in cui tutti guardano alla boxe con sospetto è meglio prevenire cattive sorprese affidandosi alla massima prudenza». E' certo quindi che il match di La Rocca non si farà (l'eventuale sostituzione verrà decisa all'ultimo momento), ma è altrettanto certo che il -caso- non si chiuderà oui- Gianni Pignata