Mancini pronto per la recita di Giampaolo Ormezzano

Mancini pronto per la recita BOXE A ST-VINCENT Stasera il campione del mondo contro il britannico Feeney e contro l'ombra di Kim Mancini pronto per la recita Guadagnerà 250 milioni per dimostrare che dopo un k.o. mortale si può tornare a picchiare DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ST. VINCENT — E' comparso per un attimo ad una dama che cercava partner per la «scala-quaranta» o per un dialogo sulla prima neve, anzi neviciattola, dell'anno. Giura un cameriere di averlo visto nella cantina, a fare saltelli atletici con mosse ballerine da portoricano in .West side story». Voltandosi per un secondo, quello che alla tv guardava il rugby giura di averlo scorto sulla porta, riconoscibilissimo per le labbra tumide, rosse, da danzatrice spagnola. Le apparizioni di ..Boom Boom» Mancini nel grande hotel di St. Vincent hanno riempito le discussioni di ieri pomeriggio. Ray -Boom Boom» Mancini, pugile killer nel senso che un corcano di pochi anni è morto dopo un suo pugno, è campione del mondo dei pesi leggeri, e stasera prende 250 milioni per abbattere — match senza titolo in palio nel Palasport di St. Vincent — dopo un congruo numero di riprese (dipende dagli spot pubblicitari da mandare in onda negli Usa) e senza assolutamente fargli male da ucciderlo un Inglese, Feeney, di 26 anni, quattro più di lui. Feeney ha moglie e quattro figli, Mancini ha soltanto mamma e papà, che arriveranno stamani, dopo un Vagabondaggio di sette giorni in Italia, con sessantotto amici di Youngstown, Ohio, compreso il prete irlandese Timothy McNeal, manager spirituale E' tutto finto, da'Mancini In su o in giù, in questo avvenimento che appunto vuole essere un avvenimento e basta, cioè poco più che un accadimento, senza neanche troppi messaggi da trasmettere, via etere o no. St. Vincent, che si lancia nello sport, fa un'operazione turistica e promozionale saggia, che inciderà anche in America. Feeney fa la sua parte, ha persino un manager che di cognome si chiama Mancini e che, pugile in gioventù, tifava per un altro «Boom Boom», Larry Mancini, padre di Ray: cosi almeno giurano. Mancini è formidabile attore, si capisce. Sabbatinl organizza da principe. La proposta alla gente è solleticante, vellicante: come si comporta sul ring, ottanlacinque giorni dopo il misfatto, uno che a pugni ha già ucciso? Intorno al ring possono esserci (essere recitati) morbosità cinismo attenzione voyeurismo snobismo condanna. Mancini, ha garantito, farà la sua parte con precisione: ha ufficialmente deciso che 11 colpo del 13 novembre è stato casuale, un incidente sul lavoro come tanti, lui è persino più forte in questa decisione che nei pugni, che pure dicono tremendi. L'of¬ ferta di avvenimento di stasera è in effetti colossale. Uno può sdegnarsi, ed eccitarsi, può trovare sterco e poesia dell'uomo, anche le premesse sono perfette per la recita, purché appunto si sappia, si decida che è una recita. Da che Mancini è a St. Vincent, tre settimane di acclimatazione, tutto è filato perfèttamente: si è persino suicidata la madre di quel coreano e la •cosa» è stata fagocitata con organizzazione e classe. Se proprio la povera donna doveva uccidersi, meglio che l'abbia fatto nei giorni scorsi, ieri era di cattivo gusto, oggi rovinava tutto, troppo tempo fa era inutile. Tutto finto, dunque tutto vero, visto che qui siamo a teatro. Olrano per la hall dell'albcrgone gli uomini di Mancini, negri in giubbe bianche e bianchi In giubbe nere, tutte comparse. E se stasera c'è la tragedia? - Tutto pronto — garantisce il medico —: ossigeno, ambulanza per l'ospedale di Aosta dove hanno il TAC. Cose normali, d'altronde-. A Sabbatini hanno chiesto: «Perché non anche un neurochirurgo a bordo ring?». Lui ha smadonnato toccando ferro. Stasera Mancini arriva al ring in una gabbia di luce, si fa 11 segno della croce, ricomincia a dare pugni cattivi. La vita continua, come la morte. Giampaolo Ormezzano

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