«L'allegria d'una festa furba e piccolissima»

«L'allegria d'una festa furba e piccolissima» Benigni, Villa, De Crescenzo, Arbore: che ve ne sembra di questo Festival? «L'allegria d'una festa furba e piccolissima» SANREMO — Com'è stato, questo Festival 1983? Ognuno ha ormai stilato le sue classifiche personali, e domani San■ remo sarà una cosa vecchia, ricordata soltanto dal disdietti di casa e dalle hit parades bombardate da Rai e radiotelevisioni private. Ma qual è il giudizio di personaggi musicali, esperti, affezionati del Festival? Eccone alcuni a caldo — del presenti in prima fila ieri all'Ariston, Roberto Benigni: «Mi ricordo di Toto Cutugno che si appiccica nella testa, mi ricordo di quello che si chiama come lo scrittore, Osborne, che ci ha la fama di bello, e l'ho guardato con attenzione. Poi mi ricordo della minuta Boncompagnl e dei Passengers. Secondo me vince Cutugno: ormai c'è l'abbinamento che quando viene qui vince. Io mi ci diverto, qui a Sanremo. C'è nell'aria qualcosa di allegro». Claudio Villa: «Quale entusiasmo, quale brivido hanno dato 1 cantanti in gara? A me oltretutto pare proprio che abbiano cantato in playback. Il livello generale è stato bassissimo, son tutti degli gnomi C'è stato si un ritorno alla melodia, ma è un ritorno tradito. Mi sono più piaciuti la Boncompagnì e Cutugno, e la Goggi, che non meritava l'esclusione: una canzone decente, la sua, interpretata con classe». Luciano De Crescenzo: «Io non ho intelllgenzu musicale, pertanto le canzoni mi sembrano tutte eguali. Bisognerebbe fare una classifica a parte, di questo Festival o di tutti i tempi, sulla furberia delle canzoni: ognuna, credo, è progettata a tavolino, dall'autore, dall'interprete e dalla Casa discografica. Dicono: se facciamo una canzone "Mi sono innamorato di mia moglie" va bene, perché metal delle giurie sono mariti e metà sono mogli. Va bene parlar del Presidente, e poi va bene se ci mettiamo dei bambini e parliamo di pace: chi è contro la pace? Sono canzoni furbe. A me è rimasta nelle orecchie "Oppio" della Sibilla, che è stata peraltro sbattuta fuori. Il Festival, è come la Rolls Royce: sempre uguale». Renzo Arbore: «Il livello generale non è né meglio, né peggio del solito. Questa è la canzone italiana di Serie B. E' ormai chiaro che abbiamo due tipi di musica leggera: quella buona del De Gregori, Dalla, Gucclni, Conte, Danie¬ le. De Sio. Venduti, e l'altra. Quella del estivai è musica leggera alimentare, per far mangiare l'industria, deve colpire il pubblico "facile". Quando c'è qualcuno che dalla Serie A torna in questa, le giurie non lo vogliono. Ci sarebbe una manifestazione alternativa, che la Rai dovrebbe sponsorizzare: quella di Tenco, sempre qui a Sanremo. Chi mi è più piaciuto? Morandi, ha una canzone un po' più nobile, ma temo che avrà più successo Cutugno. Darei ai Matia Bazar il premio per la miglior classe, anche interpretativa», m. ven.

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