La legione straniera

La legione straniera Come Sanremo aprì la frontiera alle grandi voci La legione straniera Amaro destino delle «vedettes» intemazionali, passate senza traccia SANREMO — La .legione straniera» sbarcò per la prima volta al Festival quando la Cinquetti non aveva ancora l'età. Era il 1964. i Beatles stavano conquistando il mondo, nascevano i Rolling e Bob Dylan: e la grande pensata del patron dell'epoca fu di far interpretare ogni canzone in gara da un italiano e da uno straniero. Vinse proprio la Cinquetti, ma a trionfare poi nei dischi e nel successo furono due stranieri veri e uno finto: quelli veri erano Paul Anka (con «Ogni volta ogni volta che torno ; e Gene Pitney (la vocet- ta stridula di «Quando vedrai la mia ragazza, yé yé...»); lo straniero finto era Bobby Solo, americano di Roma con una lacrima sul viso e un ciuffo sulla fronte. La pensata non ha dato grandi risultati, almeno finora: e per tutti vale la patetica simpatia di Louis Armstrong che ancora è 11 nella nostra memoria a tentare di spiccare in un impossibile italiano le parole senza senso d'una canzonzina senza storia, «Mi vien da cantare». Dov'è, per esempio, Sandie Shaw, quella che cantava con i piedi scalzi? e Antoine, i Casuals, i Cowsills, gli Hollies, Bobby Vinton, i Renegades, gli Happenings, dove sono finiti ormai? Chi si ricorda più di P.J. Proby, col suo radicale codino di cavallo, messo in gara a lar da compagno nientemeno che a Giuseppe Di Stefano, tenore per bene anche se d'epoca? Ma c'è pure una lista di nomi che si guadagnano tuttora rispetto e successo. Marianne Faithtull (qui a Sanremo, aveva cantato «C'è chi spera», ed è tornata ospite l'anno scorso, per un non riuscito rilancio), Cher (cantava «Ma piano»), Roberto Carlos (vinse con Endrigo e con «Canzone per te»), Stevie Wonder (interprete splendidamente inu- tlle di «Se tu ragazzo mio»), e Petula Clark, Franchie Lane, Eartha Kilt. Shirley Bassey, Dionne Warwick. Barry McGuire, Kiki Dee, la stesso Pai Boone. Nessuna di queste star è riuscita a lar di Sanremo un vero successo personale, forse l'unico ad avvlcinarglisl in modo consistente fu José Feliclano, quello di «Che sarà, che sarà della mia vita, chi lo sa». Ormai di questa lunga sfilata ai stelle restano solo i ricordi, e sono ricordi anche amari. Wilson Pickett, re della musica negra e a Sanremo interprete strepitoso di «Deborah», l'altro giorno è venuto a Milano per un concerto di blues: è finita a pugni e bastonale, con lui completamente «fatto». Da «Deborah» a oggi son passati 15 anni, e ormai anche la Cinquetti ha l'età: canta adesso per il mercatino di Tortora.

Luoghi citati: Marianne, Milano, Roma, Sanremo