Carcere a Firenze direttore a Torino di Claudio Giacchino

Carcere a Firenze direttore a Torino A causa della crisi di personale Carcere a Firenze direttore a Torino Il dott. Stiraci oltre alla responsabilità delle Nuove ha anche quella per Sollicciano Direttore di carcere, professione in crisi di vocazioi. Il ministero di Grazia e giustizia fatica sempre di più a trovare giovani laureati disposti a lavorare in un settore avaro di soddisfazioni e ricco solo di oneri e rischi. Cosi succede che a un direttore sia accollata la responsabilità di più istituii di pena, distanti anche centinaia di chilometri l'uno dall'altro, ciascuno con problematiche di gestione e organizzazione enormi e differenti. E' il caso (uno dei tanti esempi del generale sfascio che regna nell'universo-prigionc) del dottor Suraci. Direttore delle Nuove, da mesi fa il pendolare con Firenze: perché deve occuparsi pure della casa di pena di Sollicciano, alla periferia del capoluogo toscano. Nuovo di zecca ma già (tanto per cambiare) Insufficiente (conta 380 posti ed attualmente ospita 400 reclusi) quest'Istituto doveva diventare, nelle intenzioni ministeriali, la » dò pendali ce» di Poggloreale, custodendo una parte dei cammorrlstl detenuti a Napoli. Il progetto è sfumato 11 mese scorso per le violente polemiche e proteste del fiorentini. Diversamente oggi Suracl, direttore abile ed esperto, oltre ai tanti problemi delle Nuove dovrebbe sobbarcarsi anche il non invidiabile compito di «governare» su quegli stessi camorristi che hanno ridotto Poggloreale al più infernale penitenziario d'Europa. Viene da domandarsi come mal, pur considerando la crisi di vocazioni, a Roma abbiano pensato di distrarre part-time a Sollicciano, specie quando era scontato che là sarebbero stati tradotti uomini della camorra, un direttore che amministra, in una città lontana 500 chilometri, oltre mille detenuti. E' che, perdurando l'indisponibità del nuovo carcere delle Vallette (sarebbe dovuto entrare in funzione nell'Eli, se tutto filerà liscio sarà inaugurato tra un anno) periodicamente si trova ad avere la responsabilità di custodire nei bracci larghe rappresentanze di terroristi. Suraci, com'è sua abitudine, non rilascia dichiarazioni: un suo collega definisce le direzioni part-time, fenomeno abituale, destinato forse ad ingigantirsi nell'immediato futuro. Aggiunge: «Recentemente a Roma è stato bandito un concorso per 60 posti di direi tare. Si è riusciti a coprire un quarto degli incarichi vacanti Oggi il nostro lavoraccio, non attira piti nessuno. Si è esposti ad ogni genere di pericolo e con questa affermazione non intendo riferirmi solo alle Brigate rosse, alla mafia, alla camorra ma anche e soprattutto alla mille incognite (rti>olte, violenze tra carcerati, grane burocratiche) per cui si rischia continuamente un'indagine della magistratura, un provvedimento disciplinare o le accuse della stampa*. .Soddisfazioni poi, manco a parlarne. Il massimo successo per un direttore consiste nel non far peggiorare la situazione del proprio istituto. Di migliorarla, con la carenza di strutture, di personale, di programmazione ministeriale, non se ne parla nemmeno. Il nostro motto dovrebbe essere: "Le nozze con i fichi secchi". i41fro che il "Vigilando redimere" che sta scritto sotto io stemma del corpo degli agenti di custodia.. Claudio Giacchino

Persone citate: Suraci

Luoghi citati: Europa, Firenze, Napoli, Roma, Torino