Andremo sotto Palazzo Madama lungo una galleria archeologica di Renato Rizzo

Andremo sotto Palazzo Madama lungo una galleria archeologica Dopo il restauro dell'immenso tetto, si pensa ai sotterranei Andremo sotto Palazzo Madama lungo una galleria archeologica Correrà per 60 metri attorno al perimetro del grande salone centrale e sfocerà nei vani delle due torri - Sarà ripristinato anche il fossato, oggi immondezzaio di siringhe L'altro ieri è stata posta l'ultima tegola sull'immenso tetto di Palazzo Madama completando, cosi. 11 restauro della copertura d'un edificio che. come osservava il critico Marziano Bernardi, -riassume una storia due volte millenaria e compendia, si può dire, l'intera nostra civiltà dal tempo di Roma all'età del Risorgimento*. S'è conclusa la prima parte d'un progetto partito nel 1961 e destinato a mettere in luce, grazie ad un'articolata serie d'interventi restitutivi, il racconto delle successive vicende architettoniche imprigionate nel corpo stesso del monumento. «Vicende — spiega il progettista, arch. Andrea Bruno — che si possono leggere nelle stratificazioni dovute a tre diversi tipi di costruzioni edificate sull'impianto originale». Il primo edificio fu la possente struttura della Porta Pretoria, simile per dimensioni alla tuttora esistente Porta Palatina: dell'antico nucleo rimangono ora le due torri poligonali che affiorano dal tetto verso via Garibaldi e. a 3.60 metri sotto il livello di piazza Castello, il selciato d'epoca augustea A questa severa Porta, andata via via in rovina durante l'età barbarica, fu addossata, alla fine del 1200, una -casa forte* dal lato che guarda alla collina ad opera dei marchesi di Monferrato, signori di Torino: sotto la signoria di Giacomo D'Acaja. poi, il maniero ancora s'ampliò sino ad arricchirsi, al tempo di Lodovico e dei suoi successori, delle due grandi torri verso via Po. simili a quelle romane, e d'un giardino sul lato prospiciente a via Garibaldi. -La storia del Palazzo — aggiunge l'arch. Bruno — va di pari passo con quella di Torino: divenne reggia e. agli inizi del 700 la seconda Madama Reale. Maria Giovanna Battista, incaricò Filippo Juvarra di rinnovare arcìiltettonicamente questa sua residenza*. Nacque cosi, per un disegno di lasto in grado d'emulare Palazzo Reale, lo stupendo scalone e la trasformazione della facciata medievale. Il progetto dell'architetto di corte prevedeva di -coprire» anche gli altri lati dell'edificio: la cronica carenza di tondi ne limitò l'intervento alla parte verso via Garibaldi. »// nostro intento — spiega l'arch. Bruno — è quello di realizzare, sotto il palazzo, un percorso archeologico in grado di proporre al visitatore la comprensione, attraverso il concreto, della vita dell'edificio: seguendo il restauro già iniziato dal D'Andrade nell'800. abbiamo ripristinato in quest'arco d'anni, una scala costruita dai principi d'Acaja e poi riempita di terra che porta alle antiche fondazioni. L'itinerario sarà lungo una sessantina di metri e largo 2 e correrà attorno al perimetro del grande salone centrale mostrando i vari strati architettonici*. La «galleria- immetterà in quattro grandi sale e nei vani delle due torri oggi adibite a depositi e per cui si sta studiando una definitiva sistemazione a museo. Contemporaneamente si ripristinerà il grande fossato, attualmente in abbandono e diventato immondezzaio di siringhe o comodo «buco» per disfarsi di portafogli rubati (gli operai del cantiere ne trovano una ventina alla settimana rigorosamente vuoti). -Sulla manica destra del Palazzo — prosegue l'arch. Bruno — rerró svuotato un terrapieno costituito nel 700 per riportare il terreno a livello di campagna: in questo punto sorgerà un salone di circa 300 metri quadri cui si potrà accedere dal fossato trasformato in zona verde. Il progetto, che potrà essere aggiornato o mutato a seconda delle esigerne, prevede, in questo locale, la creazione di 150 posti a sedere per dibattiti e conferenze*. Renato Rizzo Nel cuore del Palazzo Madama per scoprirne le nascoste bellezze

Persone citate: Andrea Bruno, D'andrade, Filippo Juvarra, Maria Giovanna Battista, Marziano Bernardi

Luoghi citati: Monferrato, Pretoria, Roma, Torino