Con un occhio ai contratti di Renato Cantoni

Con un occhio ai contratti Con un occhio ai contratti Dopo un lungo periodo di stasi quasi assoluta la Borsa si è risvegliata nelle ultime settimane. Gli scambi a Milano si sono quasi quadruplicati passando dai 7-8 miliardi quotidiani ai 24-26 miliardi e le quotazioni sono sensibilmente salite: dall'inizio del mese borsistico di febbraio l'indice Comit ha guadagnato quasi il 1%. Questo ritorno di vitalità ha sorpreso molti osservatori e risparmiatori, considerando il burrascoso momento che stanno attraversando l'economia italiana e quella internazionale e le difficoltà che deve quotidianamente superare il governo, compresso da scadenze indilazionabili e da agitazioni politiche e sociali. Per gli ottimisti il mercato azionario sta anticipando un miglioramento della situazione economico-produttiva e un rallentamento dell'inflazione; per i pessimisti quanto sta capitando oggi in Borsa non è che la solita agitazione in prossimità della campa-' gna dei dividendi e il ritorno della speculazione, sia pure in formato ridotto. La realtà è forse nel mezzo. Verso la fine dell'anno scorso alcuni elementi positivi avevano riportato l'attenzione degli ambienti finanziari sul mercato azionario. Innanzitutto da parte dell'In era stata iniziata una «campagna di recupero» dei titoli pubblici dopo i clamorosi crolli precedenti. Fattori obiettivi facilitavano il movimento: la Dalmine aveva capovolto la tendenza e accumulava utili cospicui; la Sip e la Stet. dopo un lungo travaglio, mostravano bilanci in attivo; l'Ilalcable guadagnava sempre di più; inoltre anche la Breda improvvisamente si metteva a distribuire un generoso dividendo. In secondo luogo, l'iter della legge sui fondi comuni d'investimento sembrava finalmente giunto alla stretta finale e così pure la Visenlini Bis. A dire il vero non vi è da attendersi ripercussioni miracolistiche da queste leggi perché quel che conta di più per la Borsa è una migliore prospettiva congiunturale, ma l'adozione di strumenti qualificati per l'avvio di flussi di risparmio verso i mercati mobiliari e l'adeguamento, sotto il profilo fiscale, ai valori attuali, delle immobilizzazioni tecniche delle imprese, sono elementi favorevoli per un rilancio, sia pure limitato, della Borsa. In terzo luogo l'anno scorso lo stillicidio delle vendite aveva provocato ribassi eccessivi di molti valori, soprattutto nel settore industriale, obiettivamente giustificabili solo con il senso di scoramento che aveva colpito operatori e investitori dopo lo scandalo Calvi-Banco Ambrosiano nel giugno 1982 e le drammatiche ripercussioni su di una larga rosa di valori. Gli analisti erano concordi nel ritenere che diversi titoli erano francamente sottovalutati e di ciò si erano accorti i gestori dei più importanti fondi di investimento e amministratori patrimonali che discretamente avevano rastrellato quanto era troppo precipitosamente liquidato. A certi livelli, però, molte quotazioni erano diventate incomprimibili e puntualmente è scattata la molla del rialzo. Approfittando del bassissimo costo delle operazioni, gli speculatori più avveduti ritornavano molto attivi sul mercato dei premi che, attraverso una serie di reazioni a catena, risvegliava tutta la Borsa. A differenza di'quanto avvenuto nelle passate fasi rialzistiche questa volta la spinta non è avvenuta per motivi monetari e perciò non è stata rivolta principalmente ai valori patrimoniali (assicurativi, bancari, finanziari e immobiliari). Al momento della polemica sul futuro dei Bot e degli altri valori pubblici largamente distribuiti fra i riparmiatori può darsi che qualche investitore abbia pensato alla Borsa, ma scorrendo le variazioni delle ultime settimane e osservando soprattutto verso quali titoli sono andate le preferenze della massa dei compratori, risulta evidente l'interesse per le azioni industriali e dei servizi che presumibilmente dovrebbero aver chiuso positivamente l'esercizio 1982. Molta attenzione è stata fatta alla qualità e al prezzo dei titoli, segno che le batoste del secondo semestre del 1981 sono servite a qualcosa. I bancari, ad esempio, sono stati trascurati perché considerati troppo cari in rapporto al loro rendimento e si é persino esagerato nella prudenza. Forse l'episodio Banco Ambrosiano non é stato ancora digerito. Adesso la domanda che si pongono i risparmiatori è persino ovvia: continuerà, e fino a quando, la fase positiva? Una esauriente risposta è impossibile perché, per ora, il rialzo non è stato che un realistico adeguamento di quotazioni eccessivamente depresse. Molto dipenderà dalla ripresa congiunturale e dal modo in cui saranno conclusi i contratti aziendali fra proprietà e lavoratori. Inoltre importanza non indifferente, almeno sotto il profilo psicologico, avrà la rapida e felice conclusione dei disegni di legge per i fondi comuni e per la Visentini Bis, oggetto di eccessive contrapposizioni e di oscure manovre che ne hanno ritardato il varo definitivo. Renato Cantoni

Persone citate: Visentini Bis

Luoghi citati: Milano