Le lettere della domenica

Le lettere della domenica Le lettere della domenica Per gli italiani dispersi in Urss Nella trasmissione radiofonica «Chiamate 3131» recentemente si e parlato dei nostri dispersi dell'Armata italiana in Russia. E' stato intervistato lo scrittore Franco La Guidara, che si è occupato a lungo del problema. Mentre rapporti culturali e commerciali sono in atto fra l'Italia e l'Urss, non si comprende il motivo per cui non si riesca a trovare la giusta via per definire un problema tanto sentito da migliala di italiani. Il governo di Mosca dovrebbe promettere pubblicamente, attraverso la stampa, un condono a tutti quegli italiani 'dell'Armir che hanno trascorso tanti anni di clandestinità in Urss. Secondo il codice sovietico il marito può prendere il cognome della moglie. Perciò tanti giovani italiani dell'Armir hanno ora cognomi russi! Sono la mamma di un giovane ulliclale disperso. Avevo pensato di mettere un annuii ciò a pagamento sui giornali sovietici per avere sue notizie. Ma sono convinta che senza l'aiuto della slampa italiana ogni tentativo è vano. Maria A. Riccardi, Roma Quale medico si vuole in corsia? In occasione dello sciopero dei medici ospedalieri, l'opinione pubblica ha improvvisamente appreso che una professione, già ritenuta remunerativa, 6 in realtà decaduta al rango di un'occupazione poco più che precaria. Ma pare che nessuno si accorga della più vistosa stortura. I ; sindacati di «categoria, banano siglato un accordo che congloba gli emolumenti di ; tutto il personale ospedaliero, dagli addetti alle pulizie ai primari, equiparando questi ultimi al direttori ammlni. strativi e ai capi servizio. E' mai possibile che l'opinione pubblica e soprattutto -gli Ordini professionali dei -medici non insorgano contro -questa penalizzazione della professionalità? Nessuno di ' vulga ciò che dovrebbe essere noto a tutti: che cioè molti dei medici ospedalieri occupano •un ruolo cui sono pervenuti usufruendo di una delle tante leggi di «sanatoria», e ricevono lo stesso stipendio di chi ha conseguito il diritto di occupare il proprio ruolo dopo una severa e sofferta selezione. Evidentemente i medici non sono in grado di chiedere altro che la revisione del proprio stipendio, con un ritocco che verrà inghiottito dall'inflazione in pochi mesi. In clic Paese viviamo? Vi è ancora ragione che nelle facoltà universitarie di Medicina sopravvivano docenti che, attraverso le Scuole di specializzazione, le attività congressuali e le pubblicazioni scientifiche, dedicano la propria attività alla didattica per una, maggiore qualificazione professionale, quando questa viene irrisa dal Palazzo e — questo ò peggio — dalle organizzazioni sindacali e dagli Ordini professionali? E' la fine di un mito o di una civiltà? Giovanni Juliani professore di radiologia Unlversitàdl Torino Con una laurea in matematica Sono uno studente dell'Università di Padova, iscritto all'ultimo anno alla facoltà di Matematica. Esprimo il mio disappunto in merito al decreto legge del 3-9-82 e successiva modifica, il quale impedisce al futuri laureati in matematica di insegnare la loro materia, che è abbinata alla cattedra di fisica nella quasi totalità degli istituti superiori (licei, istituti magistrali, tecnici, professionali e artistici). Il decreto legge indica come titoli di ammissione alla classe di concorso LXV — matematica e fisica — le seguenti lauree: «fisica, scienze fisiche e matematiche, matematica e fisica, astronomia, discipline nautiche». Come si può notare, la laurea in matematica è esclusa. Che corso di laurea avremmo dovuto scegliere per poter insegnare matematica? A me sembrava «logico» iscrivermi a Matematica. Quale logica segue invece il ministero? Giovanni Rizzi,Thiene Le benemerenze i anziani Sono un'anziana contadina, amareggiata perché noi anziani siamo considerati •rami secchi». Ma questi rami secchi sono coloro che hanno ricostruito l'Italia dopo la guerra e con 11 loro costante lavoro, i loro stenti e rinunce le hanno procurato il benessere di cui gode e che non sa apprezzare. Bettina Lavagnino, Asti degli Perché sono tanti i pensionati-baby Le norme per 11 pensionamento anticipato dei dipendenti dello Stato risalgono al 1957: all'impiegata sposata o con prole, dimissionaria, fu concesso un aumento fittizio del servizio utile sino al massimo di cinque anni, ai fini del compimento dell'anzianità minima richiesta, fissata per tutti a 20 anni. Sino a qualche anno fa, pochi usufruivano delle concessioni sul pensionamento. Perche? Perché la pensione veniva calcolata, come ora, sullo stipendio, ma la voce «stipendio» rappresentava la quasi totalità del trattamento economico mensile. Chi andava in pensione con 15 anni di servizio percepiva il 35% dello stipendio ultimo: poca cosa, che non invogliava certo alle dimissioni. Dal 1975, invece, vige il punto unico della contingenza (per gli statali si chiama «indennità integrativa speciale») che, restando pressoché fermi gli stipendi differenziati, ha portato all'appiattimento dei compensi. Oggi la contingen za per il lavoratore è di lire 529.847, uguali per chi è al suo primo mese di servizio e per chi ha 40 anni di anzianità. La contingenza per il pensionato 6 di lire 448.554 (lorde), uguali per chi è andato in pensione con 15 anni di servizio e per chi vi è andato dopo 40 anni e oltre. Non quindi la legge, che per decenni non ha mai dato inconvenienti, ma l'appiattimento retributivo e pensionistico, introdotto col punto unico della contingenza, incita alla fuga dal servizio. Togliete l'appiattimento, e la fuga cesserà. Roberto Berardi, Torino Rosso e nero secondo Stendhal Ricorre il secondo centenario della nascita di Stendhal. Stendhal è molto più attuale di Mussolini. Nel 1830, cioè molto prima di De Mita, riteneva che bisognasse scegliere tra il rosso e il nero. Il nero significava ritornare al vecchio; il rosso, avanzare. E poi Stendhal, che praticava la caccia alla felicità, potrebbe essere un'ottima alternativa all'austerità, scioccamente predicata da quasi dicci anni. Antonio A rdino, Bovalino 11 mondo visto dagli ottimisti All'articolo «Schopenhauer, né Budda né Satana» del 13 gennaio, di Ceronetti, del quale condivido tutte le idee meno il pessimismo, ribatto che, oltre alle ipotesi del Dio indifferente alla sofferenza del Creato o del Dio giocherellone (che sorride a colui che si sforza di sottrarre una goccia di dolore alla cosmica tragedia) da cui trae il suo nero umore, ce ne sono altre meno sconfortanti. Ne riassumo due. La prima: non esiste oggetto al di luorl del soggetto pensante, il quale si inventa l'universo clie compete al suo livello e al suo progresso evolutivo. La vita e sogno. La seconda, adombrata nei Vangeli e nelle Upanishad: tutti gli esseri viventi sono Uno, il Quale «sogna» l'Universo clie gli compete eccetera come sopra. Tutto è, Maya, illusione. Il pessimismo — per sua natura paralizzante, involutivo e distruttivo — è strumento improprio per conseguire il fine perfezionistico connesso a tali cosmogonie, dato che se io sono coinvolto nella creatività cosmica non posso che responsabilmente pensare in modo dinamico, evolutivo e creativo. Potremmo dunque ribaltare l'impietoso giudizio che Ceronetti, parafrasando il pessimista Schopenhauer, ha graziosamente riservato agli ottimisti, che si sforzano di migliorare il mondo senza sterili mugugni sulla sua tragica empietà. Se mai il profetizzato Anticristo dovesse un giorno affacciarsi sulla Terra, senz'altro sarebbe Uno (o la Somma degli uni) senza speranza. Il Pessimista globale, ovvero l'Umanità che contro il Male non reagisce più. Laura Bergagna, Roma Alla ricerca dell'uomo Manzoni Scriviamo a proposito dell'intervista a Natalia Ginzburg, pubblicata su La Stampa del 23 gennaio, con il titolo «Manzoni, il mostro di famiglia... Vorremmo sottolineare, e non per polemica ma per convinzione personale, che l'immagine del Manzoni, che scaturisce dall'accurato esame delle sue opere, 6 radicalmente diversa da quella presentata dalla scrittrice nel suo libro. Lo confermano i pareri di accreditati critici, le cui considerazioni abbiamo avuto occasione di prendere in esame. In particolare ci riferiamo alla presentazione che la Glnzburg ci dà del rapporto tra il Manzoni e la sua prima moglie, Enrlchetta Blondel, basandoci sulla configurazione che invece ne dà il Flora nella sua Storia della Letteratura italiana. Franco Fortini, durante una recente conferenza, ha' tra l'altro sottolineato come le frequenti malattie di Enrichelta (citate nell'intervista) fossero una tale fonte di dolore per il Manzoni da segnare profondamente la sua interiorità e da influenzare le sue più belle composizioni. E' evidente la validità di talune affermazioni della scrittrice, basate su fonti attendibili, ma ci sembra una forzatura, un'esagerazione interpretarle in modo cosi assoluto, a scapito dell'immagine morale di un cosi «limpido e luminoso poeta» (sono parole del Momigliano). La class e IV magistrale Ist. S. Anna, Torino Vantaggi nascosti degli scatti Sip Forse non tutlo il male viene per nuocere. Anche gli scatti urbani introdotti dalla Sip a Roma e Milano possono recare qualche vantaggio: accorciare la prolissità, rompere l'Ipocrisia dei discorsi «presi alla larga», abituare alla sintesi e costringere alla franchezza. Tutto sommato, non è poca cosa. Felice Fiorentino, Roma Essere genitori un mestiere diffìcile Una nuova industria, quella della maternità a pagamento, è nata negli Slati Uniti: cosi leggo su La Stampa del 26 gennaio. L-\ soluzione, in favore delle coppie sterili, di «far fare figli» ad altri, lascia perplessi. Ma è soprattutto motivo di preoccupazione il fatto che. oggi, il rapporto genitori-figli sia ridotto al puro mantenimento materiale. Prima di volere figli a tutti i costi, non sarebbe meglio che I genitori si chiarissero le idee sui propri compiti? G. Dionisio, Messina II grande «basso» che fu Mefistofele Su La Stampa del 16 gennaio leggo la notizia: Mefistofele di Arrigo Boito in concerto a Mosca. Nel rievocare che Fyodor Shalyapin, insieme con Caruso, ne fu «protagonista e voce» nel lontano 1901, la breve nota aggiunge: «a dirigere tenore e baritono sul podio Il ruolo di Mefistofele fu assegnato da Arrigo Boito, senza possibile alternativa, a voce di basso. Fyodor Shalyapin — astro di prima grandezza del teatro lirico mondiale — ebbe voce di basso. Francesco Tedesco, Locri Dietro le bizze meteorologiche Le bizze meteorologiche, ormai cosi frequenti da perdere il carattere casuale, avranno pure una motivazione. Gli esperti le spiegano, o cercano di spiegarle, secondo i parametri tradizionali. Ma è proprio errato o superfluo prendere in considerazione gli influssi che possono avere sul • tempo » 1 satelliti o le nuove sostanze immesse nell'atmosfera o quanti altri prodotti e macchine la scienza e la tecnica abbiano diffuso in terra e nello spazio? Ernesto Conforti, Firenze